Ex ospedale, parte il confronto
con gli studenti del Liceo Scientifico
e del Marconi-Pieralisi

JESI - Domani mattina, nella sala dell’ex II circoscrizione, saranno coinvolti in un processo collaborativo dedicato al futuro progetto, attraverso un incontro che vedrà gli interventi dell’assessora all’urbanistica Valeria Melappioni e di docenti di architettura e ingegneria dell’Univpm

(archivio)

Prende il via, con le scuole, con gli alunni e le alunne, con le nuove generazioni, il percorso per ascoltare la città e gli jesini. Domani, a partire dalle ore 9, nella sala dell’ex II circoscrizione di Via San Francesco, gli studenti del Liceo Scientifico e del Marconi-Pieralisi saranno coinvolti in un processo collaborativo dedicato all’ex ospedale, attraverso un incontro che vedrà gli interventi dell’assessora all’urbanistica Valeria Melappioni e di docenti di architettura e ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche. «Sarà la prima tappa di un percorso che coinvolgerà tutta la città, con l’obiettivo di capire dalla voce dei cittadini e delle cittadine come utilizzare al meglio questa area. Il tutto, con l’obiettivo di offrire una soluzione concreta e non aspettare altri 10 anni sotto l’idea che qualche altro privato possa scegliere lui cosa farne» si legge n una nota del comune di Jesi.

«Come già ricordato e come è buona e ferma regola di questa Amministrazione comunale, non è il privato che decide cosa fare per riqualificare parti importanti della città, ma è l’ente pubblico con il coinvolgimento diretto della popolazione. Tanto più vale questa regola se calibrata su un’area strategica come quella dell’ex ospedale. – prosegue il comunicato – Questo significa che la pianificazione urbanistica resta saldamente in mano all’Amministrazione comunale, ascoltando la voce dei cittadini e delle cittadine, considerando certamente chi è detentore della proprietà ed i suoi legittimi diritti. Insomma: la strategia la deve dare il piano regolatore con una variante urbanistica costruita con la città e per la città, con il pieno coinvolgimento dell’Azienda sanitaria proprietaria di gran parte dell’area»

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