Una moderna illuminazione per esaltare la bellezza delle opere in esposizione, spazi pensati per ospitare opere monumentali, valorizzare gli affreschi e un nuovo sistema didascalico, in italiano e inglese, per rendere più accessibile la comprensione degli allestimenti a un pubblico che è sempre più ampio e diversificato. Mette a fuoco anche questi dettagli il nuovo progetto di allestimento delle sale permanenti della Pinacoteca “Francesco Podesti” che mette in linea nei dettagli le caratteristiche del contenitore culturale agli standard dei musei internazionali ma senza cancellarne l’identità storica. Lo scorso 16 ottobre la Giunta comunale di Ancona, con voto unanime, lo ha approvato insieme al relativo quadro economico. Nel 2023 il Comune ha avviato lavori di adeguamento impiantistico della pinacoteca civica, finanziati con fondi del Pnrr. Lavori, finalizzati alla riqualificazione e rifunzionalizzazione degli spazi museali per garantire la più opportuna conservazione e fruizione delle opere. Parallelamente alla conclusione dei lavori impiantistici, in vista della riapertura al pubblico si è ritenuto opportuno procedere con un aggiornamento dell’allestimento delle collezioni permanenti «finalizzato ad una migliore fruizione da parte del pubblico, anche nell’ottica della massima accessibilità fisica, sensoriale, cognitiva, culturale ed economica», si legge nella delibera di giunta.
La Soprintendenza ha già espresso il suo parere sul progetto, studiato dall’architetta Carla Lucarelli di Ancona mentre il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione è stato affidato l’ingegnere Piero Bartolucci. Il costo complessivo è stato stimato in 120.345 euro (oltre Iva 22%), per un totale lordo di 146.822 euro coperto nel bilancio di previsione 2025/2027 – esercizio 2025 –con risorse proprie del Comune. Nel dettaglio la relazione dell’architetto Lucarelli evidenzia che le sale di Palazzo Bonomini sono state recuperate e collegate a quelle di Palazzo Bosdari. Sono attualmente utilizzate per rendere accessibili e collegati, grazie alla presenza dell’ascensore, tutti i livelli dei due immobili. Ospitano parte della collezione permanente e mostre temporanee, con un piano superiore destinato ad attività polifunzionali e alla connessione antincendio tra i due edifici.
In sintesi, nei vari piani delle sale che appartengono a Palazzo Bonomini sono ospitate parte della collezione permanente (piano terra e primo) ed alcune piccole sale per mostre temporanee ( secondo piano). Al quarto piano è stato eseguito il restauro della capriata della sala multiuso che ha permesso di riportare in uso alla fruizione pubblica un ambiente polifunzionale. Allo stesso tempo è stata resa efficiente la compartimentazione antincendio della zona di collegamento tra le sale di palazzo Bonomini e le sale di Palazzo Bosdari. A Palazzo Bosdari i livelli inferiori, già adeguati dal punto di vista impiantistico nel 2025, necessitavano di un nuovo allestimento che armonizzasse «il decoro degli ambienti espositivi sia la piena funzionalità degli stessi». I piani superiori ospitano uffici, biblioteca, sale espositive e depositi, con una sala in attesa di completamento. Tutti gli interventi hanno portato il complesso museale a standard internazionali di conservazione e sicurezza.
Il nuovo progetto «è focalizzato – spiega la relazione – sull’individuazione di una forma espositiva neutra, essenziale, in grado di accogliere opere tra loro molto differenti per tipologia e datazione» cercando di uniformare gli allestimenti per garantire coerenza tra i diversi ambienti museali. «Deve costituire un elemento di continuità con il percorso espositivo già presente nelle sale di Palazzo Bonomini, affinché l’intera visita risulti per il pubblico un’esperienza fluida e piacevole». E in quest’ottica deve anche «mitigare la presenza del complesso apparato impiantistico precedentemente realizzato» con schermature estetiche senza intaccare le murature storiche, come contro-pareti, zoccolature e strutture copri impianti. Il nuovo allestimento comunque coerente con le sale rinnovate nel 2016, migliora l’illuminazione, la leggibilità delle opere e la fruizione del percorso, evidenzia l’architetto.
Gli interventi al piano terra si concentreranno nelle sole sale 12 e 13 e 15. La sala 12 verrà ritinteggiata e potenziata nell’apparato illuminotecnico per ospitare una selezione delle opere di Valeriano Trubbiani. Nella sala 13 sono previste opere di schermatura degli impianti esistenti (parete dei collettori) e verranno allestite le opere più significative degli artisti partecipanti (e vincitori) del Premio Marche. La sala 15 manterrà il suo attuale corpus di opere ma, grazie ad un pannello aggiuntivo allestito in fondo alla sala, si permetterà l’esposizione di ulteriori tele e statue della metà del ‘900. Al piano primo i lavori saranno più complessi ed articolati. La sala di accoglienza, la Sala 3, ospiterà solo opere lapidee e gli apparati didascalici saranno realizzati con pittura direttamente sulle murature esistenti. Nelle altre sale verranno realizzate contropareti per schermare le tubazioni tecniche e i terminali della climatizzazione.
In tutte le sale è previsto il potenziamento e riqualificazione dell’apparato illuminotecnico con sistemi a basso consumo. L’apparato illuminotecnico sarà aggiornato con luci a 3000K e resa cromatica superiore a 95, «per ottenere una corretta precisione visiva e cromatica». Particolare attenzione è prevista per le sale 6 e 7, con nuovi binari, basi per opere monumentali e valorizzazione degli affreschi . Nella sala 6, nel dettaglio, sono previste «due nuove basi con pedane e dissuasori per la Pala Gozzi e la Crocifissione».
Ampia attenzione infine è stata dedicata al nuovo sistema didascalico, in italiano e inglese, per rendere più accessibile la comprensione delle opere al pubblico. In tutte le sale verrà allestito il sistema dei pannelli didattici e nove opere saranno dotate, nel testo, di sistema di lettura tattile a rilievo per non vedenti e ipovedenti. «Un tempo i musei erano frequentati da pochi intenditori e «bastavano etichette essenziali contenenti poche, scarne informazioni: oggi l’ampliamento delle platee ai non specialisti rende necessaria la realizzazione di testi interpretativi, che consentano al visitatore di “decodificare” le opere, il cui significato non è di immediata comprensione… – sottolinea la progettista nella relazione- Per catturare l’attenzione del visitatore occorre tenere presenti la distinguibilità dei supporti, favorita dall’isolamento e da pannelli ed etichette da caratteri grandi; la giusta collocazione lungo il percorso dei pannelli; la presenza di immagini intervallate ai testi, che catturano l’attenzione del visitatore».
(Redazione CA)
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