Cinquant’anni fa la firma del Trattato
di Osimo, il presidente Mattarella:
«Chiuse una pagina dolorosa»

ANNIVERSARIO – Nel giorno della ricorrenza il capo dello Stato ha voluto ricordare che l’accordo definì la tormentata “questione adriatica”, trasformando quell’area «nel giro di pochi anni, in confine più aperto d’Europa e, da luogo di aspra contrapposizione, a luogo di cooperazione, consolidato, in seguito, dalla comune appartenenza con Slovenia e Croazia alla Unione Europea». La città ricorda l’evento con una conferenza della storica Michela Ponzani e una passeggiata con visita a Villa Leopardi Dittajuti dove fu siglato il patto

Sergio Mattarella

«Ricorre il cinquantesimo anniversario del Trattato di Osimo, firmato, sullo slancio dello spirito della Conferenza di Helsinki, per comporre in modo positivo la tormentata “questione adriatica”, la cui mancata soluzione si frapponeva al dispiegamento pieno delle relazioni bilaterali. A esso dobbiamo la definitiva attribuzione, con certezza giuridica, di Trieste alla Repubblica Italiana e la risoluzione delle divergenze relative ai confini, ingrata eredità della guerra fascista che aveva comportato la perdita di territori uniti all’Italia al termine della Prima Guerra Mondiale e con il Trattato di Rapallo del novembre 1920». Sono le parole pronunciate oggi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione dei 50esimo anniversario della firma del Trattato di Osimo.

La storica foto della firma del Trattato di Osimo che avvenne in gran segreto il 10 novembre 1975 nella villa del conte Leopardi Dittajuti (credits Wikipedia)

«La buona volontà delle parti, riflessa nell’accordo, ha consentito di chiudere in quelle aree uno dei passaggi più amari della recente storia italiana, trasformandole, nel giro di pochi anni, da pagina dolorosa a confine il più aperto d’Europa e, da luogo di aspra contrapposizione, a luogo di cooperazione, consolidato, in seguito, dalla comune appartenenza con Slovenia e Croazia alla Unione Europea. – prosegue il capo dello Stato – Il percorso di riconciliazione e ampia collaborazione con quei Paesi costituisce un esempio nella comunità internazionale. La cooperazione transfrontaliera, al pari del riconoscimento del ruolo e della promozione delle rispettive minoranze linguistiche nelle zone di insediamento storico – fondamentale elemento di dialogo e di sviluppo congiunto – ha concorso a bonificare i lacerti di odio giacenti ed è stata capace di contribuire a sanare lacerazioni, a promuovere benessere e stabilità per le rispettive comunità.

Villa Leopardi Dittajiuti di Osimo

«Segno concreto, in questo nostro continente, di affermazione dei principi di libertà, uguaglianza, democrazia e rispetto dello Stato di diritto. – conclude Sergio Mattarella – L’apporto italiano a fare dei Balcani una terra di pace rappresenta un impulso affinché si superino le contrapposizioni e le tensioni tuttora presenti nell’area, facendo prevalere processi di stabilizzazione e prospettiva europea per ciascuno dei partner regionali. L’orizzonte di pace e prosperità sarà rafforzato dal ricongiungimento dei Paesi balcanici, con Italia, Slovenia e Croazia, alla piattaforma di valori dell’Unione Europea».

Michela Glorio

La sindaca di Osimo, Michela Glorio con l’assessore Jacopo Celentano ha voluto ricordare l’evento che si svolse nella Villa Leopardi Dittaiuti, annunciando l’organizzazione di due eventi. Sabato 15 novembre alle ore 18 al teatro La Nuova Fenice è in programma una conferenza con la storica Michela Pozani, saggista e docente di Storia Contemporanea all’Università di Roma3, mentre domenica mattina 16 novembre si svolgerà e con una passeggiata, (è necessaria l’iscrizione sul sito del Comune) nei luoghi storici a partire proprio dalla villa a Monte Santo Pietro.

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