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#Essereilcambiamento
fare arte dopo il Covid-19

JESI - Un progetto nato da un momento di profonda crisi come quella del Covid, dal territorio e per il territorio che ha coinvolto circa 120 ragazzi del liceo artistico Mannucci

I relatori del progetto

 

 

di Talita Frezzi

 

Nato nel clou della pandemia del Covid-19, il progetto “#EssereilCambiamento” vede collaborare il Liceo Artistico Mannucci e la piattaforma ART Community, hub di innovazione culturale con il patrocinio del Comune di Jesi. Il progetto è stato presentato l’altro ieri in una conferenza stampa ospitata nei locali della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. «E’ un progetto di promozione, approfondimento ed espressione artistica che ha coinvolto i due istituti di Jesi e di Fabriano, soprattutto le classi terze, quarte e quinte – spiega il professor Massimo Ippoliti – circa 120 studenti». Il 4 giugno ha avuto luogo la presentazione della prima rappresentazione teatrale interamente realizzata on-line, dal titolo “#Distopia: fare Teatro ai tempi del Covid 19” da parte degli studenti del Liceo Artistico di Fabriano che, sulla pagina di Art Community, hanno raccontato in diretta la loro esperienza e presentato la propria video produzione.

Il 13 giugno sarà la volta del Liceo Artistico Jesino: verranno presentati in video conferenza su Art Community ben quattro video in cui vengono raccolte oltre 150 opere originali prodotte dagli studenti durante il lockdown accompagnate dalle musiche originali del maestro David Uncini e dai testi di Massimo Ippoliti e del pedagogista Antonio Cuccaro.

Il maestro Uncini e Cuccaro

In diretta dalle 21 studenti e insegnanti parleranno del progetto e dell’esperienza vissuta. Oltre a Massimo Ippoliti ci saranno altri docenti del Mannucci: Giuliana Pallotto, Samuele Verdecchia, Roberta Mancarella e Maria Cristina Ponzetti che hanno supervisionato il lavoro degli alunni, il maestro David Uncini compositore, cofounder di Art Community e Antonio Cuccaro, pedagogista, Cofounder di Art Community. «Durante il Covid i negozi erano chiusi pertanto i ragazzi si sono dovuti ingegnare per trovare materiali e colori dal loro quotidiano – spiega ancora Ippoliti – e nel loro arrangiarsi hanno esercitato la loro creatività esprimendo se stessi». «Sono stati realizzati anche tutorial per guidare i ragazzi alla ricerca dei materiali e di cose che avrebbero potuto usare al posto dei colori, pur di comunicare con loro, aiutandoli a esprimersi – racconta la professoressa Giuliana Pallotto – le ragazze hanno frammentato gli ombretti, oppure usato caffè e vino rosso, ho fatto un tutorial dalla mia cucina per insegnare loro a fare la colla di farina. Insomma, siamo un liceo artistico, la creatività è il nostro pane quotidiano. Lo scopo era quello di far buttar fuori loro le paure e le energie negative, lavorando attorno al concetto di contatto: quello che mancava durante il lockdown, il contatto virtuale e il contatto ricercato attraverso l’arte».

Nikita Panfoli

«E’ stato anche un esercizio della presenza – spiega Cuccaro – ogni opera è stata una brevissima testimonianza, ma anche un esercizio della presenza dei ragazzi e degli insegnanti verso una famiglia che proprio all’inizio della pandemia ha vissuto una tragedia enorme: la perdita di un figlio. L’intero progetto è stato infatti dedicato a Nikita Panfoli, studente del liceo artistico di Jesi, tragicamente ed improvvisamente venuto a mancare il 6 marzo, durante il periodo dell’emergenza Covid». «I ragazzi non hanno avuto modo di salutarlo, di elaborare il lutto e metabolizzarlo – aggiunge David Uncini – questo progetto vuol essere il nostro esercizio di presenza e il nostro abbraccio simbolico ai genitori di Nikita. Io stesso ho composto un brano per i ragazzi che in questo periodo mi hanno fatto sapere di sentirsi meno soli grazie al progetto. Fare arte, fare musica, è una pratica che ti salva la vita. La musica mi ha dato uno scopo nella vita, questo abbiamo voluto trasmettere ai ragazzi che attraversando più linguaggi artistici collegati tra loro, hanno potuto parlare di bellezza».

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