Violenza di genere, femminicidi
in calo ma più accessi nei Cav

DONNE - Nella maggior parte dei casi l’aggressore è un uomo tra i 30 ed i 50 anni legato alla vittima da una relazione familiare o personale e le molestie continuano ad essere consumate soprattutto dentro le mura domestiche

(archivio)

Diminuiscono i femminicidi, 2 nel 2024 rispetto ai 4 del 2023, ma aumentano gli accessi ai Centri antiviolenza nella Marche, 841 nel 2024, +12,4% rispetto all’anno precedente. Nella fascia di età 16-29 anni, in 12 mesi il dato dell’utenza dei Cav è salito dal 13,1% al 16,5% mentre per lo più le marchigiane che dichiarano di aver subito violenza hanno un’età compresa tra i 30 ed i 59. Molestie che continuano ad essere perpetrate soprattutto dentro le mura domestiche. Con la pubblicazione dell’ultimo Rapporto sulla violenza di genere nelle Marche 2024 purtroppo si ufficializza che questo tipo di violenza è una grave emergenza sociale anche per i nostri territori, come gia indicato chiaramente dal Ministero degli Interni e dall’Istat.

Eliana Flamini

Un nuovo quadro che evidenzia da un lato l’efficacia delle azioni intraprese fino ad ora per rendere le vittime coscienti e più predisposte alla denuncia, «dall’altro l’efficacia di avere i Centri Antiviolenza operativi sul territorio, come per Osimo, dal momento che le vittime si rivolgono alle sedi presenti nelle loro provincie. Grazie all’ottimo lavoro delle Reti antiviolenza territoriali e dei centri antiviolenza. Le vittime sono donne perlopiù mature, tra i 18 e 46 anni, italiane, istruite, non in difficoltà economica o situazioni di particolare disagio sociale, e sono coniugate o comunque legate sentimentalmente al maltrattate. – evidenzia Eliana Flamini, capogruppo consiliare del Pd Osimo – Il rapporto evidenzia chiaramente che il maltrattate è, nella maggior parte dei casi, un soggetto legato alla vittima da una relazione familiare o personale e che è quasi sempre ( oltre il 90% dei casi) un uomo tra i 30 ed i 50 anni, che vuole gestire la vittima attuando azioni violente come atti persecutori o violenze fisiche. L’altro gravissimo punto rilevato è che oltre il 70% delle vittime decedute aveva denunciato, quindi ora le vittime riescono a denunciare, ma le istituzioni non riescono a proteggerle Molto c’è ancora da fare per destrutturare gli stereotipi di genere e concretizzare il cambiamento culturale necessario. Fondamentali continuano ad essere gli interventi sulle scuole, sulla formazione all’effettiva, al rispetto, all’autonomia ed al consenso. Ma non solo le scuole, tutta la società ha bisogno di cultura di genere, di cultura del rispetto e tutto questo va organizzato, finanziato e soprattutto mai improvvisato» osserva ancora Flamini.

Secondo la capogruppo del Pd Osimo, «la politica non può voltarsi dall’altra parte, ridurre i finanziamenti per le azioni necessarie, togliere interventi sull’istruzione scolastica all’effettiva ed alla parità di genere, non supportare l’applicazione delle leggi esistenti o togliere strumenti già implementati e che hanno dimostrato efficacia. Da parte mia ci sarà sempre tutto il supporto possibile a qualsiasi azione intrapresa per affrontare questa emergenza, come fatto finora, ad esempio con il supporto all’allora creazione della Rete territoriale e l’apertura del Centro Antiviolenza ad Osimo ed a tutte le iniziative sempre intraprese a riguardo».

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