L’assemblea dei soci di Conerobus si riunirà a fine mese e potrebbe affrontare la questione della ricapitalizzazione chiesta del CdA dell’azienda che gestisce il Tpl ad Ancona e provincia, in sofferenza di bilancio. Un dettaglio rilanciato questa mattina durante il dibattito consiliare, grazie a una interrogazione presentata dal consigliere Carlo Maria Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi) sulle conseguenze della recente pronuncia della Corte dei Conti relativa al controllo pubblico della società partecipata dal comune di Ancona.
Il consigliere d’opposizione ha ricordato che i magistrati contabili hanno stabilito che Conerobus rientra pienamente tra le società a controllo pubblico e quindi è soggetta alla disciplina del Testo Unico sulle società partecipate. In quest’ottica Pesaresi ha chiesto chiarimenti. «Questo determina una serie di conseguenze non banali sia sulla governance sia su alcuni strumenti – ha sottolineato – Quindi chiedo di conoscere queste conseguenze. In particolar modo che cosa succederà agli organi di amministrazione, che cosa succederà se ci sono motivi e cause di ineleggebilità e di incompatibilità. Per quanto riguarda anche gli organi di controllo della società della società, che cosa accade in caso di un eventuale procedura di ricapitalizzazione dell’azienda che sembra essere richiesta dall’attuale consiglio di amministrazione, così come apparso da notizie di stampa? Qual è l’orientamento dell’amministrazione comunale, considerato che il Comune di Ancona è il socio più importante di Conerobus?»
Il vicesindaco Giovanni Zinni, chiamato a rispondere, ha richiamato il quadro normativo di riferimento per l’intera vicenda premettendo di poter dare «risposte e che ovviamente devono tener conto anche un po’ di quelli che saranno gli eventi perché ci sarà un’assemblea dei soci e credo che quello sia un momento di importante confronto fra il CdA e l’azienda e il Comune. Quindi le dirò quello che al momento le posso dire». Ha proseguito spiegando che secondo il decreto legislativo 175/2016, le società a controllo pubblico dovrebbero avere un amministratore unico, «salvo la possibilità per l’assemblea di motivare sulla base di specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa. L’esigenza di un organo amministrativo collegiale composto da 3 o 5 membri con delibera da trasmettere alla Corte dei Conti. Quindi – ha chiarito – il punto di partenza è questo e su questo bisogna fare una riflessione che verrà sicuramente manifestata all’assemblea dei soci prossima o in quella immediatamente successiva». Ha poi sottolineato l’obbligo di rispettare i limiti ai compensi fissati sulla base dei costi del 2013 e la necessità di garantire la parità di genere negli organi di controllo.
Entrando nel merito del tema ricapitalizzazione, Zinni ha spiegato che «gli enti pubblici devono mantenere almeno il 60% del capitale e che l’amministrazione comunale non ha pregiudiziali, «purché l’operazione sia coerente con un percorso di risanamento» e con piani industriali credibili. «Mi sento di dire che la strada intrapresa è una strada in salita, lo sappiamo tutti» ha evidenziato. Quindi sarà necessario dimostrare virtuosità gestionale e contenimento dei costi per giustificare eventuali interventi. Zinni ha poi aggiunto che è necessario un approccio realistico. «Bisogna che tutti si assumono delle responsabilità, che tutti lavorano affinché non solo si stia nel perimetro della legge, ma si dia un senso diverso a ciò che si riconosce all’azienda. I ristori Covid, da un punto di vista del contenuto e sono stati dati con approssimazione» ha ricordato. Oltretutto questi i contributi straordinari non sono più disponibili ed eventuali sostegni economici futuri dovranno essere vincolati alla dimostrazione di efficienza dei costi e a una progettualità concreta. «Bisogna dirlo con forza, non bisogna prendere in giro gli autisti, gli utenti e i cittadini» ha rimarcato il vicesindaco sottolineando nel suo intervento anche il ruolo della Regione nel riconoscere squilibri contrattuali.
Si è dichiarato insoddisfatto della risposta però il consigliere Pesaresi, ritenendola evasiva «rispetto alle domande puntuali che avevo posto». Il consigliere ha criticato il fatto che l’assessore abbia riproposto «argomentazioni generiche già più volte espresse, senza entrare nel merito delle eventuali incompatibilità degli organi societari. Non vorrei sbagliarmi ma un eventuale piano di risanamento dovrà essere approvato dall’Autorità di controllo del trasporto e dovrà essere inviato alla Corte dei Conti. Soprattutto il dato politico più rilevante, assessore, è che lei continua a dirci che dovremo ragionare. Io credo che un po’ di rispetto per quest’aula sia necessario. A dieci giorni dall’assemblea, il socio più importante della società interrogato sul punto non sappia dirci qual è la sua idea in termini di amministratore unico». Pesaresi ha lamentato inoltre la mancanza di una posizione chiara dell’amministrazione comunale anche sulla composizione del CdA e sulla ricapitalizzazione. Ricordo che nonostante le criticità, «la governance dell’azienda non è stata sostanzialmente modificata rispetto al passato» ha concluso.
(Redazione CA)
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