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Prima donna poliziotto,
spegne 90 candeline

ANCONA - Maria Caterina Matera è stata la prima ad indossare la divisa nella questura dorica. Oggi è il suo compleanno. Tanti i casi di cui si è occupata. "Ho dato e ricevuto molto". La sua vita è diventata un libro

Maria Caterina Matera

 

di Agnese Carnevali

È stata tra le prime poliziotte ad arrivare in questura di Ancona. La prima a scegliere la strada dell’ingresso nella polizia di Stato dopo la riforma del 1981 che ha visto l’abolizione della polizia femminile e la costituzione di un unico corpo militare. Pugliese di nascita, anconetana di adozione, Maria Caterina Matera, pilastro delle forze dell’ordine della città, dove ha lasciato un segno indelebile, compie oggi 90 anni e tutta la questura si prepara a festeggiarla domani (3 marzo). Una donna che grazie al suo lavoro ed alla sua carriera è stata testimone dei tempi e dei grandi cambiamenti che hanno attraversato la polizia e la società. La sua storia è stata racchiusa anche in un libro, “Ricordi”.

Maria Caterina nasce a Gravina il 2 marzo del 1927. Il papà la immagina maestra nel piccolo paese pugliese, ma è egli stesso a mostrarle nel 1960 un bando di concorso per entrare nel corpo della polizia femminile, forse comprendendo quanto la vita cittadina cominciasse a starle stretta. Pochi mesi dopo Maria Caterina era all’Eur di Roma per iniziare il corso di formazione. Erano anni in cui ancora le donne in polizia non erano equiparate nelle mansioni e nei servizi ai loro colleghi uomini. Negli anni di addestramento non sono mancati i momenti di sconforto e scoraggiamento, ma, come Maria Caterina scrive nel suo libro “Ricordi” «il suo carattere forte ed ostinato, l’ha portata a conseguire, rompendo qualsiasi tradizione, ad entrare nella polizia di Stato e compiervi una brillante carriera lavorativa».

A gennaio del ’62 arriva ad Ancona. Una città con la quale nasce subito un profondo legame, grazie anche ad un’intesa perfetta con le colleghe. Supera ben presto anche diffidenza da parte dei poliziotti, in quegli anni, infatti, le poliziotte erano delle impiegate civili con la qualifica di ufficiali della polizia giudiziaria. Non erano armate e a loro venivano affidati solo i casi relativi a donne e minori. Come quello di Giuliana Cancellotti, che Maria Caterina ricorda con nitidezza nonostante fosse tra le prime vicende della quali si è occupata. Ventanni, incinta Giuliana si era rivolta alla questura per denunciare il fidanzato che non voleva né sposarla né riconoscere il bambino. «Ci occupammo di lei, partorì un bel maschietto a Forlì – racconta Maria Caterina nel suo libro -. Successivamente ci siamo interessate per trovarle un posto sicuro alla Standa di Ancona. Nel 2005 il figlio, Giorgio, ha espresso il desiderio di venirmi a ringraziare per tutto quello che avevo fatto per la mamma».

Nel 1981, l’agognata riforma della polizia che equiparò poliziotte e poliziotti. Anche se non mancarono ancora delle «discriminazioni – sottolinea Maria Caterina -. Era una questione di dettagli che facevano la differenza, come quella di essere chiamate “ispettore capo” anziché “assistente capo”, ma posso ritenermi soddisfatta del mio lavoro». Nell’87 arriva la pensione. In una grande festa, i colleghi salutano “la decana della questura e della polizia di Ancona”. Ma è da subito chiaro che Maria Caterina non verrà dimenticata dagli uffici di via Gervasoni e dall’intero corpo di polizia, per lei, «single per deliberata scelta» una vera famiglia. Così è stato. Nessuno ha dimenticato Maria Caterina né quanti hanno lavorato con lei né quanti hanno incrociato le proprie esistenze alla sua. La questura ora l’aspetta, venerdì 3 marzo, per spegnere le 90 candeline nella festa organizzata in suo onore. «Ho dato tanto – si legge a conclusione del suo libro -, ma penso di aver ricevuto molto in cambio».

“Ricordi”, il libro scritto da Maria caterina Matera che racchiude la sua vita

 

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