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La Regione non si arrende al Tar:
chiesta la sospensiva
per salvare i dirigenti

REGIONE - Lo stop della magistratura alle nomine dei vertici non ferma la giunta Ceriscioli. Cesetti: "Stiamo lavorando anche ad un piano b, con senso di responsabilità"

Foto d’archivio

 

di Agnese Carnevali

Sarà chiesta la sospensiva, in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, per la sentenza del Tar che ha fatto saltare le 12 posizioni di massimo vertice di Palazzo Raffaello (leggi l’articolo), oltre al posto del segretario di giunta, anche lui sub judice. La prossima settimana è atteso il verdetto, è questa l’uscita di emergenza in cui spera la giunta per tirarsi fuori dal pasticcio delle nomine dei dirigenti. Altrimenti la Regione rischia la paralisi: i dirigenti non hanno facenti funzioni che li possano sostituire, in mancanza anche di un segretario generale. «Sto già ragionando ad una soluzione alternativa. Il senso di responsabilità ci impone di vagliare altre strade per garantire la piena operatività della macchina amministrativa». Queste le parole dell’assessore al Personale, Fabrizio Cesetti, senza voler entrare nel dettaglio del “piano b” a cui sta lavorando. Per il momento, la Regione spera nella sospensiva che consentirebbe ai 13 dirigenti apicali di rimanere al loro posto, quello assunto il 1° luglio scorso, a conclusione della procedura concorsuale, continuando il loro lavoro, fino al pronunciamento del Consiglio di Stato di fronte al quale la Regione Marche ha impugnato la sentenza del giudice amministrativo di primo grado, che ha annullato la nomina di 12 dei 13 dirigenti risultati vincitori dal bando. Dei 13 incarichi, solo una è certa: quella del segretario della giunta regionale. In questo caso il contenzioso aperto è infatti per il primo posto in graduatoria. Il secondo classificato, un funzionario di un Comune del Maceratese, ha ricorso contro il conteggio del punteggio dei titoli, rivendicando la prima posizione, conquistata da Federica Conti, già in organico regionale. Comunque vada a finire sarà dunque coperto da uno dei due contendenti. E per le altre 12 posizioni? La sospensiva, se concessa, potrebbe far guadagnare un po’ di tempo all’ente regionale. Mesi, forse anni, prima della sentenza definita che, se dovesse però essere avversa alla Regione, rigetterebbe nel caos la macchina amministrativa. E se la sospensiva non venisse concessa? Il verdetto del Tar dovrà essere immediatamente applicato. Che succederebbe dunque? I 12 dirigenti verrebbero retrocessi alla qualifica di funzionari, che se per i singoli significa un passo indietro di carriera, per la struttura significherebbe il completo blocco di molti dei servizi di vertice, tra i quali quello del Bilancio, dell’Agricoltura, della Protezione civile (nel momento dell’emergeza terremoto, la più grave da cinquantanni). I funzionari non hanno infatti diritto di firma sugli atti amministrativi. Dunque, come se ne esce? Cesetti assicura: «Stiamo lavorando al piano B nel caso la sospensiva non arrivasse». Quale? L’assessore al personale non si sbottana. Una delle strade possibili, a rigor di logica, potrebbe essere quella di assegnare agli altri dirigenti di ruolo delle posizioni non apicali anche i servizi di vertice rimasti scoperti. Già perché in questo scenario, a complicare il quadro è l’assenza di un segretario generale che avrebbe potuto assumersi le responsabilità nei casi di vacatio dirigenziale. Ma anche questa è una casella che resta ancora vuota dopo l’addio a meno di un anno dalla sua nomina, di Fabrizio Costa, ora in missione in Cina per conto del ministero del Tesoro. In questo caso, è sempre più pallida, ormai, l’ipotesi Paola Bichisecchi, attuale direttore di Confindustria Marche, data finora in pole per il ruolo. Intanto Cgil, Cisl e Uil unitariamente ribadiscono la necessità di un incontro con la Regione, come richiesto anche prima della sentenza del Tar, che ora rischia di far saltare tutta l’impalcatura della riorganizzazione degli uffici e del personale regionale, fra l’altro non ancora completato.

 

 

 

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