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Baldini: via gli striscioni
di protesta
dalla Festa del 2 giugno

ANCONA - Non c'è stata la comunicazione alle forze dell'ordine, la manifestazione dei lavoratori, contro la chiusura ai mezzi pesanti dell'unico ponte che conduce all'azienda, allontanata dalla cerimonia per i 71 anni della Repubblica. Paoletti: "Le istituzioni invece di aiutarci ci mandano la polizia"

I lavoratori della Baldini in protesta, fermati al viale della Vittoria, lontani dalle Festa del 2 giungo

 

di Agnese Carnevali

Striscioni di protesta tenuti a distanza dalle celebrazioni del due giugno, Festa della Repubblica italiana, “fondata sul lavoro”. Quello di cui si sentono scippati i dipendenti della ditta Baldini di Camerano, costretta allo stop produttivo (o quasi) dopo la decisione di Autostrade di dichiarare inagibile a mezzi superiori alle 12 tonnellate, l’unico ponte di accesso all’azienda (leggi l’articolo). Dopo il presidio al Passetto durante le celebrazioni per il 25 aprile, oggi (2 giugno) gli operai della Baldini sono tornati a manifestare in occasione del picchetto d’onore per la Festa della Repubblica, sempre al monumento ai Caduti. O meglio, ci hanno provato. I lavoratori non sono stati fatti avvicinare al luogo delle celebrazioni, bloccati dalla polizia all’altezza della farmacia del Viale. I manifestanti non hanno dato comunicazione alle forze dell’ordine della manifestazione, dunque, vietato passare.

L’attività della ditta, dove sono impiegate 15 persone, è ridotta al minimo. Sul ponte “incriminato” possono passare solo camioncini leggeri, ma l’azienda per lavorare a pieno ritmo ha bisogno di far passare i suoi mezzi pesanti, che restano bloccati nello stabilimento. Il 31 maggio era attesta l’udienza che vede contrapposta la Baldini ad Autostrade per l’Italia. I vertici della società per azioni che gestisce la rete viaria chiamati in giudizio non si sono presentati in Tribunale. Tutto rinviato dunque all’8 giugno, mentre aumenta la rabbia dei lavoratori.

«Ora non ci fanno nemmeno muovere di qua. Le istituzioni che dovrebbero aiutarci ci mandano la polizia – le parole di Simone Paoletti, volto della protesta -. Dal 25 aprile non è cambiato nulla. Non ci resta che sperare nella giustizia, dato che le istituzioni e la politica non stanno facendo nulla. Il 31 maggio era prevista un’udienza molto importante, alla quale Autostrade non si è presentata, allungando ancora i tempi di una possibile soluzione della vicenda. Intanto lavoriamo in condizioni pessime, mentre crescono la rabbia ed il nervosismo».

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