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Caramia: “Casi di morbillo
colpa del calo delle vaccinazioni”

ANCONA - L'infettivologo, primario emerito del Salesi, non ha dubbi sul collegamento diretto tra l'esplodere dei focolai della malattia e la cultura antivaccinista, che rischia di far insorgere di nuovo patologie gravi, in casi estremi mortali, che si pensavano sconfitte

Il professore Giuseppe Caramia

 

di Agnese Carnevali

«Il calo dei vaccini la causa dell’insorgere dei focolai di morbillo». Non ha dubbi Giuseppe Caramia, primario emerito dell’ospedale materno-infantile Salesi di Ancona, che ha guidato dal 1979 al 2000, specialista in Infettivologia, oltre che in Pediatria e Neuropsichiatria infantile. I casi accertati in corso della malattia esantematica in città sono cinque, tra cui quello di un bambino di 6 mesi ricoverato al Salesi (leggi l’articolo). Il ministero della salute parla di un aumento della malattia: dall’inizio dell’anno +700 casi a fonte degli 884 segnalati in tutto lo scorso anno. Non utilizza giri di parole il luminare della medicina: «È una follia non vaccinare i bambini – afferma Caramia – perché rischiano di diffondersi di nuovo malattie pericolose, quando non mortali, che si era riusciti a debellare».

Prematuro ed esagerato parlare di epidemia di morbillo in città, ma certo, sottolinea il professore, «la cultura antivaccinista che sta prendendo piede nella società, basata su informazioni sbagliate o del tutto false, favorisce il propagarsi di malattie che pensavamo ormai sconfitte. «Ero ancora studente – racconta il primario emerito – da poco entrato in clinica pediatrica a Padova dove studiavo, quando ho visto i bambini morire come mosche per malattie per le quali oggi esiste il vaccino e per le quali, proprio grazie al vaccino nessuno muore più. Era il 1 aprile del 1956, lo ricordo come fosse ora, quando scoppiò un’epidemia di difterite. Non c’erano molte università di Medicina al tempo e le famiglie giungevano da ogni parte d’Italia, spesso con grandi sacrifici, per curare i propri figli, ma spesso arrivavano quando era troppo tardi per fare qualcosa. A metà maggio – prosegue – fu la volta del tetano. Quanti denti saltati per far sì che non si mangiassero la lingua. Per non parlare della poliomielite con le sue conseguenze permanenti agli arti. È stato – prosegue – anche perché ho assistito a questi eventi che ho deciso la specializzazione anche in infettivologia e malattie infettive tropicali, per combatterle e per non vedere più bambini morire. Ecco perché dico che è una follia che oggi si stia facendo strada la cultura del rifiuto al vaccino».

Le cause della recrudescenza del morbillo di queste settimane – con i 5 casi accertati in città, ed il focolaio a Pescara che conta 25 contagi – per il medico e studioso è da ricercare proprio nel calo dei vaccini. Le conseguenze di questa malattia infettiva possono essere molto gravi, in particolare encefaliti che possono portare al coma, e nei casi casi estremi anche alla morte. «L’ultimo caso che ho seguito, un bambino di Urbino. Rimase in stato comatoso per 20 giorni», ricorda il professore.

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