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Della chiesa perduta di San Giorgio,
riaffiora il Cristo del ‘300

ANCONA – L’archivio della Soprintendenza conferma che il prezioso frammento scultoreo è abbandonato nei magazzini del museo archeologico

Il frammento custodito dal museo archeologico

di Giampaolo Milzi

Un povero Cristo dimenticato in un mega-magazzino. Un povero Cristo, è proprio il caso di usarla questa espressione, perché se n’era persa notizia perfino dell’esistenza. In realtà affatto povero, ma prezioso, perché si tratta di un bellissimo volto di Gesù scolpito in pietra del Conero risalente al XIV secolo. Tanto più prezioso perché rappresenta l’unica testimonianza certa e residua dell’antica chiesa di San Giorgio, uno dei tantissimi edificio di culto cristiano scomparsi ad Ancona nei secoli. Ebbene, questa opera d’arte medievale si trova abbandonata a se stessa nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, proprio ad Ancona. La scoperta si deve all’ultima “missione” di successo dell’Urlo Indiana Jones Team, costola del noto mensile free press cittadino. La conferma ufficiale della sua localizzazione arriva da chi ha la competenza per fornirla, la dott.ssa Annamaria Cagnoni, addetta alla Biblioteca di una delle due sedi della Soprintendenza unica delle Marche, quella a Palazzo del Senato. Dove sono conservato l’inventario dei beni custoditi negli ambienti sottoscala del Museo Archeologico di Palazzo Ferretti. Precisa e suggestiva la descrizione dell’importante reperto che si legge nella scheda: si tratta della “testa di un Cristo barbuto con capelli divisi in due bande sulla fronte, ricadenti fino alle spalle; sullo sfondo l’aureola”. La testa “è scolpita in altorilievo in un incavo (nicchia, ndr.) al centro di una lastra architettonica timpanata”.
A segnare la tappa iniziale della ricerca, Massimo Di Matteo, architetto anconetano esperto della storia del capoluogo regionale. Di Matteo è venuto a sapere che l’importante frammento scultoreo fu ritrovato assieme ad altri reperti, dai funzionari della Soprintendenza Regionale delle Marche. Di quella ed altre scoperte, frutto di sopralluoghi effettuati 15 anni fa, si parla nel “Resoconto delle attività coordinate (della citata Soprintendenza regionale, ndr.) marzo 2002-marzo 2003”. Di Matteo e quindi l’Urlo Indiana Team è in possesso di quell’opuscolo-resoconto, pubblicato dal Segretariato regionale Marche dei Beni culturali, nella cui parte introduttiva viene proprio citato “il ritrovamento di una scultura trecentesca (…) raffigurante la testa di Cristo, nella Chiesa di San Giorgio in Ancona, verificatosi insieme ad altre scoperte, tra le quali quelle di una fonte battesimale)”. La riconducibilità dell’opuscolo-resoconto al Segretariato regionale, è attestata dall’architetto Francesco Scoppola. Fu lui infatti, quando nel 2003 ricopriva la carica di Soprintendente regionale delle Marche, a redigerlo. “Ricordo bene tutto il fascino che sprigionava quel volto e ricordo alcuni resti della Chiesa di San Giorgio. La scultura di Cristo fu spostata e messa in sicurezza”, ci ha riferito, ipotizzando con fermezza che non poteva essere sparita nel nulla, ma – come appunto abbiamo verificato – che molto probabilmente fosse stata messa in sicurezza dalla Soprintendenza, per conto del Ministero, una volta fotografata e catalogata.
Già, ma dov’era la Chiesa di San Giorgio, e dove rimangono probabilmente ancora quelle sue tracce menzionate nel 2003 nel resoconto della Soprintendenza regionale? Dell’edificio parla, dopo aver consultato antichi documenti, l’architetto Vincenzo Pirani, (Ancona, 1920 – 1994), tra i più autorevoli studiosi della storia locale. Nel suo saggio “Le chiese di Ancona” (edito da Arcidiocesi Ancona-Osimo, 1998), Pirani suppone che quella di San Giorgio risalga più o meno all’anno 1000. “Parte delle sue strutture sono oggi incorporate nel fabbricato adiacente la chiesa del Gesù, già Collegio dei Gesuiti”, scrive Pirani. Cioé Il fabbricato che si affaccia sulla destra del tratto di via Pizzeccolli che pochi metri dopo sbuca in piazza Stracca. Sempre Pirani, in un altro suo saggio, “Ancona dentro le mura” (Gilberto Bagaloni editore, 1979) ribadisce che la chiesa di San Giorgio “fu soppressa nel 1621 (proprio, ndr.) per essere incorporata nel nuovo collegio dei Gesuiti”. E precisa che “la demolizione ne risparmiò l’abside ed il perimetrale di destra, ancora intuibili, e forse quello di sinistra, almeno per un tratto”. Tali parti, aggiunge sono poi “state malamente trattate nel corso dei restauri dopo i danni bellici del 1943-1944” e durante i lavori eseguiti per ridare funzionalità al complesso (dei Gesuiti,ndr.). Inoltre, “fino al 1950, erano comodamente visibili le due monofore (strette finestre,ndr.) di un perimetrale”.
Il fabbricato in questione, che attualmente si estende lungo via Pizzecolli e sul fianco destro di piazza Stracca fino a congiungersi con la Chiesa del Gesù, ha insomma subito varie modifiche strutturali. Fino a parecchi anni fa era ancora tutto di proprietà dell’Arcidiocesi Ancona – Osimo. Poi gran parte di esso è stato venduto a società private, le stesse che hanno acquisito il retrostante e confinante Palazzo Acciaiuoli (già sede dell’Istituto Fermi) per avviare operazioni di ristrutturazione immobiliare mai andate in porto, col risultato che entrambi gli edifici connessi sono chiusi e inutilizzati.
Della ri-scoperta del volto in pietra di Cristo risalente al ‘300 e pertinente alla Chiesa di San Giorgio è stato informato un paio si settimane fa don Luca Bottegoni, direttore dell’Ufficio dei beni culturali dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo e del Museo Diocesano di Ancona. Il quale, entusiasta della notizia, ha promesso di contattare la dirigenza del Museo Archeologico per chiedere la possibilità di collocare proprio al Museo Diocesano, rendendolo visibile al pubblico, il rilevante esemplare della memoria storica cittadina. Del resto, al Diocesano, è conservato ed esposto ciò che resta di alcune delle tante altre chiese di Ancona cancellate da guerre, calamità naturali e poco assennate demolizioni (soprattutto negli anni successivi alla seconda guerra mondiale) come quelle di San Pietro, Sant’Anna de’ Greci e San Primiano. Il fatto che nel 2003 si decise di conservare il volto di Cristo della Chiesa di San Giorgio nei depositi di Palazzo Ferretti – in attesa di ulteriori accertamenti sulla proprietà attuale dell’opera – fa presumere che quel volto appartenga allo Stato. Sul caso potrebbero compiere accertamenti anche i carabinieri del nucleo tutela e protezione beni culturali (Ntpc sezione Ancona). Auspicabile che la Soprintendenza verifichi la possibilità di effettuare un nuovo sopralluogo nel fabbricato ex seminario dove potrebbero ancora riemergere alla luce le mura perimetrali, la fonte battesimale e l’abside, descritta “ampia e semicircolare” dal Pirani, dell’antica Chiesa di San Giorgio.

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