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Doppio lavoro e in nero:
infermiere dell’Inrca condannato
a pagare 70 mila euro

ANCONA – L’uomo, un 40enne siciliano dipendente dell’ospedale anconetano, per 7 anni avrebbe lavorato in una casa di riposo di Loreto per conto di una società senza nessuna autorizzazione da parte dell’Inrca. In più avrebbe percepito i compensi in nero, beffando le casse dell'Amministrazione di appartenenza

La Corte dei Conti

Per quasi 7 anni avrebbe svolto la professione di infermiere in una casa di riposo di Loreto senza l’autorizzazione dell’Inrca, ospedale con cui aveva stretto un contratto a tempo indeterminato: 40enne siciliano condannato dalla Corte dei Conti a versare nelle casse dell’ospedale 70mila euro. È questa la somma che l’uomo avrebbe percepito in nero tra il dicembre 2005 e il gennaio 2012 per aver “reso abitualmente e in maniera continuativa prestazioni infermieristiche” ai pazienti della casa di riposo per conto di una società con sede ad Ancona. Inizialmente, la procura contabile aveva contestato un danno di 108 mila euro rilevato dopo una serie di indagini svolte dalla Guardia di Finanza. I giudici hanno ritenuto il conto approssimativo, perché non ci sarebbe un calcolo preciso delle ore lavorate dall’infermiere all’interno della struttura per anziani. Questo anche perché il 40enne era stato dotato di un badge solamente nel 2010, quindi 5 anni dopo aver iniziato l’avventura del doppio lavoro senza – dice la procura – aver ricevuto alcuna autorizzazione preventiva dall’Inrca. In estate, un procedimento identico a quello subito dal siciliano era toccato a due sue colleghe. Anche loro avrebbero lavorato contemporaneamente per l’Inrca e per la casa di riposo (estranea ai fatti) tramite la ditta anconetana con cui avevano preso accordi e che avrebbe svolto il ruolo di intermediaria. Una era stata condannata a pagare  6 mila euro. L’altra ben 100 mila.

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