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Addio al re della Fisarmonica,
Peppino Principe voleva donare
i suoi strumenti anche a Castelfidardo

FERMO - Il maestro fermano, insignito della cittadinanza onoraria, è morto stanotte all'ospedale dove era stato ricoverato nella giornata di ieri

 

 

E’ morto stanotte all’ospedale di Fermo all’età di 91 anni il maestro della fisarmonica Peppino Principe. Da diversi anni risiedeva a Porto San Giorgio ed era cittadino onorario di Castelfidardo, la patria della fisarmonica.  Un legame particolare quello con il territorio Fermano di cui Principe si era innamorato. Nel suo cuore c’era anche il Comune di Moresco dove era stato, per 12 anni, il direttore artistico della manifestazione canora per bambini il Merlo di Moresco dal 1963 al 1975.  Negli ultimi tempi il Maestro Principe, stava progettando di donare tre delle sue fisarmoniche rispettivamente ai comuni di Castelfidardo, Fermo e Moresco. Un regalo quanto mai prezioso per il territorio diventato la sua terza casa dopo la Puglia e Milano.  E proprio con il sindaco di Moresco, Massimiliano Splendiani, che oggi esprime cordoglio per la sua scomparsa, aveva programmato una serie di incontri.

Nato in Puglia, a Monte Sant’Angelo, era considerato tra i migliori fisarmonicisti al mondo. Tantissimi i messaggi di cordoglio dalle sue Marche, che aveva scelto come seconda casa. Tra questi quello dell’assessore alla cultura del comune di Castelfidardo Ruben Cittadini: ” Buon Viaggio Peppino è stato un onore conoscerti. RIP, rimarrai sempre nei miei ricordi”.

La sua fisarmonica, la Puglia, i 40 anni vissuti a Milano, i circa 20 anni in Rai, le tourneé in tutto il mondo e i 20 milioni di dischi venduti fanno del Maestro un indiscusso “Principe” della fisarmonica.

Peppino Principe, nato a Monte Sant’Angelo (Foggia) nel 1927, ma milanese  e marchigiano di adozione, ha studiato musica e fisarmonica con il padre, Michele, insegnante molto apprezzato nella zona del Gargano. Nel 1940 si trasferì al Nord con il fratello Leonardo, noto clarinettista jazz, e debuttò a soli 13 anni, nell’estate del primo anno di guerra, come solista di fisarmonica classica nel celebre Caffè Pedrocchi di Padova.

Dal 1943 al 1946 collaborò con i comandi alleati per spettacoli musicali dedicati alle truppe, inizialmente a Bari e successivamente a Milano, sempre insieme al fratello Leonardo. Nel 1946 ha realizzato la prima serie di registrazioni di musica jazz con la casa Discografica “Parlophon Odeon“. Storiche sono le esibizioni del maestro presso i locali jazz di Milano, tra cui il Capolinea. Sempre nel 1946, a Milano, è stato vincitore del Referendum Jazz come “Miglior Fisarmonicista Jazz“.
Nel 1959, assieme a Cino Tortorella, è il fondatore della storica trasmissione della “Tv dei ragazzi” della Rai, “Lo Zecchino d’Oro“. Alle prime due edizioni di Milano ha collaborato come direttore, arrangiatore e fisarmonicista, nonchè autore della sigla-marcetta su testo di M. Panzieri.

A Pavia nel 1961 ha ricevuto l’ “Oscar Mondiale della Fisarmonica”, massimo riconoscimento internazionale. Nel 1964, a Milano, riceve per mano del presentatore Tony Martucci, l’ambitissimo premio “Ambrogino d’Oro“. Sempre nel 1964, è al “Teatro Ariston” di Sanremo, come direttore e fisarmonicista con Mike Bongiorno e Domenico Modugno, vincitore con “Dio come ti amo”.

Nal 1972 è stato protagonista, prima alla radio e poi alla televisione, degli spettacoli musicali “La Fisarmonica”, diretti da Gorni Kramer. E’ noto in tutto il mondo anche come autore di musiche originali per fisarmonica: famose sono “El Bandito“, “Concerto n° 1 in La“, le trascrizioni del “Carnevale di Venezia“, il “Volo del Calabrone” ed altri notissimi brani con i quali ha venduto 20 milioni di dischi in tutto il mondo. Con la sua fisarmonica “Excelsior” si è esibito nei più grandi teatri del mondo: Conservatorio di Mosca, “Carnegie Hall” di New York, “Festival Hall” di Londra, “Sala Lisinsky” di Zagabria, “Gass Hall” di Tokio, “Colon” di Buenos Aires, “Teatro dell’Opera” del Cairo, “Sala Playe” di Parigi, nonchè nei più importanti teatri italiani, tra cui il “Teatro alla Scala” di Milano, e moltissimi altri.

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