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L’ulivo di nonna Iride batte il record
E’ il più grande delle Marche

FOLIGNANO - L'albero monumentale si trova nella proprietà della signora Marinelli, 87 anni: «Già il papà di mio suocero lo descriveva di queste dimensioni. Anche io da piccola lo ricordo così». Lo studioso Capodarca conferma: «E' il monocormico marchigiano a fusto compatto dalle misure maggiori». Poco distante c'è un altro fusto imponente, un pero di oltre 2 metri di circonferenza

Iride Marinelli davanti all’ulivo più grande delle Marche

di Luca Capponi

(foto di Andrea Vagnoni)

«Mio suocero oggi avrebbe 135 anni. Ebbene, lui mi raccontava che suo padre, all’epoca, già ricordava l’ulivo come lo vediamo noi oggi». Iride Marinelli, 87 anni benissimo portati, prova a spiegarsi così quando le si chiede di ipotizzare l’età del grande ulivo che si trova nella sua proprietà di Folignano. Poi però aggiunge decisa: «Secondo me avrà 400 o 500 anni…». E un po’ di orgoglio, più che giustificato, si percepisce. Ovvio, perché l’albero in questione può ben essere considerato il più grande ulivo monocormico delle Marche. A confermarlo è Valido Capodarca, grande studioso del settore, autore di diverse pubblicazioni e memoria storica in materia di “monumenti verdi”, che alla vista di una foto su web ha subito raggiunto il luogo dove sorge l’albero per verificare di persona.

«Il censimento del Corpo Forestale ha individuato in regione un paio di ulivi di oltre 5 metri di circonferenza, ma sono dotati di fusti molto frazionati, composti più da vuoti che da pieni. -spiega- Invece, i 3,33 metri di questa pianta sono riferiti a un fusto compatto. Solo sulla parte sud presenta un’apertura che percorre tutto il fusto e mostra un vuoto di una trentina di centimetri di diametro nella parte centrale. In questa cavità la stessa Marida soleva, da piccola, andare a nascondere i suoi giocattoli». Marida Corradetti altri non è che la nipote di Iride, studiosa di agraria e agronomia, colei che ha fatto da gancio tra l’albero “highlander” e l’eminente Capodarca.
«Di solito gli ulivi delle nostre parti non sopravvivono alle gelate invernali, mentre questo esemplare ha passato indenne chissà quante nevicate. -racconta Marida- Una delle caratteristiche che lo distinguono è proprio la sua resistenza, è una pianta rara, sei volte più grande del normale». Sembra poi che il colosso riesca a produrre 120 chili di olive da solo (un ulivo nella norma arriva a 50) ma soprattutto che non sia solo in quanto a grandezza. «Non si può trascurare la presenza, a pochi metri, di un pero che ha una circonferenza di fusto di 2,05 metri. -aggiunge Capodarca- Basti pensare che fra i 397 alberi monumentali censiti figura un solo pero, il quale raggiunge una circonferenza di 1,95 metri. Quello di Folignano è, pertanto, il più grande delle Marche. Pero secolare? Di più: ultrasecolare. Sono, infatti, cento anni esatti che la pianta è stata innestata:1918, ed era già grande al momento dell’innesto».

Iride e la nipote Marida nei pressi della pianta record

Tornando all’ulivo da record, occorre ricordare che il terreno su cui sorge, messo in vendita, è stato dichiarato edificabile. La speranza è di non assistere, in futuro, a scene già viste altrove, con alberi letteralmente circondati da strade, parcheggi e case, senza nemmeno lo spazio vitale per sopravvivere. Staremo a vedere. Nel frattempo, il colosso può dormire sogni tranquilli (non come il collega ascolano noto come l’albero del “Piccioni”, da anni ridotto a un vergognoso stato di degrado), accudito dalla pazienza e dal rispetto di Marida e nonna Iride.

 

 

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