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Lo sfogo del maestro Gianluca Luisi:
«Chiese sicure, teatri luoghi di contagio»
A piazza del Papa la protesta degli artisti

ANCONA - La mobilitazione è prevista per giovedì 30 ottobre. Se potrà, parteciperà il concertista osimano di fama internazionale: «Nessun viaggio, niente concerti, nessun futuro da programmare. Ah si, online. Come a marzo nulla è cambiato sotto il sole»

Il maestro Gianluca Luisi durante un concerto

 

«Nessun viaggio, niente concerti, nessun futuro da programmare. Ah si, online. Come a marzo nulla è cambiato sotto il sole. I sacrifici li facciamo sempre noi artisti che ci siamo comportati bene. Dovrei anche ringraziare. Mi faranno sapere quando faremo il solito concerto di ringraziamento alle autorità (magari lo chiedono gratis). Viva l’Italia. Mia suocera può andare tutte le mattine alla messa, io non posso suonare. Le chiese luoghi sicuri, i teatri luoghi di contagio». Non usa giri di parole il maestro Gianluca Luisi, pianista e concertista di fama internazionale, docente del Conservatorio Rossini di Pesaro e direttore artistico della Coppa Pianisti d’Italia di Osimo, per manifestare il suo dissenso alle disposizioni del nuovo Dpcm che impongono lo stop a spettacoli e concerti nei teatri. Lui che si è esibito nella sale e nei palcoscenici dei 5 continenti con un repertorio che spazia da Bach ai contemporanei, che ha registrato per varie etichette discografiche, trova assurdo che solo l’Italia abbia deciso di chiudere i teatri «luoghi sicuri. – li definisce – Ci si deve prenotare, si devono compilare fogli covid free con nome, cognome, numero di telefono. Indossare le mascherine. Misurare la temperatura all’ ingresso. Distanziarsi con intere file vuote. Ad oggi i teatri sono tra i luoghi piu’ sicuri perché tutti hanno adottato misure molto stringenti. Con capienze ridottissime. Su un teatro di 1000 posti ne entrano non piu’ di 80, 100. Su 2000, massimo 200 ma si tende a fare ancora meno. Per prudenza. In Francia come in Germania i teatri sono rimasti aperti per questo mi sembra doveroso protestare contro un decreto che non ha basi scientifiche».

Gianluca Luisi durante le prove

Gianluca Luisi si unisce al coro di proteste dei lavoratori dello spettacolo che stanno organizzando in rete e in diverse città d’Italia una mobilitazione per far sentire il loro grido di sofferenza e indignazione. «La protesta ‘In piazza per la cultura’ si svolgerà contemporaneamente in tante  città italiane. Oltre a Bologna, Torino, Milano, Venezia, Roma Perugia, Cagliari, Napoli, Bari e Palermo, le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo  si sta organizzando anche ad Ancona per manifestare  venerdì prossimo, 30 ottobre, alle 10.30 in piazza del Papa davanti alla Prefettura. Se quel giorno non avrò lezioni, certo che parteciperò. Non posso girarmi dall’altra parte. Io sono tutelato, ma tanti colleghi no. Non hanno nulla e sento di doverli aiutare. Il nostro settore è un aiuto incredibile anche al turismo e chi viene a teatro è educato, rispetta le regole ed è un cittadino amante del bello e della solidarietà».

La sala vuota e spenta del cinema Azzurro

Col nuovo Dpcm restano chiuse anche le sale cinematografiche. Il Movieland di via Montebello: «Ci costringono a chiudere di nuovo! Il cinema, dove tutto è regolamentato, dove tutto si svolge in maniera ordinata, dove gli orari sono differenziati proprio per non causare assembramenti, dove gli spettatori sono distanziati ben oltre il metro di legge, dove si sta zitti e non si parla, per giunta con la mascherina, con conseguente annientamento dei famigerati droplets, dove gli ingressi e le uscite sono da sempre differenziate, dove i sistemi di aerazione devono per legge prevedere impianti di estrazione dell’aria interna e di immissione di aria esterna. Dovremo chiudere di nuovo perché considerati veicolo di diffusione del contagio. Ma è sogno o realtà? Come tutti gli italiani siamo andati avanti, con immensi sacrifici, ma siamo andati avanti. Con dignità, garantendo, sempre, uno standard elevato di sicurezza. Siamo andati avanti nella convinzione di poter superare questo brutto momento, rimboccandoci le maniche, nonostante nessuno abbia mai speso una parola per il settore dello spettacolo e della cultura, ma si sa che in Italia queste due parole contano poco». Il Nuovo Cinema Azzurro: «Noi vogliamo credere che gli schermi si accenderanno di nuovo, il prima possibile. Ché come ha detto Godard: “Quando si va al cinema si alza la testa. Quando si guarda la televisione, la si abbassa.” E noi abbiamo una gran voglia di alzarla, la testa. Oggi siamo tristi, e siamo soprattutto arrabbiati per una misura non solo inutile ma dannosa. Ma – è certo – non siamo rassegnati. Torneremo a fare il lavoro che amiamo».

(Redazione CA)

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