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«Sto per togliermi la vita»
Ma non era vero:
condannata per procurato allarme

ANCONA - Un mese di reclusione, pena sospesa, per una 47enne che il 2 giugno del 2019, in un paese del Fabrianese, aveva allertato inutilmente il 112. Ai carabinieri arrivati a casa sua: «Ma siete venuti sul serio?»

Foto d’archivio

 

Annuncia il suicidio al 112 ma quando i carabinieri arrivano sul posto la trovano serena e sorridente, fuori da casa sua. «Ma alla fine siete arrivati sul serio?» avrebbe detto agli uomini dell’Arma. Il falso avvertimento è costato caro a una donna di 47 anni, residente in un paese del Fabrianese. Questa mattina, il gup Francesca De Palma l’ha condannata a un mese di reclusione, pena sospesa. Si procedeva con l’abbreviato. Si è arrivati al processo dopo l’impugnazione da parte della difesa (avvocato Laura Antonelli) del decreto penale di condanna emesso dal tribunale nei confronti della 47enne. E’ già stato annunciato il ricorso in appello. L’accusa era procurato allarme per l’episodio avvenuto il pomeriggio del 2 giugno del 2019. Stando a quanto contestato, la donna aveva chiamato il 112 per annunciare che di lì a poco avrebbe messo fine alla sua vita in maniera tragica. In un primo momento aveva fornito un indirizzo, poi un altro ancora. Alla fine, i carabinieri erano intervenuti con i soccorsi in fretta e furia nell’appartamento dove la donna vive. Non c’era traccia di un tentativo di suicidio. Anzi, la 47enne era stata trovata in strada, sotto casa. Era serena. Avrebbe anche sbeffeggiato la catena dei soccorsi: «Siete venuti veramente?». Alla fine, era stata denunciata.

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