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«Ancona e Macerata da bollino rosso
e posti letto senza personale
Quattro proposte per superare l’inverno»

L’INTERVENTO di Claudio Maria Maffei analizza gli ultimi dati regionali. Tra i temi affrontati dall’ex dirigente sanitario anche il dramma delle residenze per anziani: «Va fatto un intervento speciale. Il grande vanto di avere una vita media più lunga si sta trasformando in una condanna. Le risorse vanno messe dove servono, lo screening di massa ha contribuito a dare in tanti una sensazione di falsa sicurezza»

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Claudio Maria Maffei

 

di Claudio Maria Maffei*

Cerchiamo di dare una occhiata ai dati sulla pandemia nella nostra Regione per capire come sta andando. Cominciamo dai dati di ieri 6 febbraio pubblicati nelle sue schede quotidiane dalla Regione e confrontiamoli con le elaborazioni che fa il dottor Paolo Spada per la pagina Facebook di Pillole di Ottimismo.

Ancora una volta ricordo che trattare questa pandemia partendo dai numeri è odioso perché dietro ad ogni caso, tanto più se è un caso grave, ci sono sofferenze, dolore e disagi. Ma ai numeri dobbiamo purtroppo guardare per capire prima e decidere poi cosa fare.

Ieri si sono registrati 436 nuovi casi, un numero ancora alto che vuol dire tre cose: che il virus circola ancora molto, che con questi numeri giornalieri i Dipartimenti di Prevenzione fanno fatica a star dietro bene alle attività di tracciamento e di informazione/educazione collegate e che le misure adottate e i conseguenti comportamenti non sono ancora abbastanza efficaci e il passaggio in zona arancione non c’ha giovato granché.

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Un trasporto nel container per i pazienti Covid davanti all’ospedale di Macerata

In terapia intensiva c’erano ieri 75 pazienti il che equivarrebbe ad un teorico indice di occupazione del 32% dei posti letto di terapia intensiva (30% è il limite fissato dal Ministero). Ma noi sappiamo che questo dato nelle Marche è in realtà peggiore perché nel calcolo di questa percentuale si tiene conto anche dei posti letto che non hanno personale per funzionare. Le Marche comunicano al Ministero 233 posti letto di terapia intensiva contro i 115 di prima della pandemia. Se si tiene conto del fatto che il personale a disposizione nel frattempo è aumentato di pochissimo (se è aumentato) abbiamo chiaro quanto sia forte la pressione da parte del Covid-19 nei confronti dei nostri ospedali.

Molto più senso acquistano i numeri se li leggiamo con gli “occhiali” del dottor Spada che facendo elaborazioni anche sui dati dell’ultima settimana e facendo anche confronti tra Province e Regioni ci aiuta ancora meglio a capire la nostra situazione regionale. Dalle sue elaborazioni viene fuori che: il tasso di incidenza e quindi la frequenza di nuovi casi nella ultima settimana nelle Marche è stata di 172 casi ogni 100.000 abitanti, dato che ci colloca al settimo posto tra le Regioni e Province Autonome italiane; il dato è molto diverso tra le varie Province: Ancona ha un tasso di 232, Macerata di 153, Pesaro e Urbino di 135; Fermo di 128 e Ascoli Piceno di 103; Ancona come incidenza settimanale di nuovi casi è addirittura all’ottavo posto tra le Province italiane; se si usassero i criteri del dottor Spada che prevede a titolo di proposta solo Province rosse e verdi (le prime con maggiore rischio e quindi con misure più stringenti) Ancona e Macerata sarebbe rosse e le altre tre verdi; nelle Marche nell’ultima settimana l’incidenza di nuovi casi è aumentata del 6% mentre in Italia è diminuita del 5%; ieri le Marche erano al quinto posto in Italia come frequenza dei ricoveri in terapia intensiva e al nono come frequenza dei decessi (graduatorie in cui prima di Natale eravamo messi meglio).

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Lo screening a Tolentino

Dopo tutti questi numeri e prima di un tentativo di commento qualche dato ancora sui focolai epidemici nelle strutture socioassistenziali per anziani. Sono davvero tanti visto che quello degli ultimi giorni ad Ancona all’Istituto Benincasa si aggiunge a quelli di Morro d’Alba, Montecosaro, Esanatoglia, Sarnano, Tolentino, Osimo e Falconara.

Quanto al commento, la situazione marchigiana nella ultima settimana è leggermente peggiorata quando quella delle altre Regioni è mediamente leggermente migliorata. Niente di drammatico, ma certamente una situazione degna di qualche riflessione. Almeno quattro considerazioni si possono fare con una valenza anche di proposta: va migliorata la informazione ai cittadini che non si può limitare a dei comunicati stampa giornalieri che danno tanti numeri, ma quasi niente spiegano; va ragionato sul fatto che l’Operazione Marche Sicure per lo screening di massa ha sottratto risorse che servivano più altrove e ha contribuito a dare in tanti una sensazione di falsa sicurezza. Le risorse vanno messe dove servono; va fatto un intervento speciale sulle strutture socio-assistenziali per anziani perché quello che era un grande vanto per le Marche, avere una vita media più lunga che nella altre Regioni, si sta trasformando quasi in una condanna; i cittadini debbono continuare a contribuire a fare la propria parte senza fidarsi dei risultati dei tamponi che sono utilissimi solo quando mirati. Per il resto, tra i vaccini che arriveranno, le nuove terapie (gli anticorpi monoclonali) e l’inverno che tra un po’ finirà forse siamo anche noi legittimati come il grande Eduardo a dire “ha da passà ‘a nuttata”.

*Medico e dirigente sanitario in pensione

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