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La sala conferenze
del Palazzetto Baviera
sarà intitolata a Simone Veil

SENIGALLIA - Il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità la mozione a firma del presidente Massimo Bello

Simone Veil

 

La sala conferenze del Palazzetto Baviera di Senigallia sarà intitolata a Simone Veil, prima donna eletta presidente del parlamento europeo e prima donna a presiedere il Parlamento europeo eletto a suffragio universale e diretto. Lo ha deciso ieri pomeriggio il Consiglio comunale, votando all’unanimità la mozione del presidente del civico consesso, Massimo Bello, che ha ricordato in aula come la figura si Simone Veil «sia stata un simbolo importante del progetto di integrazione europea». «Simone Veil è stata un simbolo anche nelle battaglie per la parità di genere – ha aggiunto il presidente Bello – che hanno lasciato il segno in Francia e in tutta Europa, oltre al suo impegno per dare voce ai più deboli, evitando che il continente europeo diventasse nuovamente terra di conflitti. Il contributo di Simone Veil alla storia delle istituzioni comunitarie è stato di alto profilo e, se il Parlamento Europeo ha acquistato negli anni un ruolo più centrale nella politica europea, è stato anche grazie a lei».

Donna politica francese (Nizza 1927-Parigi 2017), Simone Veil fu deportata in Germania durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra si laureò in legge e divenne Magistrato dal 1956; fu Segretario generale del Consiglio superiore della magistratura dal 1970 al 1974 e Ministro della Sanità nei gabinetti Chirac (1974-76) e Barre (1976-79); promosse in Francia l’approvazione di una legge per la liberalizzazione dell’aborto (dicembre 1974) e dal 1993 al 1995 fu nuovamente Ministro della Sanità, degli Affari sociali e dello Sviluppo urbano nel governo Balladur. Membro del Parlamento europeo dal 1979, Simone Veil ne fu Presidente dal 1979 al 1982. Membro del Consiglio costituzionale dal 1998 al 2007, fu anche Presidente e poi Presidente onorario della Fondation pour la Mémoire de la Shoah (Fondazione per la memoria della Shoah) e membro dell’Accademia di Francia. Simone Veil riposa nel Pantheon di Parigi, ove sono sepolti gli altri grandi nomi di Francia, tra cui Voltaire e Zola.

«Ho deciso di presentare questa proposta – ha aggiunto Bello, autore e relatore della proposta – dopo le celebrazioni della Festa dell’Europa, che si sono tenute il 9 maggio scorso nell’aula consiliare, in cui il Comune e la Fidapa Bpw di Senigallia hanno dedicato la Giornata dell’Ue a proprio a Simone Veil, una delle donne fondatrici della casa comune europea. La sua forza e il suo impegno sono stati inesauribili a tal punto che Simone Veil è stata ed è ancora un esempio dal punto di vista umano, politico e culturale, portando avanti in modo instancabile tutti gli incarichi che le furono affidati, e contribuendo alla creazione di un’istituzione, l’Unione europea, che lavorasse a favore della memoria storica e di una società migliore».

«E’ un onore – ha detto ancora Il presidente del Consiglio comunale – che uno spazio pubblico importante della città, in particolare la sala di un edificio ricco di storia, come il Palazzetto Baviera, possa essere intitolato a Simone Veil per ciò che ha rappresentato nella costruzione dell’Europa e per ciò che realizzato nella promozione dei diritti e della non discriminazione della donna. La sala conferenze del Palazzetto Baviera di Senigallia ha le caratteristiche giuste ed appropriate per essere intitolata a Simone Veil, a memoria e per ricordare una donna di alto profilo istituzionale, che è e rimane un punto di riferimento europeo e, quindi, anche per l’Italia, essendo una delle Madri Fondatrici dell’Europa. Simone Veil – ha concluso Massimo Bello – rappresenta i valori di pace, di solidarietà e di democrazia non soltanto per la Francia, ma anche per l’Italia e l’intera Unione europea; impossibile dimenticare il suo discorso di insediamento nella seduta plenaria del Parlamento europeo, che la elesse prima donna Presidente dell’Assemblea parlamentare dal 1979 al 1982, in cui espresse i valori e i principi fondamenta inesauribili dei Trattati UE e delle politiche fondamentali delle istituzioni comunitarie. Le istituzioni locali hanno il dovere di ricordare e porre quale obiettivo della propria azione territoriale esempi illuminati della storia di quelle donne e di quegli uomini, che sono riusciti a disegnare un progetto autentico e di vasta portata, che è stata ed è l’unione europea».

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