«Crematorio, non aumentate
le fonti emissive sul territorio
e il Pia 2 va revisionato»

ANCONA – Lo hanno chiesto stamattina in conferenza stampa i rappresentanti dei Comitati cittadini Aria Nostra e Porto Città, supportati dai presidenti dei Ctp 1 e 4. Sono state anche illustrate le criticità rilevate dal prof. Bonifazi, ex direttore scientifico del Pia 1, nel dossier tecnico licenziato dall’Amministrazione comunale a supporto del progetto dell’impianto da realizzare nel cimitero di Tavernelle, definito «di "scarso pregio” (scientifico)» e con «vistose (ed imbarazzanti) anomalie»

Un momento della conferenza stampa convocata dai Comitati Aria Nostra e Porto Città con il supporto dei presidente dei Ctp 1 r 4 di Ancona

Segnalano varie criticità nel progetto del nuovo impianto crematorio da realizzare al cimitero di Tavernelle e chiedono interventi immediati di mitigazione, il blocco dell’aumento delle fonti emissive e una revisione urgente del Pia 2 «che, così com’è, serve solo a prendere (e perdere) ulteriore tempo» i Comitati cittadini Aria Nostra e Porto Città. Stamattina supportati dai presidenti dei Consigli Territoriali di Partecipazione 1 e 4 di Ancona, i rappresentanti di dei due Comitati hanno denunciano in una conferenza stampa «l’immobilismo politico» che da quattro anni tiene in stallo le misure per il miglioramento della qualità dell’aria e la rigenerazione urbana del capoluogo di regione. Il Comitato Aria Nostra ha già depositato le firme per chiedere un referendum consultivo sul progetto del tempio crematorio, il cui quesito che la Commissione consiliare referendaria sta ancora valutando se ammettere o no.

«Nonostante il Pia 1 (2021) avesse accertato e validato i dati sull’inquinamento in particolare nell’area portuale, la Fase 2 “Operativa” – che prevedeva misure concrete di mitigazione – è stata rimandata e, di fatto, bloccata. Dopo quattro anni, infatti, vediamo il tentativo di ripartire da capo con l’accordo per il nuovo Pia 2. Questo accordo tra Comune e Arpam non fa che procrastinare le ‘azioni positive’ al 2028, subordinandole a una campagna di monitoraggio nell’area portuale condotta con un solo laboratorio mobile e con il sospetto che si stia attendendo un periodo ‘favorevole’, come già avvenuto a Tavernelle (agosto/settembre)» sottolineano in una nota i Comitati

Che evidenziano inoltre la contraddizione dell’Amministrazione comunale «che, mentre rimanda le soluzioni, autorizza nuove fonti emissive come il crematorio nel cimitero di Tavernelle, ignorando gli standard europei e mettendo ad ulteriore rischio la salute pubblica» con il rischio di aumentare il carico ambientale e per la salute pubblica in un territorio già compromesso dallo smog. In questo contesto ritengono che particolare rilievo assuma il dossier tecnico sul crematorio, analizzato dal prof. Bonifazi, ex direttore scientifico del Pia 1. «Il dossier tecnico sul Crematorio di Tavernelle Il dr. Bonifazi ci ha fornito un’analisi puntuale sul dossier tecnico licenziato dall’Amministrazione Silvetti a supporto del progetto del crematorio, definendolo di “scarso pregio” (scientifico) ed evidenziando vistose (ed imbarazzanti) anomalie» scrivono nel comunicato. Il timore del prof. Bonifazi è che si stia procedendo con un’infrastruttura ad alto impatto “al buio”, senza strumenti scientifici adeguati e senza monitoraggi completi.

Tra le criticità più gravi segnalate dai Comitati emerge intanto «un errore macroscopico» nei limiti di emissione di diossine e furani, «espressi in milligrammi anziché nanogrammi. Questo errore clamoroso rende il limite autorizzato un milione di volte superiore al valore accettabile, esponendo la popolazione a rischi incalcolabili». Un’altra grave mancanza riguarda l’assenza totale di studi di simulazione della ricaduta degli inquinanti (dispersion modeling) e «senza questa documentazione fondamentale, non è possibile determinare le potenziali aree di massima ricaduta (hot-spot) degli inquinanti e la distanza di sicurezza dai recettori sensibili (popolazione, scuole, falde acquifere)»

Nel comunicato si segnala poi l’assenza di misurazioni “ante operam” per inquinanti particolarmente pericolosi e persistenti come mercurio, diossine, furani e Pcb, sia nel suolo sia nelle acque sotterranee. «Inquinanti “Eterni” ignorati: questi inquinanti si bioaccumulano, e l’assenza di dati di base renderà impossibile la valutazione dei danni nel tempo» si legge nella nota. Come dire che senza misurazioni preliminari nel suolo e nelle acque, sarà impossibile in futuro stabilire un eventuale nesso tra emissioni e salute pubblica. Di qui la richiesta «di azioni immediate di mitigazione e, soprattutto, di non aumentare le fonti emissive sul territorio comunale oltre che la revisione urgente del Pia 2».

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