Famiglia nel bosco,
corteo di sensibilizzazione di ‘Anima Mundi’
e ‘Marche Terre Libere’

ANCONA - Sabato 6 dicembre la manifestazione per la libertà delle famiglie partirà da Largo XXIV Maggio al Tribunale dei Minori: al centro il caso dei genitori abruzzesi separati dai loro bambini. «Difendiamo i diritti costituzionali- dicono gli organizzatori- dalla tutela dei più piccoli al ripudio della guerra»    

Debora Cuini (Ass. Cult. Anima Mundi)

Una delle decisioni più controverse e divisive degli ultimi decenni scuote il dibattito pubblico sino a conquistare le piazze, anche quelle marchigiane. Sabato 6 dicembre le associazioni culturali Anima Mundi e Marche Terre Libere promuovono, ad Ancona, il primo corteo per la libertà delle famiglie. Il ritrovo è previsto per le ore 14 davanti al Comune e arrivo al Tribunale dei Minori, per denunciare quella che viene definita «una crescente ingerenza dello Stato nelle scelte di vita delle persone, a partire dal caso della famiglia che viveva nel bosco in Abruzzo e a cui sono stati sottratti i figli”. Le associazioni intendono leggere questo episodio non come un semplice fatto di cronaca, ma come un “segnale di una più ampia deriva politica e culturale che colpisce chi tenta di costruire modelli di vita alternativi al paradigma dominante».

«Consideriamo grave che le istituzioni intervengano nella forma più coercitiva dove non vi sono abusi o violenze, ma soltanto scelte esistenziali diverse dalla norma – spiegano in una nota gli organizzatori – una vita più a contatto con la natura, una minore dipendenza dalle tecnologie, stili di consumo sobri ed esperienze educative non allineate alla logica del mercato”, dichiara la dottoressa Debora Cuini, presidente dell’associazione Anima Mundi. “Così il dissenso rispetto al modello neoliberista viene trattato come devianza e la ricerca di forme di vita essenziali e non mercificate viene trasformata in un rischio da neutralizzare».

Filippo Pannelli (presidente associazione Culturale Marche Terre Libere)

Le associazioni denunciano una concezione della tutela dei minori che, «invece di partire dal diritto dei bambini a relazioni affettive stabili, legami familiari vivi e comunità accoglienti, finisce per difendere un unico modello di vita considerato normale solo se pienamente integrato nei meccanismi del consumo, dell’iper-tecnologizzazione. In questo contesto- spiegano i promotori dell’iniziativa-la sottrazione dei figli somiglia ad uno strumento di disciplinamento sociale e lancia un messaggio di forte intimidazione verso chi immagina forme diverse di convivenza, educazione e rapporto con il lavoro e l’ambiente».

Gli organizzatori collegano questa dinamica anche alla questione della guerra e del riarmo, richiamando l’articolo 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. «Oggi- afferma Filippo Pannelli, presidente dell’associazione Marche Terre Libere – si chiede ai cittadini di accettare come inevitabile ciò che la Carta costituzionale vieta, mentre il dissenso verso la guerra viene descritto come irresponsabilità o tradimento: lo stesso meccanismo che colpisce chi prova a vivere fuori dai codici del consumo e dell’omologazione».

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