Il ricorso al Tar presentato dalla Edison, pur rientrando nelle sue prerogative, «è l’ennesima dimostrazione di come la multinazionale intenda il rapporto con il territorio e con la popolazione che ci vive: un rapporto basato sull’imposizione delle strategie aziendali a cui salute, ambiente e condivisione sociale vengono subordinati con ogni mezzo necessario,compreso quello giudiziario». A sostenerlo è l’Assemblea permanente Stop Edison. «La generalizzata opposizione all’impianto che si è espressa con forza sia a livello sociale che a livello istituzionale viene declassata dalla Edison a posizione “minoritaria, illogica e pregiudiziale” – Ma le mobilitazioni di questi mesi, le analisi e le indagini prodotte, i dati scientifici messi nero su bianco raccontano un’altra storia:parlano di un’intera comunità schierata contro l’impianto non per velleità ideologiche, bensì per la dura necessità di difendere la propria salute, l’ambiente in cui vive e la stessa democraticità dei processi decisionali».
La Edison nei suoi ricorsi «può raccontare questa storia come vuole, ma non riuscirà a cancellare la realtà dei fatti, perché quella realtà è un intreccio di relazioni sociali, di persone vere consapevoli che non solo hanno lottato contro la realizzazione dell’impianto, ma che sono assolutamente determinate a continuare a farlo e ad esercitare fino in fondo i propri diritti, primo fra tutti quello di opporsi ai progetti destinati ad aggredire i beni fondamentali della vita, della salute, dell’ecosistema denro cui le comunità sono inserite. La storia continua e noi ancora una volta ci saremo con lo stesso obiettivo di sempre: quello di vincere».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati