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Smog fuori controllo
indaga la procura

ANCONA – La centralina mobile dell’Arpam parcheggiata da dicembre in piazza Cavour è stata disposta dalla magistratura, dietro un esposto dei residenti. Peggiora la qualità dell’aria nei dati del primo trimestre rilevata alla Cittadella

La centralina mobile dell’Arpam, ormai parcheggiata in sede fissa in piazza Cavour da un paio di mesi (foto Giusy Marinelli)

 

di Giampaolo Milzi

Qualcuno, per lanciare un sos forte in materia di smog, avrebbe voluto dotare il viso della statua del Conte Camillo Benso di una maschera antigas. Invece bando alle provocazioni, meglio chiedere giustizia e chiarezza sul diritto a respirare un’aria non nociva affidandosi alla carta bollata. E così, è stato un esposto alla procura della Repubblica a determinare il materializzarsi all’interno di piazza Cavour dello strano furgoncino bianco dotato di antenna, antennine e altri meccanismi tecnologici che da mesi attira l’attenzione dei passanti. Precisamente dalla vigilia dl Natale scorso, dopo che la magistratura, a novembre, aveva chiesto perentoriamente all’Arpam (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Marche) che la piazza più grande di Ancona fosse “attenzionata” in modo speciale. I vertici dell’Arpam, pur rispettando il riserbo imposto dalle indagini in corso, confermano di aver posizionato il laboratorio mobile per il controllo dell’inquinamento atmosferico; un atto obbligato, compiuto in qualità non solo di organismo di consulenza tecnica ma anche di polizia giudiziaria della procura. Grave e preoccupante la motivazione che ha spinto un gruppo di cittadini residenti nell’area che gravita immediatamente intorno alla piazza a richiedere l’intervento della magistratura: in sostanza, verificare la probabile presenza nell’atmosfera del sito di varie componenti di smog in concentrazioni ben superiori ai tetti di sicurezza fissati dalla legge. Il laboratorio mobile Arpam continuerà ad essere operativo 24 ore su 24, monitorando in particolare, tra la varie sostanze chimiche presenti nell’aria, i livelli di Pm 10 (le famigerate polveri sottili), di ossido di carbono e ossido di azoto, e cioè i composti prodotti generalmente dai gas di scarico frutto dei processi di combustione dei veicoli a motore e degli impianti di riscaldamento, provvedendo a redigere report giornalieri e mensili, indicativi di medie e picchi. Un monitoraggio no stop, cesserà quando lo deciderà la procura in base alla qualità e al tipo di dati ricevuti.

La centralina mobile dell’Arpam

Nessuna particolare sorpresa, da parte Arpam, di vedersi oggetto della richiesta di attuare questa straordinaria misura di sondaggio. Per due motivi principali. Innanzitutto piazza Cavour si trova in una posizione molto bassa rispetto al livello medio sul livello del mare della città, e quindi tale dal favorire l’accumularsi di sostanze inquinanti oltre i livelli di guardia. Del resto, nelle zone contigue a piazza Cavour, esistono quasi tutte le condizioni perché il fenomeno nocivo per la salute pubblica si verifichi: l’indotto in atmosfera degli intensissimi flussi di traffico veicolare che caratterizzano via Giannelli, via Matteotti, via Palestro, piazza Pertini – quest’ultima con l’aggravante della presenza del maxiparcheggio al coperto -; la presenza nella stessa piazza del capolinea degli autobus (proprio per questo a metà gennaio si è attuato un monitoraggio proprio all’incrocio con via Frediani), la forte antropizzazione legata all’alto tasso di residenzialità privata, di uffici pubblici e di attività commerciali, con conseguente elevata operatività di sistemi di condizionamento e riscaldamento dell’aria.

Secondo motivo, nessuno ha mai saputo, né ha potuto prevedere con margini di certezza accettabili fino ad oggi, il livello di qualità dell’aria nella “conca” di piazza Cavour (dove il monitoraggio fisso non è mai avvenuto). Tanto più che manca qualsiasi situazione di possibile riferimento e comparazione a partire dal 2012, ricordato dagli anconetani come il primo “anno nero”, quello in cui l’allora giunta Gramillano ha deciso di spegnere – anche e soprattutto  a causa di mancanza di fondi da parte della Regione – le centraline fisse di monitoraggio delle Pm10 di via Bocconi, del porto, di via Conca e di piazza Roma, lasciando in funzione solo quella posizionata alla Cittadella. Già, alla Cittadella, quindi in una zona in quota quasi collinare, caratterizzata e ossigenata dal grande omonimo parco (peraltro contiguo a quello del Pincio), da flussi di traffico veicolare e livelli di antropizzazione residenziale e commerciale molto più bassi di quelli medi cittadini. Un evidente paradosso, non staccare la spina proprio alla stazione di rilevamento della Cittadella – secondo alcuni osservatori di parte ambientalista e non – proprio per minimizzare i dati degli smog report. Tanto che poco più di un anno fa il Consiglio comunale aveva impegnato con una mozione la giunta della sindaca Mancinelli  ad attivarsi con la Regione per riaccendere al più presto le altre quattro centraline disattivate. Ciò al fine di ottenere una fotografia realistica dello smog presente sia in media rispetto all’estensione urbanistica della città, sia mirato a zone più a rischio. Come del resto è avvenuto fino al 2011. E di certo Ancona sei anni fa, prima che restasse operativa solo la centralina nel verde della Cittadella, era addirittura sul podio come terza città più inquinata in Italia, maglia nera per il record di numeri di sforamento dei limiti previsti per le polveri sottili. Quali limiti? Per le direttive dell’Unione Europea, pari a 50 microgrammi di concentrazione per metro cubo d’aria e a 35 superamenti nell’arco di un anno. Va ricordato che la mozione approvata oltre un anno fa dal Consiglio comunale è rimasta disattesa, anche e soprattutto a causa di mancanza di fondi da parte della Regione.

La centralina Arpam della Cittadella, l’unica stazione funzionante

Tornado alla Cittadella, una curiosità: pur posizionata in un sito a basso rischio smog, l’unica stazione di monitoraggio rimasta in funzione ha rilevato  ben 13 casi di sforamento delle soglie di sicurezza anti-smog nel 2016, e 12 nei soli primi tre mesi di quest’anno. Concentrazioni di polveri sottili provenienti per lo più sulle ali del vento dalla sottostante area portuale, la prima nella quale dovrebbe essere installato in termini brevissimi un sofisticato sistema di rilevamento della qualità dell’aria. Situazione allarmante, sottolineata, tra gli altri, da Legambiente.

Quanto all’inchiesta aperta dalla procura della Repubblica, prevede in sostanza due “step”: il primo, come già detto, verificare se a piazza Cavour e dintorni la salute pubblica è a rischio proprio a causa di inquinamento atmosferico cronico ed eccessivo; il secondo, qualora i rilievi certifichino questa nefasta ipotesi, verificare eventuali responsabilità penali in capo agli enti locali (il Comune innanzitutto, e poi la Regione Marche) preposti a proteggere con misure adeguate i polmoni dei cittadini.

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