Ha spaccato l’aula e alla fine alla maggioranza è mancato il quorum di 21 voti per l’immediata eseguibilità. Il nuovo regolamento per la tutela e il benessere degli animali è stato approvato con 17 voti favorevoli. Significa che le nuove regole entreranno in vigore solo tra due settimane. L’opposizione invece non ha voluto partecipare al voto, denunciando l’impossibilità di apportare modifiche al testo, ma anche la sovrapposizione con le regole della legge regionale e infine la loro difficile applicazione. Assenti al momento del voto i democrat Dini, Tripoli, Urbisaglia e il consigliere della civica Ancona 2020 Roberto Grelloni, che aveva espresso alcune perplessità sul testo. Cinquantacinque articoli, oltre 60 pagine, che dovranno regolare la convivenza degli animali in città, dettando divieti e prescrizioni ai loro padroni. Per chi non lo rispetta, multe da 77 a 500 euro, che possono arrivare fino a 1.600 euro in materia di animali esotici. Ad accendere la discussione è stato in particolare l’articolo 11, il divieto di accattonaggio con animali. “Al fine di tutelare la salute e il benessere degli animali, è vietato esibire o utilizzare animali, di qualsiasi specie ed età per la pratica dell’accattonaggio” recita l’articolo. Su segnalazione, la polizia municipale può ritirare l’animale al mendicante. Se l’animale verrà trovato in buona salute dal servizio veterinario dell’Asur e regolarmente munito di microchip di riconoscimento, nel caso fosse un cane, allora tornerà al suo padrone, ma ci sarà comunque da pagare una multa. Per l’opposizione è un sequestro, per la maggioranza è una norma a difesa degli animali che non fa scattare il ritiro automatico dell’animale da compagnia ai senzatetto. “Abbiamo regolamenti per tutto: per il volantinaggio, per la deiezione canina, per la pubblicità selvaggia, per i mozziconi di sigarette gettati in terra, per il trasporto delle bevande in bottiglia, ma nessuno lo sa o forse lo fa rispettare” commenta ironica Maria Ausilia Gambacorta (M5S). “Una presa in giro, se le regole sono di scarsa applicabilità e se non ci sono gli strumenti” aggiunge Stefano Tombolini (60100). Per la maggioranza invece il testo aggiorna il regolamento della giunta Gramillano, dopo un lavoro di 4 anni di concerto con le associazioni animaliste. Tra le novità, viene espressamente citato l’obbligo di impianto del microchip per i cani, agli esercenti è consentito esporre ciotole d’acqua per animali fuori dai negozi senza che ostruiscano il passaggio e senza pagare la Tosap, arriva il diritto di veto del Comune per l’attendamento di circhi se utilizzano specie esotiche fuorilegge o non vengono trovati in regola da Asur e carabinieri del nucleo forestale, sì all’ingresso di animali domestici nelle case di riposo, e infine l’impegno del Comune o dell’Ap, in base alle competenze demaniali, di trovare spiagge libere destinate all’accesso dei cani. Aggiunto anche un articolo dedicato ai cani definiti “ad alto rischio di aggressività”, tra cui quelli che hanno già avuto casi di aggressione all’uomo o rientrano nei criteri stabiliti dal ministero della Salute. Questi cani dovranno essere registrati in un apposito registro dell’anagrafe canina del servizio veterinario e dovranno essere sempre tenuti a guinzaglio e con museruola negli spazi pubblici.
(E. Ga.)
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Da A2O – Altra Ancona Ora riceviamo:
Durante la seduta di ieri, il consiglio comunale ha approvato il nuovo “Regolamento comunale per la tutela del benessere degli animali e la loro convivenza con i cittadini”.
Pur esprimendo soddisfazione per questo passo avanti a favore della tutela della dignità degli animali, vogliamo soffermarci sull’articolo 11 del Regolamento, che, al contrario, rischia di ledere la dignità umana.
L’art. 11, rubricato “Divieto di accattonaggio con animali”, fa infatti divieto di «esibire o utilizzare animali [..] per la pratica dell’accattonaggio».
Prevede inoltre che il mendicante sia «soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 77 ad euro 500».
Prescrive, infine, che gli animali vadano «restituiti al legittimo proprietario» in seguito all’osservazione sanitaria, a registrazione segnaletica e ad identificazione mediante applicazione di microchip.
Nutriamo enorme timore per le numerose possibili interpretazioni a cui la norma si presta. Cosa si intende esattamente con la parola «esibire»? Con il termine «utilizzare»?
Il “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali” di Torino, ad esempio, afferma: «È vietato, su tutto il territorio del Comune di Torino, nella pratica dell’accattonaggio, utilizzare animali in stato di incuria, denutrizione, precarie condizioni di salute, in evidente stato di maltrattamento, impossibilitati alla deambulazione o comunque sofferenti per le condizioni ambientali in cui vengono esposti».
Ricordiamo, inoltre, che già il codice penale, all’articolo 727, punisce chi «detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura» o in condizioni «produttive di gravi sofferenze».
Alla luce di queste osservazioni, la previsione del Regolamento sembra portare più alla vessazione di persone che si trovano in una situazione di difficoltà, piuttosto che una vera ed effettiva tutela degli animali.
Basti pensare che l’Associazione Nazionale Medici e Veterinari Italiani «invita le amministrazioni locali a non adottare misure drastiche nei confronti del cosiddetto accattonaggio con animali: non si può stabilire a priori l’equivalenza fra disagio sociale e sfruttamento dell’animale. Anzi, il sequestro dell’animale può rivelarsi traumatico e fonte di sofferenza». E ancora: «i cani di queste persone sono spesso accuditi con premure di profilassi e alimentazione, che sono la riprova di come il rapporto uomo-animale sia fondamentale nelle situazioni di disagio socio-economico affettive».
Desta poi enorme perplessità l’idea di chiedere il pagamento di una somma che va dai 77 ai 500 euro ad una persona che mendica a lato di una strada. Ci domandiamo se sia davvero una soluzione opportuna quella di chiedere denaro a chi vive dei pochi spicci che gli vengono donati.
Infine ci chiediamo come l’animale possa essere «restituito al legittimo proprietario» dato che, essendo un mendicante, probabilmente non ha fissa dimora.
Per concludere, invitiamo il consiglio comunale a prendere in considerazione queste osservazione e a farle proprie modificando l’articolo 11 al fine di renderlo più chiaro e volgendolo maggiore attenzione alla tutela dell’animale piuttosto che al combattere la pratica dell’accattonaggio in sé.