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Nuovo Inrca: il traguardo
è rinviato al 2019

ANCONA – Dopo due anni e mezzo di stop, la Regione ha firmato il nuovo contratto con la Cmc di Ravenna per riprendere i lavori. Il cantiere doveva già essere concluso nel 2014. La storia infinita dell’ospedale di Ancona Sud, che ha cambiato 4 imprese appaltatrici in 5 anni, tra fallimenti e battaglie legali

Nuovo Inrca dell’Aspio, adesso la speranza è di vedere conclusi i lavori nel 2019. Nella serata di ieri è stato firmato il nuovo contratto di appalto tra la Regione e la Cooperativa muratori cementificatori di Ravenna, l’impresa che finalmente dovrà portare a compimento l’ospedale di Ancona Sud. Finalmente, perché la storia dell’Inrca dell’Aspio è stata costellata di colpi di scena che negli ultimi 5 anni hanno bloccato e impedito l’esecuzione di lavori da 52,6 milioni di euro. Ora si riparte con Cmc. A darne notizia è stato il presidente della Regione Luca Ceriscioli. Servono 2 anni e mezzo di cantiere per realizzare il presidio, quindi inaugurazione rinviata al 2019. La struttura avrà tre funzioni: ospedale di rete di Osimo, Camerano e Loreto, nuova sede dell’Inrca di via della Montagnola di Ancona, ospitando sia il geriatrico sia la sede dell’agenzia di ricerca sulla terza età, infine si dovrà sostituire all’ospedale regionale di Torrette per gli interventi chirurgici non urgenti della città di Ancona. Tutto nello spazio di 50mila metri quadri di superficie, 250 posti letto in stanze doppie e singole, in grado di ospitare dai 13 mila ai 14 mila ricoveri all’anno, sei sale operatorie, oltre un piano tecnico interrato, spazi per l’atterraggio dell’elisoccorso e parcheggi. L’ospedale sarà diviso in tre sezione: la degenza (9 mila mq), la ricerca biomolecolare (5 mila mq) e la piattaforma tecnologica di diagnosi e cura (10.550 mq). A questi spazi vanno aggiunti i servizi generali sanitari e non sanitari, come uffici, magazzini, cucina, mensa e bar per un totale di 10.800 mq, i locali per ambulatori (4.500 mq), il pronto soccorso e gli spazi per il pubblico da 4.400 mq.

Le gru del cantiere nuovo Inrca all’Aspio in attesa di essere sostituite da quelle della impresa Cmc

Una storia infinita, quella dell’Inrca dell’Aspio, iniziata nel 2012 con l’appalto dal gruppo Gdm Costruzioni – Psc. Un anno dopo, la seconda impresa classificata, la Cesi di Imola, ricorre prima al Tar e poi al Consiglio di Stato e infine ottiene l’appalto per aver proposto nel suo progetto miglioramenti antisismici non previsti da Gdm – Psc. Nel 2014 la coop edile di Imola entra in amministrazione controllata, rischia il fallimento ed è costretta a lasciare l’appalto. Nel 2015 la Regione scorre la graduatoria e l’appalto viene affidato alla terza impresa classificata, la cordata formata da Salc del gruppo Salini e Matarrese. E di nuovo, è battaglia legale al Tar: la quarta classificata, Cmc, si oppone. L’ultima puntata di questa odissea è datata 13 gennaio 2016: il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Cmc, annullato il contratto con Salc-Matarrese e ordinato il subentro nei lavori della coop di Ravenna. Secondo la magistratura, la Matarrese Srl, società costola della Matarrese Spa creata durante il concordato preventivo dei costruttori baresi, non avrebbe avuto i requisiti per ottenere l’appalto. Ma non è finita qui. Perché nell’ultimo anno e mezzo è stato necessario trovare un accordo con Salc-Matarrese per liberare l’area di cantiere e pagare i lavori eseguiti, per lo più opere di avviamento alle costruzioni vere e proprie, infine è stato necessario stipulare un nuovo contratto con Cmc. E adesso? Il colpo di scena sarebbe vedere iniziare davvero i lavori per andare a conclusione.

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