di Federica Serfilippi
(Foto Giusy Marinelli)
«Sono state emesse sentenze di condanna per un importo complessivo di 2 milioni e 772mila euro». È stato il presidente della Corte dei Conti delle Marche Vincenzo Maria Pergola a rivelare la somma del danno erariale emerso durante i procedimenti conclusi nel 2016. Lo ha fatto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti svoltasi questa mattina ad Ancona alla presenza delle massime cariche, religiose, civili e miliari, della provincia dorica. Non tutto l’importo, però, è stato ancora recuperato. Le casse dell’Erario hanno ricevuto, fino ad ora, 1 milione e 300mila euro: 757mila euro sono stati restituiti già in fase istruttoria, mentre 551 euro sono stati sborsati a seguito dell’esecuzione delle sentenze. Lo scorso anno i giudici, guidati dal procuratore generale Giuseppe De Rosa, ne hanno emesse 55, di cui 36 in materia di responsabilità che hanno visto come parti danneggiate gli Enti locali (18 casi), le amministrazione statali (13 casi) e le aziende sanitarie locali (5 casi). Tra le sentenze più significate portate a compimento c’è quella che coinvolge come parte lesa l’area vasta di Fermo.
La procura contabile aveva chiamato a giudizio cinque dipendenti dell’ospedale fermano, tre infermieri e due operatori tecnici, perché coinvolti in un giro di furti che aveva portato alla sottrazione di prodotti farmaceutici con finalità dopanti in ambito sportivo. Medicinali che poi, secondo le accuse, erano stati commercializzati in maniera illecita. In tre, due sono stati assolti, dovranno versare all’Asur di riferimento una somma complessiva di 30mila euro per danno d’immagine. La stessa accusa, perpetrata però nei confronti del ministero della Giustizia, era stata contestata a una commercialista che, secondo la procura, aveva illecitamente sottratto (e poi restituito) il prezzo di aggiudicazione di un compendio immobiliare nell’ambito di una procedura esecutiva iniziata dal tribunale di Macerata e per la quale era stata delegata alla vendita. La donna, radiata dall’albo professionale, se l’è cavata con una statuizione di condanna per 20mila euro.
Un capitolo che ha tenuto impegnati i giudici per tutto il corso del 2016 è quello che riguarda le cosiddette “spese facili” dei consiglieri e degli ex consiglieri regionali per la presunta gestione irregolare dei rimborsi tra il 2010 e il 2012. Davanti alla Corte dei Conti il filone non si è ancora concluso. Su 23 procedimenti, fino ad oggi ci sono state 14 sentenze: 2 le assoluzioni e 12 le condanne che hanno portato nelle casse statali circa 70mila euro. Alcuni erano stati scagionati ancora prima del giudizio. Il danno erariale contestato ammonta a 148mila euro. Una cifra molto diversa rispetto a quella inizialmente dibattuta in sede penale: 1,2 milioni di euro. Su 66 indagati, 55 sono stati prosciolti e 8 assolti. 3 sono ancora in attesa di giudizio. Nelle nuove citazioni (per cui il danno erariale complessivo accertato è di circa 4 milioni e 700mila euro), le contestazioni maggiori riguardano tre infermieri dell’Inrca di Ancona che, in totale, avrebbero causato un danno di circa 270mila euro all’azienda. I tre, due tramite un lavoro in nero e uno con la partita Iva, avrebbero offerto delle prestazioni infermieristiche extraistituzionali, senza l’autorizzazione della struttura ospedaliera di cui sono dipendenti.
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