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Banda dei furti nelle aziende:
preso anche il nono uomo

OPERAZIONE GARGANO - Era sfuggito il 12 gennaio scorso alla retata dei carabinieri del Norm di Osimo che ha portato all'arresto degli altri 8 componenti della banda, dopo il colpo messo a segno alla Titan Italia di Jesi. I militari hanno rintracciato il 42enne nella sua abitazione di San Severo, nascosto in soffitta

foto d’archivio

 

Si è chiuso stanotte sul nono uomo, il cerchio dell’operazione ‘Gargano’. Dopo essersi dato alla macchia per settimane, Mario Antonio Luminoso, 42 anni, è stato rintracciato e arrestato dai carabinieri del Norm di Osimo nella sua abitazione di San Severo, in Puglia, dove era riuscito a nascondersi dopo essersi smarcato dall’inseguimento notturno del 12 gennaio scorso che aveva portato all’arresto dei suoi 8 complici. La banda, ritenuta responsabile di vari furti di merce commessi in aziende della Valmusone, della Vallesina ma anche del Maceratese e del Fermano (leggi l’articolo), quella notte aveva assaltato una ditta di pneumatici di Jesi non sapendo di essere pedinata dai carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia osimana, che studiavano i loro spostamenti da giorni.

Mario Antonio Luminoso

Gli uomini del capitano Raffaele Conforti, coordinati dal luogotenente Luciano Almiento erano sulle tracce di Luminoso ormai da settimane. Sentendo il fiato sul collo, il 42enne si era rifugiato nella sua abitazione in Puglia. Ieri sera alle 20, quando i militari sono entrati in azione con in mano l’ordinanza di applicazione della misura cautelare coercitiva, l’uomo si è asserragliato nella soffitta di casa, a San Severo ma poi è stato stanato e accompagnato nel carcere circondariale di Foggia. I suoi complici, tutti foggiani e già arrestati, sono sono accusati a vario titolo di furto aggravato in concorso, riciclaggio, resistenza a un pubblico ufficiale e lesioni personali. Si tratta di Giuseppe Console, autista foggiano di 52 anni residente a Loreto, ritenuto dagli inquirenti il basista della banda; dell’operaio 46enne Antonio Di Canio; dei braccianti agricoli Gaetano Di Canio di 48 anni, e Michele Di Canio di 42 del 42enne, dell’omonimo Michele Di Canio di 23 anni (incensurato); del 32enne Giorgo La Gatta; dell’autotrasportatore 26enne Pasquale Sarrocco, residente a Castelnuovo della Daunia e del 40enne Michele Arcangelo Soccio.

Capitano Raffaele Conforti, comandante della Compagnia carabinieri di Osimo

L’ultimo incriminato della banda dovrà  rispondere anche di rapina aggravata in concorso; riciclaggio ed autoriciclaggio aggravati in concorso perché, come gli altri è, accusato di essersi introdotto all’interno della ditta “Titan Italia spa” di Jesi, asportando pneumatici per trattori agricoli di varie marche e svariate misure per un valore complessivo di 125.000 euro; di averli caricati su un rimorchio di provenienza furtiva. Il mezzo, poi fermato dai carabinieri insieme all’autista che dopo essersi divincolato e aver provocato lesioni guaribili in 5 giorni ai militari che tentavano di bloccarlo, era riuscito a sottrarsi alle manette dandosi alla fuga. Per non essere identificato nell’immediatezza dei fatti aveva anche applicato targhe diverse sul trattore stradale e sul rimorchio con il carico dei pneumatici proprio per ostacolare le ricerche. Merce, provento di furto e di rapina, poi riciclata.

Il comandate Conforti illustra l’operazione insieme al luogotenente Luciano Almiento (alla sua destra)

Le indagini, però, non sono ancora finite. Mentre tutti e nove i componenti della banda restano reclusi in carcere, gli investigatori stanno cercando di appurare se altri furti consumati nella Val Musone e nella Vallesina con lo stesso modus operandi possano portare la firma della gang. A carico di tutti gli indagati sono state redatte le proposte per l’irrogazione delle misure di prevenzione per il foglio di via per anni 3 dalla provincia di Ancona, inoltrate alla competente Questura di Ancona. In collaborazione con la Compagnia di San Severo, inoltre saranno redatte le più gravi proposte di misure di prevenzione per la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nei luoghi di residenza, chieste al Tribunale di Foggia.

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