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‘LightCare’, la lampada intelligente
per i bambini ricoverati in ospedale

RICERCA - C'è anche una 29enne osimana, Sara Falasconi, nel team dei tre ingegneri che ha vinto il premio Innovazione dell'Associazione italiana ingegneri clinici nell’ambito del XVII Convegno Nazionale Aiic di Genova

I tre ingegneri clinici vincitori del premio Aiic: da sinistra Elisa Falistocco, Davide Ursetta e Sara Falasconi

Hanno inventato una lampada intelligente, ‘LightCare’, che utilizza la tecnologia Li-fi al posto del Wi-fi, per fornire contenuti multimediali a bambini ricoverati in ospedale. E con questo progetto, elaborato in 12 mesi, hanno vinto a Genova il premio Innovazione dell’Associazione italiana ingegneri clinici nell’ambito del XVII Convegno Nazionale Aiic. C’è anche un’osimana, Sara Falasconi, tra i tre ingegneri, ricercatori di domotica, che hanno lavorato in team per creare ‘LightCare’ e che si sono portati a casa il riconoscimento sabato 8 aprile.

Al Premio Innovazione Aiic hanno partecipato sessanta giovani progetti, dei quali solo tre ammessi alla rosa finale. I vincitori beneficeranno di un assegno di 5000 euro a vantaggio di start-up nell’ambito dell’ingegneria clinica. La 29enne osimana, laureata in Ingegneria civile alla Politecnica delle Marche, ed i colleghi 30enni Elisa Falistocco, ingegnere civile di Ancona, e Davide Ursetta, ingegnere biomedico di Catanzaro, si sono formati insieme in un corso post lauream, il progetto Shell, seguito prima l’Università di Ancona Politecnica, poi al Politecnico di Milano e successivamente all’Area Science Park di Trieste. Il loro ‘LightCare’, definito “innovativo, dal valore indiscusso” dal direttore scientifico del premio, Paolo Pari, si fonda sull’evoluta soluzione Li-Fi, acronimo di Light fidelity, ovvero un sistema di flusso ottico in grado di trasmettere contenuti web tramite la luce – sistema sviluppato nel 2011 da Harald Haas, docente dell’Università di Edimburgo. LightCare è una lampada che utilizza questo sistema di trasmissione dedicato ai bambini ospedalizzati per cure di media e lunga durata.

In Italia, ogni anno, più di 1 milione di bambini viene ricoverato e l’esperienza psicologica dell’ospedalizzazione giovanile risulta, da diversi studi, un vero e proprio trauma. Molto spesso i bambini, per superare il disagio psicologico, passano il tempo a giocare con smartphone o tablet. Ma questi dispositivi connessi alla rete sono una vera e propria sorgente di campo elettromagnetico che espone il bambino a possibili rischi e in alcuni reparti può creare interferenze con i dispositivi medici. LightCare usa la tecnologia Li-fi (light fidelity) che, a differenza del Wi-fi, non impiega campi elettromagnetici a radiofrequenza ma la sola luce.

“Proprio per evitare il ricorso a radiofrequenze, radiazioni e interferenze con i sistemi di cura abbiamo sviluppato Light Care, cioè è una soluzione che utilizza la luce di una innovativa lampada Led intelligente in grado di comunicare, attraverso una piattaforma di gestione di contenuti, a tablet che vengono messi a disposizione dei piccoli pazienti. – raccontano i tre ricercatori – In questo modo i centri di cura possono offrire ai bimbi ricoverati una biblioteca di cartoni animati, di contenuti educativi e di vari contenuti di compagnia, attraverso un flusso che non interferisce in alcun modo con le cure, perché usa la luce già accesa normalmente nelle camere”. La prossima sfida per tutti e tre sarà quello di mettere in produzione il progetto attraverso una start up.

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