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Shopping no stop
Tiger e Disegual aprono a Pasqua
Pasquetta nei centri commerciali

ANCONA - La catena danese e quella spagnola fanno cadere l'ultimo baluardo delle festività che resisteva insieme al Natale. Il lunedì dell'Angelo le chiusure sono una rarità. Contrari i sindacati: "Occorre una nuova normativa per imporre le chiusure. Aziende indisponibili ad una contrattazione sul tema"

Corso Garibaldi (foto d’archivio)

 

di Agnese Carnevali

Tiger e Disegual sdoganano l’apertura a Pasqua. La catena danese di casalinghi, cartoleria e gadget  osserverà la festività per il suo punto vendita di corso Garibaldi ad Ancona solo domenica mattina, poi porte spalancate dalle 15,30 alle 20, come in un normale giorno feriale. La catena spagnola di abbigliamento ha aperto il suo punto vendita dell’isola pedonale mattina e pomeriggio. Come loro, anche Camicissima. A Pasquetta tutti aperti, si conteranno sulla punta delle dita i punti vendita che osserveranno il riposo. I franchising del centro saranno aperti il lunedì dell’Angelo, a partire da Zara. Legato alle condizioni meteo il gruppo Calzedonia. In caso di pioggia, serrande abbassate, altrimenti porte aperte. Pasquetta da consueto lunedì anche nel colosso della grande distribuzione Carrefour, che rimarrà comunque chiuso a Pasqua, ed nel centro commerciale Grotte Center di Camerano, che per lunedì 17 proporrà anche lo show con il comico Paolo Ruffini dalle 16.30. Chiusi, invece, domenica e lunedì l’Auchan Conero alla Baraccola, mentre a Pasquetta saranno aperti gli altri punti vendita del gruppo Sma, e Ikea che sarà aperta il 25 aprile. “Chiusi per scelta” come recita lo slogan, i supermercati Coop per le prossime festività religiose e civili.

Ma se con gli anni a diventare “straordinarie” sono le chiusure più che le aperture, continuano ad esprimere il proprio dissenso per le scelte aziendali i sindacati. «Ribadiamo come sempre in concomitanza delle festività la valutazione negativa rispetto alle decisioni delle aziende – afferma Joyce Moscatello Cgil -. Ai lavoratori ricordiamo che è loro diritto soggettivo godere delle feste e che la presenza sul luogo di lavoro nei giorni festivi deve essere su base volontaria. Dietro alle scelte dei colossi – prosegue – non c’è alcuna logica di carattere commerciale. Soprattutto se le giornate saranno belle non si saranno persone nei centri commerciali. E comunque – prosegue ancora – è indispensabile uscire da questa deriva di mercificazione della persona e prendere coscienza del fatto che ci sono elementi sociali più importanti delle logiche del commercio. Aspetti a cui dovrebbe guardare innanzitutto la normativa». Ad introdurre la piena libertà alle aziende sulle giornate di lavoro, il governo Monti. «È necessario rivedere i regolamenti che devono imporre l’obbligo delle chiusure – riprende Moscatello – in accordo con una nuova legge nazionale. Una proposta di legge discussa nella X commissione è ferma in parlamento da due anni. Purtroppo senza norme è difficile, se non impossibile, intavolare trattative con le aziende sulle politiche delle aperture e delle chiusure, rispetto alle discussione delle quali sono totalmente indisponibili. Un buon lavoro di contrattazione – sostiene il sindacalista – è stato fatto con il gruppo Coop. L’impegno alle “chiusure per scelta” è stato contrattualmente stabilito in un percorso condiviso con i sindacati».

 

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