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Aria irrespirabile a Falconara:
cittadini protestano contro la Regione

ANCONA - I comitati Malaria, Ondaverde e Martin Pescatore stamattina hanno manifestato davanti al Palazzo del Consiglio regionale. Maggiori controlli e aggiornamento del registro tumori tra le richieste. Il 31 maggio l'incontro con le commissioni sanità e ambiente

La protesta in piazza Cavour dei comitati cittadini

di Giampaolo Milzi

Mentre la salute pubblica è sempre più a rischio a Falconara a causa dell’inquinamento, in particolare quello atmosferico, la “Regione continua a fare melina e la carenza, se non mancanza di controlli, è diventata ormai imbarazzante”.
Circa 40 dunque, stamattina, proprio di fronte al Palazzo della Regione in piazza Cavour, per protestare civilmente. Protagonisti del presidio, cittadini di Falconara, con forte presenza di residenti di Castelferretti, la frazione che da anni è diventata una sorta di epicentro delle ondate d’aria pestifera e potenzialmente nociva che periodicamente ammorbano l’atmosfera di tutto il territorio comunale. Non è un caso che – visto il precedente annuncio via Facebook della mobilitazione – ieri sera alle 19 i portavoce dei Comitati Malaria (dei quartieri Villanova e Fiumesino), dell’Ondaverde e del circolo Martin Pescatore di Legambiente che sostengono la eco-mobilitazione si erano visti recapitare dalle commissioni regionali Sanità e Ambiente un annuncio di convocazione sulla questione per la mattina del 31 maggio prossimo. Questione, sintetizzata in piazza da Loris Calcina (di Ondaverde), relativa a “una situazione di crisi ambientale che a Falconara è ormai ai minimi storici”. Già, un annuncio “last minute”, dalla Regione, ma oltremodo tardivo. Visto che “la madre” di tutte le motivazioni e richieste del presidio odierno era proprio l’indifferenza e latitanza che da un anno – hanno sottolineato i manifestanti – hanno manifestato le due commissioni. Commissioni che in riunione congiunta avevano ricevuto e ascoltato alcuni membri di quello che potremmo definire il “movimento dei nasi tappati causa puzza nauseante” l’11 maggio 2016, concludendo l’audizione con la promessa di invitarli di nuovo tre mesi dopo. Invece, un anno di silenzio. E la lista nera con la decina di richieste di misure e interventi istituzionali anti-inquinamento si è dunque materializzata ieri alle soglie della Regione. Con relativa pretesa – in una sorta di conferenza stampa a due passi dalla statua del Conte Camillo Benso – “di risposte concrete già da giugno”.
La lista nera, già, eccola in sintesi. Punto primo: l’assessore alla Sanità deve chiedere subito ad Ars e Arpa Marche di aggiornare la nota epidemiologica elaborata nel 2011 che segnalava dati su mortalità e ricoveri per patologie oncologiche a Falconara sopra la media regionale; va attivato davvero il Registro tumori istituito dalla Regione due anni fa, visto che fino ad ora non ha prodotto dati pubblici, e va e integrato con osservazioni sul numero di malformazioni congenite sempre a Falconara, dove secondo l’Arpam anche il livello di aborti spontanei supera quello medio marchigiano. E poi, l’oscuro caso dell’inadeguatezza delle centraline di monitoraggio dell’aria. I manifestanti tornano chiedere che ne vengano installate due nuove, fisse, una a Castelferretti e una a Palombina Vecchia. Quanto alle altre tre già presenti (Fiumesino, Villanova, Falconara Alta) vanno efficientate in modo omogeneo e rese in grado di rilevare costantemente tutte le sostanze chimiche pericolose (dai derivati di idrocarburi ai metalli pesanti) con l’aggiunta del benzene. Altro caso scottante, “diminuiscono i controlli, aumentano le fonti di rischio per la salute pubblica e l’ambiente”, ha sottolineato Roberto Cenci, di Malaria. Alcuni esempi, che secondo i comitati cittadini andrebbero controllati per le loro presunte ricadute sull’ambiente di Falconara: la ditta Buffarini che dal 2011 non tratta più solo fosse biologiche ma si occupa anche di stoccaggio e smaltimento di liquidi e fanghi provenienti da lavorazioni industriali; l’incendio del 15 luglio 2015 alla azienda Casali (che continua a produrre membrane bituminose), con due donne finite al pronto soccorso perché intossicate dai fumi; la Sea che tratta rifiuti speciali ospedalieri nel confinante comune di Camerata Picena; l’ok della Regione, senza valutazione di impatto ambientale, alla richiesta dell’Api di implementare l’attività di desolforizzazione del gasolio. Per questo il documento di piattaforma rivendicativa – quello che il 31 maggio i portavoce della mobilitazione no stop metteranno nel piatto della commissione congiunta regionale – si concentra anche sulla necessità impellente di una “moratoria” sia “per tutti gli iter autorizzativi richiesti per nuovi impianti in progetto nelle industrie insalubri già presenti nel territorio di Falconara e in quelli limitrofi” sia per “l’insediamento di nuove aziende di produzione di energia elettrica da fonti fossili, rifiuti o combustibili assimilati”.
“Altro che allarmismo, questi sono i fatti”, ha concluso oggi Calcina. In caso di mancanza di risposte concrete in tempi brevi da parte della Regione, il movimento di residenti e associazioni falconaresi acuirà le forme di protesta e presenterà nuovi esposti alla magistratura.

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