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Il buono della regione
in mostra a Fico
con Food Brand Marche

TIPICITA' – Tre mila imprese marchigiane dell'agroalimentare saranno in vetrina a Bologna nella Fabbrica Italiana Contadina voluta dal patron di Eataly Farinetti grazie al primo consorzio che riunisce i produttori di cibo e vino

Il direttore dell’associazione Alberto Mazzoni all’apertura dello stand di Food Brand Marche a Bologna

 

I prodotti e le imprese agricole della regione in mostra per un anno a Fico, la vetrina delle eccellenze agroalimentari italiane aperta a Bologna da Oscar Farinetti, il patron di Eataly. E’ il debutto per il marchio Food Brand Marche, il consorzio multifiliera, uno dei primi in Italia, che già in partenza conta circa il 50% del Pil wine&food delle Marche, con un fatturato aggregato di 750 milioni di euro. Sette i soci fondatori (BovinMarche, Consorzio vini piceni, Consorzio Marche biologiche, Consorzio Casciotta d’Urbino dop, Istituto marchigiano di tutela vini, Società Agricola Biologica-Gruppo Fileni, TreValli Cooperlat), che da soli rappresentano circa 3mila imprese agricole del territorio con produzioni che vanno dal latte alla carne, dalla pasta al vino, dall’olio a cereali e leguminose bio. Sotto l’ombrello di Food brand Marche – il logo che accompagnerà l’associazione – le compagini saranno impegnate a partire dalla Fabbrica Italiana Contadina di Eataly (dal 15 novembre per 12 mesi) nella promozione del brand regionale anche nelle principali rassegne internazionali del settore in Italia e all’estero, nella formazione agli addetti ai lavori e nell’informazione ai consumatori. L’associazione è aperta a chiunque produca o trasformi prodotti agricoli certificati e ha l’obiettivo di mettere in rete anche gli artigiani del cibo che faticano ad autopromuoversi, attraverso la partecipazione ai bandi di finanziamento nazionali e comunitari. “Il progetto Fico – ha detto la vice presidente della Regione Marche e assessore all’Agricoltura, Anna Casini oggi all’inaugurazione – nasce e si sviluppa ai confini regionali. La vicinanza con Bologna ci consente di intercettare un segmento turistico, quello enogastronomico, in continua crescita. Come Marche, dopo il sisma, abbiamo bisogno di visibilità e di opportunità per far venire sempre più turisti nella nostra regione. La loro presenza è fondamentale per consolidare la rinascita dei territori appenninici devastati, che vivevano di agricoltura e zootecnia, di eccellenze enogastronomiche da non disperdere, di cultura e sostenibilità ambientale. Fico, oltre che una vetrina, offre l’occasione di raccontarci e di proporci, di utilizzarla come volano della ricostruzione verde del nostro entroterra”. Per il direttore dell’Associazione produttori dell’agroalimentare marchigiano, Alberto Mazzoni: “Le Marche non possono competere sul piano dei numeri con altre importanti aree italiane; il confronto che possono vincere è senz’altro quello della qualità. L’idea – già sperimentata col vino – di fare squadra per portare a fattor comune il buono della nostra regione è stata pienamente condivisa dalle grandi compagini, che faranno da traino ai piccoli. Oggi c’è la consapevolezza di poterci muovere con successo sui mercati globali grazie a un settore, quello dell’agricoltura, che da noi rappresenta la metà dell’intera superficie regionale e dove il pil agroalimentare vale il 12% sul totale (il valore nazionale è al 7%), con una crescita del biologico più repentina di quella già notevole del Paese”.

L’assessore Anna Casini con i produttori della pasta di Campofilone

Nel nuovo hub dell’agroalimentare made in Italy di Bologna, nello spazio assegnato all’Associazione dalla Regione Marche, si alterneranno degustazioni, eventi speciali, corsi, presentazioni e focus sulle produzioni di qualità e sulle nicchie regionali. A Bologna Food Brand Marche propone una sintesi del patrimonio enogastronomico marchigiano che comprende 37 tra Dop, Igp, STG (Specialità territoriale garantita, di cui 21 vini), oltre 57 mila ettari coltivati ad agricoltura biologica (il 12,74% della superficie regionale), circa 100 prodotti certificati a marchio QM (Qualità Marche), limitandosi solo ai sistemi che prevedono la certificazione di prodotto, ai quali si possono aggiungere i 151 prodotti iscritti nell’Elenco regionale dei prodotti tradizionali e i 7 presidi Slow Food. Dopo Fico sarà la volta delle fiere-obiettivo: tra queste, Sol e Agrifood di Veronafiere, Tuttofood di Milano, Cibus di Parma, Sana di Bologna. Ma anche Il Fancy Food di New York, l’Anuga di Colonia, il Sial di Parigi o il Foodex di Tokyo. Tra le attività nel breve, la presentazione di uno studio Nomisma sullo stretto rapporto tra qualità dell’agroalimentare e qualità della vita nelle regioni italiane.

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