Morte di Azka, respinto il ricorso al Riesame: il padre resta in cella. Ieri mattina si era svolta l’udienza in cui il legale di Muhammad Riaz, l’avvocato Francesco Giorgio Laganà, chiedeva la scarcerazione del proprio assistito. Il padre di Azka è accusato di omicidio preterintenzionale della figlia che la sera del 24 febbraio scorso era stata investita da un’auto. L’investitore però sin da subito aveva detto che la ragazza era già sdraiata a terra. Il legale di Riaz ha sostenuto che non vi siano i gravi indizi di colpevolezza e ha evidenziato come le ferite trovate sul corpo della ragazza e la frattura che aveva alla mandibola sarebbero compatibili con l’investimento.
Il giudice che aveva convalidato il fermo, aveva sottolineato che a suo parere la ragazza stava fuggendo dal padre e che non era compatibile la versione fornita dall’uomo che diceva di aver visto che la ragazza attraversava la strada per raggiungerlo quando è stata travolta. Questo perché le lesioni trovate sul corpo della ragazza evidenziano il fatto che la 19enne era sdraiata a terra quando è stata investita. Resta da capire il perché. Secondo la procura la ragazza era sdraiata a terra, forse per sfuggire dal padre o perché picchiata da lui. L’uomo si trova in carcere a Modena, oltre che per l’accusa di omicidio preterintenzionale, anche per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia sulla 19enne. Il reato di maltrattamenti gli viene contestato anche per gli altri figli.
(Gian. Gin.)
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