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Pizza al formaggio,
tartufo e agnello: a Pasqua
vince la tradizione

MENU - Quasi tutti i ristoranti propongono piatti a base di carne e delle specialità marchigiane. Non mancano però tocchi gourmet con tecniche di cottura particolari e accostamenti poco tradizionali. I menu fissi vanno da un costo di 35 euro a persona fino a 80 euro

 

Tipicità marchigiane, con agnello, ciauscolo e tartufo, ma anche rivisitazioni in chiave gourmet con l’accoppiata coniglio e alici del Cantabrico. Ci sono gusti tradizionali ma anche incursioni nella modernità nei menu fissi proposti dai ristoranti della provincia per il giorno di Pasqua. In media, si va da un prezzo base di 35 euro fino ad 80 euro a persona. Quasi tutti i locali hanno preferito proporre ai clienti piatti a base di carne e pasta fresca, ma qualcuno non ha rinunciato a puntare sul pesce. Come ad esempio La Torre di Numana che per antipasto ha nel menu il carpaccio di muggine marinato con agrumi e paccasassi, il tonno scottato con ananas, peperone e salsa lima e il merluzzo in oliocottura con panna acida allo yuzu e puntarelle di cicoria. Come primo strigoli al nero di seppia con vongole, calamari, rucola e parmigiano per secondo la ricciola con pinzimonio di verdure e zucca gialla. Proposta più tradizionale per il ristorante Andreina di Loreto con lo chef stellato Errico Recanati. Si punta all’esaltazione di materie prime del territorio cucinate con tecniche alternative. E allora, come antipasto i clienti potranno assaggiare la cipolla bruciata e coratella,  il panzerotto fritto con pecorino ed erbe di campo, fava e guanciale  e un marshmallow di salame e pizza di formaggio. Per secondo,  gnocchi di patate di Montemonaco cotte sotto la cenere, capriolo, cicoria e pecorino. Al ristorante Le Noci di Agugliano spazio ai piatti tipici: pizza di formaggio con ciauscolo e crudo, sfilacci di coniglio con alici del Cantabrico, agnello farcito al tartufo e maialino marinato con mela e zenzero. Sapori tipici all’Hostaria Dietro le Quinte di Jesi con cappelletti, ciauscolo, uovo agretti e pecorino e crescia. Alla Degosteria di Ancona va in scena l’esaltazione delle materia prime cucinate con raffinatezza. Se per primo i clienti potranno assaggiare le tagliatelle allo stracotto di cinghiale, per secondo spazio al coscio di maiale, all’agnello alle erbe e al coniglio in potacchio. All’Accipicchia di Portonovo, il menu fisso prevede, tra le altre cose, la coratella d’agnello, gnocchi di coniglio e lo spiedo di manzo con crema di ceci e rosmarino. La Cantinetta del Conero di Osimo propone sia piatti a base di pesce che di carne. Nei primi, si possono trovare le raguse in porchetta, i passatelli alle vongole e le chitarrine di Campofilone con polpa di scampi, astice e cicale di mare. Nella proposta di carne, spazio all’agnello ma anche all’entrecote australiana. Sul mare, la Capannina di Falconara non può che allietare i clienti con piatti a base di pesce. Vince la tradizione con insalata di seppie, soutè di cozze, vongole, raguse in porchetta, strigoli allo scoglio e trancio di ombrina al forno con patate. Come dolce, quasi tutti i ristoranti propongono una rivisitazione della classica colomba, magari addolcita con della crema al mascarpone e un pizzico di polvere di cacao.

 

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