Il balzo di Pontechiaradovo in seguito alla seconda detonazione, più lieve della prima, eseguita intorno alle 15.00
di Sara Bonfili
E’ stato fatto esplodere stamattina lo sperone di roccia in località Pontechiaradovo di Genga che incombeva sull’abitato di Palombare. In particolare a saltare è stata la parte aggettante la ferrovia, segnata da una fessura molto evidente nella roccia rossa. Una detonazione azionata con un quarto d’ora di ritardo rispetto all’orario previsto per stamattina alle 10. Per questioni di pubblica sicurezza, i carabinieri di Genga hanno supervisionato le operazioni di innesco degli artificieri, con vigili del fuoco, sanitari del 118 e Protezione civile in allerta. L’amministrazione comunale di Genga ha cercato di tagliare i tempi per neutralizzare il potenziale pericolo racchiuso a suo giudizio, nel masso, in una zona sismica. L’area è stata transennata e le abitazioni dei residenti più a ridosso sono state fatte sgomberare, anche la famiglia che per protesta avrebbe voluto barricarsi in casa. A debita distanza, un pubblico di curiosi ha assistito alle operazioni. Tra loro giornalisti, curiosi e abitanti di Falcioni, Pontechiaradovo e Palombare, tra cui alcune persone che hanno sgomberato stamattina.
Una di questi, una signora di Palombare che ha perso recentemente la madre anziana, guarda con nostalgia lo sperone, raccontando di averlo visto da quando è nata e di aver fatto centinaia di passeggiate, nella pineta sopra e nei pressi del balzo di roccia, anche fino a una decina di anni fa e di non aver percepito mai il pericolo. Alcuni testimoni raccontano invece di esserci saliti sia sopra e sotto e di aver visto chiaramente la larga fessura in concomitanza della parte sporgente, proprio quella fessura che è servita d’aiuto per demolire il masso. Poi i controlli e le operazioni di disgaggio della parete rocciosa, da parte degli stessi addetti all’operazione di oggi, per assicurarsi che non ci siano massi pericolanti. Dureranno tutta la giornata e a seconda della situazione si deciderà come procedere con la messa in sicurezza e la rimozione della parte franosa. E’ stata fatta una seconda detonazione, più lieve, dopo le 15, probabilmente con le stesse modalità della prima.
Le operazioni di verifica con i droni dei vigili del fuoco erano iniziate ieri con il monitoraggio della parete di roccia e dell’area limitrofa con il personale S.A.P.R. (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto) che sono servite nella pianificazione e sicurezza dell’intervento. Le operazioni sono state coordinate dalla Prefettura di Ancona e ha visto partecipe la Regione Marche, Gruppo Ferrovie dello Stato e tutte le forze dell’ordine e di Protezione Civile. Per la demolizione della roccia sono state usate delle cariche esplosive a cura di una ditta specializzata a cui sono seguite verifiche su tutta l’area sia da terra che dai droni per verificare lo stato dei luoghi e delle infrastrutture presenti a fine operazioni. La linea ferroviaria sottostante della tratta Ancona – Roma è stata chiusa per tutta la durata dell’intervento.
(servizio aggiornato alle 15.20)
Il momento esatto dell’esplosione
Pochi secondi dopo l’eplosione del masso di Pontechiaradovo
Curiosi e abitanti delle frazioni a Falcioni durante la detonazione
Gli addetti all’operazione di detonazione controllata in cima al masso attendono di calarsi dall’alto per controllare la presenza di rocce instabili
Il balzo di roccia stamattina prima di essere parzialmente demolito. Si nota l’imbracatura di sicurezza che si è letteralmente aperta in due durante l’esplosione
Esplosione del masso di Genga: la protesta di alcuni residenti:“Non usciremo di casa”
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