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Prestava i soldi e ne chiedeva indietro
il triplo: strozzina condannata

ANCONA - L'imputata, una 69enne fabrianese, è stata condannata a scontare quattro anni di reclusione. La procura le aveva contestato cinque episodi di usura, ma è stata riconosciuta colpevole per un solo prestito illegittimo elargito a un imprenditore meridionale in serie difficoltà economiche

Il tribunale di Ancona

 

Era finita a processo con l’accusa di aver prestato soldi ad almeno cinque persone e poi chiesto la restituzione con tassi di interesse altissimi. Di tutti gli episodi contestati, alla fine il collegio penale ne ha riconosciuto solamente uno dove la vittima, un imprenditore di origine meridionale trapiantato nel Fabrianese, era stato costretto a versare 6 mila euro a fronte di un prestito di 2. Per questo, una 69enne ex contitolare con il marito di una stazione di benzina, è stata condannata a scontare quattro anni di reclusione. Assolta da tutti gli altri capi d’imputazione (una parte è stata dichiarata prescritta), dove le presunte vittime erano altri imprenditori, semplici lavoratori e persino casalinghe. Alla parte civile riconosciuta, l’imputata – difesa dall’avvocato Marco Pacchiarotti – dovrà un risarcimento danni di 4 mila euro. Già annunciato il ricorso in appello da parte della 69enne. Per tutti i cinque episodi contestati inizialmente, il pm Rosario Lioniello aveva chiesto una pena di sei anni. La donna era stata arrestata nel giugno 2011 a Fabriano, dopo la denuncia sporta da una presunta vittima. Per la richiesta di rinvio a giudizio, la procura aveva preso in esame prestiti sospetti perpetrati in un arco di tempo di quasi 10 anni, dal 2004 fino all’arresto dell’imputata. Uno dei maggiori episodi contestati dalla pubblica accusa riguardava le elargizioni di denaro di cui avrebbe beneficiato un’imprenditrice edile. Alla donna sarebbero stati fatti prestiti per 568 mila euro, tra assegni, cambiali e soldi contanti. Per la procura, l’imputata ne aveva pretesi oltre 800 mila, riuscendo anche a mettere le mani come garanzia della restituzione dei soldi su un immobile di Senigallia del valore tra i 300 e i 400 mila euro. Il caso per cui la 69enne è stata condannata è avvenuto tra il 2010 e il 2011. L’imputata avrebbe prestato all’imprenditore 2 mila euro. Alla fine, era stato restituito il triplo.

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