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Strage di Ustica, la Cassazione:
«L’Itavia va risarcita»
Vittoria storica per la famiglia Davanzali

SENTENZA - Le Sezioni Unite civili della Corte hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Ministero della Difesa e delle Infrastrutture che avevano impugnano i verdetti in cui erano stati giudicati responsabili per non aver impedito il verificarsi della tragedia avvenuta il 27 giugno 1980 sul volo Bologna-Palermo della compagnia gestita dal marchigiano Aldo Davanzali

 

Una vittoria che arriva dopo oltre 30 anni di battaglie legali e una verità la cui luce ha rischiato troppe volte di spegnersi. A dare il colpo di coda all’inchiesta sulla strage di Ustica è stata la Corte di Cassazione che ha ribadito  le cause della strage (un’esplosione esterna dovuta a missile lanciato da altro aereo”) e di come il Ministero delle Infrastrutture e della Difesa debbano risarcire l’Itavia, la compagnia aerea che al momento della tragedia – il 27 giugno 1980 – era gestita da Aldo Davanzali, l’imprenditore nativo di Sirolo e morto nel 2005  Loreto. Per tutti questi anni, la battaglia contro lo Stato è stata portata avanti dalle figlie Luisa e Tiziana che non hanno mai voluto mollare per avere giustizia. “Per noi questa sentenza è una grande vittoria, soprattutto a livello morale” ha commentato Tiziana. Dopo l’esclusione di ogni responsabilità della compagnia nelle cause della strage, rimane da decidere la quantificazione del risarcimento danni nei confronti della compagnia, ufficialmente fallita nel 1981 e da allora in amministrazione straordinaria. La Corte d’Appello, sezione civile, aveva stabilito una domma risarcitoria del valore di 285 milioni di euro. Ora, spetterà alla Terza Sezione civile della Cassazione a decretare se l’importo deve essere ridotto oppure aumentato. La sentenza che stabilisce la responsabilità dei Ministeri è arrivata da parte delle Sezioni Unite civili della Cassazione, chiamate ad esprimersi sul ricorso presentato dallo Stato contro le due sentenze della Corte d’Appello di Roma (2012 e 2013) che avevano addossato la responsabilità del disastro alle due parti chiamate in causa. Il ricorso è stato giudicato “inammissibile”. L’Itavia, dopo una campagna denigratoria che aveva fatto scivolare ombre sulla mancata manutenzione dei mezzi, non ha più operato dal dicembre 1980. La società ha sempre puntato il dito contro lo Stato, sottolineando la mancanza salvaguardia dei cieli durante quel maledetto 27 giugno, quando persero la vita 81 persone per un’esplosione in volo. Nonostante il governo Letta avesse deciso di non fare più ricorso contro il diritto dei familiari delle vittime di Ustica ad essere risarciti, dalla “pax” era stata esclusa Itavia. La contesa, dopo la morte di Aldo è stata portata avanti dalle figlie. “Siamo alle battute finali – ha commentato Tiziana – alla coda di tutta la questione, ma quanto sarà lunga questa coda? Finchè non lo vedo con i miei occhi, non dirò mai la parola fine. Sul risarcimento? Non mi preannuncio, voglio andare cauta. I soldi spettano alla società, se arrivassero a noi di sicuro li rimetteremo in circolo”. 

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