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Studenti-testimonial
per la nuova campagna Univpm:
“La Politecnica. La mia università”

ANCONA - Lanciata la nuova comunicazione istituzionale, che arriva anche sui social con i volti e le testimonianza di coloro che frequentano l'ateneo. Il rettore Longhi: «Vogliamo essere vicini alla realtà nella quale siamo inseriti ed aperti al mondo. Io primo rettore della storia della Politecnica ad essermi laureato qui. Dopo 44 anni in questo ateneo, riconfermo la validità della scelta». Non solo emozioni e suggestioni, anche i numeri sull'occupabilità e le giornate Open Day per attrarre gli studenti

La presentazione della nuova campagna di comunicazione della Politecnica da parte del rettore Sauro Longhi

 

di Agnese Carnevali

Gli studenti come testimonial ed un payoff semplice: “La Politecnica. La mia università». È la campagna immatricolazioni 2018/2019 dell’Università Politecnica delle Marche, lanciata oggi. Nessuna slogan di effetto, nessun modello selezionato ai casting. Ad essere affissi per le vie delle città o sui bus sono le facce di una ventina dei 17mila iscritti all’ateneo marchigiano, che hanno prestato non solo la loro faccia, ma anche la loro esperienza sul campo all’interno di Univpm per convincere altri giovani a frequentarla. Le clip con le loro testimonianza saranno presto online per la prima campagna social dell’Università, che non vuole essere assente da nessun canale di comunicazione possibile. C’è dunque la tecnologia, ma non manca anche il più tradizionale ed analogico, le giornate dell’Open day, che il rettore, Sauro Longhi, preferisce chiamare «di orientamento attivo». Il 18 ad Ancona, il 19 a Fermo ed il 20 a San Benedetto del Tronto, le sedi della Politecnica apriranno per un giorno le porte ai ragazzi delle superiori ed alle loro famiglie. «Il 77 per cento dei ragazzi che si iscrivono da noi provengono da famiglie di genitori non laureati − spiega Longhi −, per le quali conoscere la nuova realtà in cui saranno inseriti i figli è importantissimo, per questo anche i genitori saranno i benvenuti nelle tre giornate di orientamento attivo». In queste giornate gli studenti potranno anche cimentarsi in test psico-attitudinali, non selettivi, per mettere alla prova le proprie conoscenze.

Una campagna pubblicitaria, dunque, che attinge alla realtà per parlare più direttamente alle persone, per avvicinare l’Università al territorio ed alla vita di tutti i giorni. Da sempre una missione per il rettore, egli stesso testimonial speciale per “La Politecnica. La mia università”. Non comparirà sui manifesti, ma spiega: «Sono il primo rettore della storia della Politecnica che si è laureato in questo ateneo. Ho iniziato il mio percorso qui 44 anni fa, quando mi sono iscritto ad Ingegneria − racconta Longhi − ed ho vissuto la sua evoluzione e da tutti i ruoli che al suo interno si potevano ricoprire, da quello di studente appunto, fino a quello di rettore. Quarantaquattro anni dopo riconfermo la validità di quella mia scelta, perché per me l’allora Università degli Studi di Ancona rappresentava quell’ateneo capace di prendere ispirazione dai territori, che avevano un gran bisogno di alta formazione, per aprirsi verso l’esterno. Oggi siamo un’università aperta al mondo».

Il rettore mentre consegna un riconoscimento ad uno dei venti studenti-testimonial della campagna di comunicazione, Massimo Badaloni

Tra la ventina di volti che hanno firmato la campagna, ci sono anche loro: Massimo Badaloni, falconarese, tecnico di laboratorio biomedico ed ora impegnato nella laurea magistrale in Biologia molecolare. Le diverse opportunità di tirocinio in cui testare le proprie competenze quello che l’ha convinto a proseguire anche gli studi magistrali alla Politecnica, dopo il conseguimento della laurea triennale. «I primi tre anni mi hanno fatto appassionare alla Biologia molecolare ed eccomi qua, pronto ad andare avanti». Sogna di diventare una manager nel campo del marketing, Ilaria Fiorani, 22 anni, di Appignano. «Ho messo la faccia in questa campagna perché volevo comunicare a cuore aperto quello che sto vivendo in questa università. Quando ho finito la triennale in Economia e Commercio non mi sono guardata altrove, sapevo che qui potevo avere il meglio».

Il rettore Longhi che consegna il riconoscimento dell’università ad un’altra studentessa-testimonial, Ilaria Fiorani

I DATI DI UNIVPM. Non solo emozioni e suggestioni, il rettore spinge anche su fatti e numeri per attrarre verso la Politecnica. Quel 92% di occupabilità che Univpm garantisce ai suoi laureati, come riportato dall’ultimo report di Alma Laurea. Percentuale che sale al 120% quando si parla di Ingegneria «significa che i nostri ingegneri lavorano prima di essersi laureati», sottolinea Longhi, e che scende di qualche punto quando si tratta di Agraria (84%). Laureati che trovano subito lavoro ed anche adeguatamente pagati, con uno stipendio medio superiore alla media nazionale: 1.506 euro al mese, contro i 1.428 del resto d’Italia». Con una differenza di genere che però non va giù al rettore, che ha aperto l’anno accademico 2017/2018 proprio su questo tema, diventato una missione. «Una laureata impiegata nello stesso ruolo di un suo collega laureato guadagna mediamente 200 euro in meno ed in generale se la popolazione universitaria vede il 60% di studentesse poi il tasso di disoccupazione femminile resta più alto di quello maschile. Un dato nazionale e che ha bisogno di risposte a livello sociale, ma io farò tutto quanto in mio potere per cancellare questa differenza». Come? «Lanciando intanto alle ragazze il messaggio che non c’è facoltà o professione tecnica che non possa essere coniugata al femminile, e che sono molte le opportunità offerte dai nostri corsi di studio per trovare facilmente lavoro e ben retribuito, come ad esempio per Ingegneria informatica, dove è alta l’occupabilità, ma dove la presenza femminile si ferma al 18% di iscritte».

Un’università aperta al mondo, ma che guarda anche al territorio, alla realtà in cui è inserita, alle piazze delle città che la ospitano. Puntuali così come ogni anno, il quarto consecutivo ormai, tornano le “Lauree in piazza”, il 18 luglio a San Benedetto, il 20 a Fermo ed il 26 ad Ancona. «Non è propaganda, ma anche questa una testimonianza − aggiunge ancora il rettore − vogliamo essere a contatto con la società, fare vedere le nostre facce, i nostri strumenti, i nostri valori. Perché l’università deve essere popolare e non di élite. Oggi abbiamo tanti strumenti potenti, ma la piazza è ancora il luogo dove si riunisce il popolo, dove accadono e si condividono le cose importanti. E per il prossimo anno − conclude Longhi − aspettatevi cose grosse per festeggiare i 50 anni dalla fondazione dell’ateneo».

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