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Assunzioni fantasma per ottenere
il permesso di soggiorno: inchiesta
chiusa, oltre 400 indagati

INDAGINE - In 429 rischiano la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm. A 14 persone è stata contestata l'associazione a delinquere finalizzata, a vario titolo, al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, al falso e alla truffa ai danni dello Stato perché avrebbero stipulato falsi contratti di lavoro per regolarizzare la posizione di centinaia di stranieri. In tre anni sottratti indebitamente all'Inps quasi due milioni di euro

Foto d’archivio

 

Assunzioni fantasma per far ottenere a centinaia di stranieri il permesso di soggiorno o il suo rinnovo. Ma anche licenziamenti fasulli per richiedere il sussidio di disoccupazione. È attraverso questi due modi che un’organizzazione composta perlopiù da ditte della Vallesina avrebbe favorito un fiume di pratiche d’immigrazione fasulle per regolarizzare la posizione di cittadini extracomunitari, provenienti soprattutto dall’est Europa e dal nord Africa. L’inchiesta avviata dal pm Ruggiero Dicuonzo conta 429 indagati. A loro, nei giorni scorsi, è stato recapitato l’avviso di conclusione delle indagini. Quattordici persone sono accusate di associazione a delinquere finalizzata, a vario titolo, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al falso e alla truffa nei confronti dello Stato. Ottenendo benefici previdenziali e i sussidi d’occupazione, tra il 2013 e il 2016, gli indagati avrebbero sottratto all’Inps quasi 2 milioni di euro. Tutte le pratiche di assunzione verso una stretta cerchia di aziende, prevalentemente della Vallesina, sarebbero passate da uno studio di un consulente del lavoro di Fabriano. Si trattava, stando a quanto emerso, di contratti lampo, della durata di pochi mesi. Firme fasulle a cui facevano seguito anche buste paghe totalmente fittizie ma, sulla carta valide per l’ottenimento del permesso di soggiorno e di tutti i benefici previdenziali previsti dallo Stato. Inoltre, sarebbero anche stati simulati dei licenziamenti. Questo per far ottenere agli stranieri le indennità di disoccupazione. A scendere a compromessi con i titolari delle ditte finite nel mirino della procura sarebbero stati soprattutto tunisini, marocchini, moldavi e latinoamericani. L’indagine è stata portata avanti sul campo della Tenenza della Guardia di Finanza di Fabriano e dal locale Commissariato. Era stata proprio la polizia a insospettirsi di un flusso anomalo di richieste di permessi di soggiorno, peraltro quasi tutti derivati dietro la presentazione di buste paga firmate sempre dalle stese aziende dove erano stati falsamente assunti gli stranieri. Coloro per cui non è stata contestata l’associazione a delinquere (sono tutti gli extracomunitari che avrebbero beneficiato del raggiro proposto dal gruppetto dei 14) sono indagati per concorso in falso e truffa ai danni dello Stato.

(Fe. Ser.)

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