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Società regionale di garanzia Marche
al fianco delle imprese
per un accesso più facile al credito

L'INTERVISTA - Il presidente del confidi unico regionale, Maurizio Paradisi, ed il direttore, Luciano Goffi, presentano la nuova realtà della Srgm nata lo scorso luglio, al termine di un processo di aggregazione tra i confidi di Confindustria, Confartigianato e Cna, con l'obiettivo di facilitare l'accesso al credito delle imprese del territorio e di diventare interlocutore autorevole con le banche e le istituzioni. È il quinto confidi in Italia per grandezza con 40mila associati ed uno stock monte di garanzie di 400 milioni

da sinistra il direttore di Srgm, Luciano Goffi, ed il presidente, Maurizio Paradisi

 

 

Essere al fianco delle imprese, soprattutto a quelle di piccole e medie dimensioni, per facilitare il loro accesso al credito, mai vitale quanto complesso come in questi ultimi anni post crisi. Ma anche offrire consulenza ed accompagnare piccoli imprenditori ed artigiani a strutturarsi in maniera più moderna, restando al passo con i tempi. È per raggiungere questi obiettivi che Società regionale garanzia Marche (Srgm) dallo scorso 1 luglio si è ingrandita, inglobando Fidimpresa Marche – nata dalla fusione dei confidi delle associazioni di categoria Confindustria, Confartigianato e Cna – e la cooperativa Pierucci che si sono aggregate a Confidi Fermo e cooperativa Rabini che già costituivano, dal 1 gennaio 2017, la Srgm.

È il progetto di Confidi unico regionale, sul quale molto ha puntato anche la Regione Marche. Un soggetto più grande, con circa 40mila associati, e forte, il quinto in Italia, in grado di essere un intermediario, un ponte, solido, tra imprese e banche. A guidare Srgm, che presto si presenterà con un nuovo nome, più “friendly”, il presidente, Maurizio Paradisi (attuale presidente anche della Cna di Ancona), ed il direttore, Luciano Goffi (già direttore della Banca popolare di Ancona e di Banca Marche).

Il presidente di Srgm, Maurizio Paradisi

Presidente Paradisi, come nasce Società regionale garanzia Marche?

«Nasce dalla volontà delle associazioni di categoria quali Confindustria, Confartigianato, Cna di creare un confidi regionale di maggior peso, sia in senso numerico, con la presenza di molti associati, sia come capacità di risposta e molteplicità dei servizi da dare alle nostre aziende. Oggi che si è concluso il processo di aggregazione possiamo dire di aver superato le antiche conflittualità tra le associazioni di categoria e di essere una struttura più forte sul territorio, grande ma con una diffusione capillare. Non solo. Siamo una voce importante nei confronti degli istituti bancari perché siamo in grado di fornire migliori garanzie per aiutare le imprese ad accedere al credito. Ma la nostra non è solo una funzione economica per così dire, ma anche culturale, perché facciamo anche formazione alle piccole e medie imprese rispetto a quali siano i criteri da seguire per presentarsi nel miglior modo alle banche. La nostra vera mission è accompagnare le imprese, individuando quali sono le opportunità di liquidità».

Il direttore di Srgm, Luciano Goffi

Direttore Goffi, quali sono i servizi, dunque, che Srgm può offrire alle imprese e quali le attività nelle quali è impegnata?

«L’aggregazione ci ha consentito di diversificare l’offerta dei servizi di garanzia alle banche a favore dei nostri associati. Rispetto a questo noi siamo gli intermediari tra l’impresa e la banca. Essendo vicini all’impresa e conoscendo bene i nostri associati siamo in grado di fornire alla banca anche quelle informazioni, le così dette “soft information, che spesso sfuggono agli istituti di credito, ma che sono fondamentali per testare l’affidabilità di un’impresa. Parliamo di quelle qualità che non è possibile vedere solo dai bilanci. Perché magari i numeri non sono brillanti, ma c’è una tutta una serie di aspetti intangibili che fanno sì che l’impresa meriti fiducia e credito. Questo è ciò che fa Srgm, colmare quel gap. Dare alle banche quei dati che fanno fatica ad acquisire. Importante è poi anche il lavoro che facciamo rispetto ai bandi europei per i quali non forniamo solo consulenza, ma rilasciamo, ad esempio, direttamente le fideiussioni che la Regione chiede per i beneficiari dei contributi. Ma siamo anche in grado di dare piccoli finanziamenti. Operazioni veloci che magari la banca non è interessata a fare ma che invece risultano vitali per i piccoli imprenditori».

Più grandi, ma sempre vicini all’impresa, come siete strutturati per raggiungere i vostri 40mila associati?

G. «Siamo presenti in tutte le province delle Marche con circa 50 consulenti, nostri dipendenti che sono dislocati sui territori provinciali in modo da poter sempre mantenere un contatto diretto con gli associati. I nostri presidi si trovano all’interno degli uffici decentrati delle associazioni di categoria. Così ogni artigiano e imprenditore può sempre trovare il personale pronto ad istruirgli la pratica».

Qual è l’identikit dell’imprenditore che si rivolge a voi?

G. «Il nostro mercato di riferimento è prevalentemente quello delle Marche, ma abbiamo anche qualche associato da fuori regione. La struttura produttiva della manifattura è quella più rappresentata, ma si rivolgono a noi anche tanti commercianti ed un certo numero di agricoltori. Ci rivolgiamo soprattutto ad imprese piccole, piccolissime e medie, ma l’ambizione è quella di riuscire ad essere utili anche ad imprese più grandi e strutturate, non a caso anche Confindustria è tra le associazioni che hanno avallato il processo di aggregazione».

Srgm come si posiziona in termini di quote di mercato a livello locale e nazionale?

G. «A livello nazionale siamo il quinto confidi per dimensioni. Abbiamo uno stock monte di garanzie in essere di circa 400 milioni, a cui si aggiungono nuove operazioni di circa 100 milioni. L’obiettivo è comunque crescere. Ci stiamo organizzando per fare nuovi volumi, che possano consentirci anche di essere più veloci, di servire prima il cliente. Puntiamo ad essere il confidi principale interlocutore delle Marche. Questo non significa che il piccolo confidi sia inutile, ma abbiamo ritenuto servisse un’autorevolezza diversa anche per uscire dal territorio».

Obiettivi futuri?

Paradisi: «Abbiamo vinto nei giorni scorsi un importante bando della Regione da 24 milioni per fondi di garanzia, 9 dei quali per la zona del terremoto. Risorse che aiutano noi e le imprese perché se noi garantiamo un’impresa e quell’impresa non dovesse farcela, una parte della perdita verrebbe coperta da queste risorse pubbliche. Come confidi, avendo questo tipo di “controgaranzia” pubblica posso rischiare di più e aiutare più imprese. Vogliamo inoltre mettere a punto una nuova operatività della struttura affinché il confidi possa essere sempre più moderno. Vogliamo fare in modo che i tempi delle risposte si accorcino. In una settimana vorremmo essere in grado di dare risposte alle pratiche più piccole, quindici giorni per le più complesse».

Un’ultima domanda, come sta il tessuto imprenditoriale delle Marche? 

P. «Sono stati 10 anni difficili, ma le aziende che sono sopravvissute alla crisi hanno tutte le carte in regola per guardare al futuro, pur accettando di adottare un sistema di operatività diversa rispetto al passato».

(A. C.)

(foto Giusy Marinelli)

 

 

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