facebook rss

L’Umbria boccia l’alleanza M5s-Pd,
Gostoli: «Marche 2020 sarà differente»
Acquaroli (FdI) esulta e lancia Castelli

LE REAZIONI AL VOTO - Il segretario regionale dem non considera il risultato di ieri una sorpresa: «Uscivamo da scandali che hanno portato alle dimissioni della governatrice. La nostra regione non sarà mai terra di conquista dell'ultradestra ». Soddisfatto il deputato di Fratelli d'Italia, che parla anche della coalizione per il prossimo anno: «L'ex sindaco di Ascoli potrebbe essere il nostro candidato se come sembra toccherà a noi esprimerlo»

 

Giovanni Gostoli

 

di Gabriele Censi

L’Umbria, dopo 50 anni di giunte di sinistra, ha scelto in modo netto di punire l’accordo Pd-M5s nelle elezioni regionali, con il successo della candidata della Lega Donatella Tesei che ha avuto il 57,5% delle preferenze, venti punti in più del principale avversario Vincenzo Bianconi.  Con la Lega primo partito, fa registrare un vero e proprio exploit anche Fratelli d’Italia, che arriva a un risultato a due cifre(10,4%) e doppia Forza Italia, ferma al 5,5%. La coalizione di centrodestra raggiunge tutta insieme il 58,84%, ovvero 22 punti di vantaggio rispetto ai voti presi dalla cosiddetta alleanza civica composta da Pd e M5s (36,8%). Il risultato potrebbe avere riflessi anche sulle Marche dove si stava lavorando alla possibilità di replicare l’accordo giallo-rosso. Di Maio ha parlato di esperimento fallito. Il segretario marchigiano Pd Giovanni Gostoli si concentra sul suo partito e parla di risultato scontato dopo gli scandali umbri mentre, nelle Marche la situazione sarebbe diversa. 

Francesco Acquaroli in Parlamento

Anche il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli, ha commentato il risultato in chiave nazionale e locale: «Una vittoria importante e netta da parte del centrodestra. Mi fa piacere il consenso raddoppiato per il nostro partito, in una regione storicamente rossa. Il risultato lascia margini per costruire un’alternativa ancora più forte. Per le Marche stiamo lavorando con tutta la coalizione ad un tavolo programmatico che mette al centro la valorizzazione dell’entroterra, il recupero del gap nord-sud nelle infrastrutture, tutela dei servizi sanitari e rilancio del lavoro». Potrebbe essere Guido Castelli il candidato del centrodestra alle regionali? «Castelli ha una lunghissima esperienza ed è una figura autorevole come possibile presidente, se come sembra negli equilibri nazionali, per le Marche potremmo esprimere noi il candidato dovrebbe essere lui. Non sarà facile, c’è una crisi di competitività importante della regione, si polemizza tra il capoluogo e gli altri territori ma le difficoltà sono dappertutto. Serve una capacità di reazione, l’esempio della ricostruzione è lampante, con le procedure così complicate non ne usciamo».

Si attendono dunque i passaggi di Calabria ed Emilia Romagna per ufficializzare i nomi  per la campagna Marche 2020 del centrodestra, mentre sull’altro fronte arriva il commento del segretario regionale Pd Giovanni Gostoli: «Mi stupisco di chi si stupisce: la sconfitta in Umbria non era inaspettata. Negli ultimi anni il centrosinistra umbro aveva perso molte città importanti. E poi uscivamo da scandali che hanno portato alle dimissioni della presidente di Regione e del segretario regionale Pd. La situazione nelle Marche è differente e alle ultime amministrative abbiamo vinto nei 2/3 dei comuni al voto. Però siamo consapevoli che la sfida è controvento, perché nelle ultime nove regioni al voto il centrosinistra ha perso ovunque. Prima ancora dell’alleanza serve un Pd unito e non litigioso con un programma concreto per i marchigiani e candidature credibili nei territori. In Umbria l’alleanza con i 5 stelle è stata costruita all’ultimo minuto, calata dall’alto, in un contesto di partenza difficile – prosegue il segretario dem – è sembrata operazione di Palazzo. Ciò che stiamo facendo nelle Marche è diverso. Prima di tutto stiamo riorganizzando il campo del centrosinistra aprendo ai civismi su un progetto di buon governo. Una possibile alleanza con i Cinquestelle è utile se non è contro qualcuno, ma per fare qualcosa. Per essere credibile deve costruirsi dal basso e su impegni concreti per la vita delle persone, non su alchimie politiche. Le Marche non saranno mai terra di conquista dell’ultradestra, di chi semina odio, della Lega. Le Marche appartengono ai marchigiani e a chi ha scelto di vivere in questa terra meravigliosa all’insegna della solidarietà e del saper fare».

</

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X