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L’arcivescovo Spina in visita
all’ospedale di Torrette
ringrazia gli operatori sanitari

ANCONA - Ieri pomeriggio il pensiero del presule è andato a medici, infermieri, tecnici ma anche ai malati e a tutte le persone che sono state costrette alla lontananza dai propri affetti a causa del Covid 19

L’arcivescovo Angelo Spina all’ospedale di Torrette

 

 

Il vecchio ingresso dell’ospedale di Torrette gremito da operatori sanitari e dai vari professionisti impegnati in prima linea sul fronte Coronavirus. L’occasione è stato il saluto, il messaggio e la benedizione che l’arcivescovo della diocesi Ancona-Osimo Angelo Spina ha voluto portare ieri pomeriggio a chi lavora ma anche a chi soffre in corsia. Ad accoglierlo, tra gli altri, c’era il direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti Michele Caporossi, il presidente della Fondazione Ospedali Riuniti Marisa Carnevali e la direttrice della clinica oncologica Rossana Berardi. E poi la musica, quella della pianista Agnese Sanna che ha accompagnato l’incontro con due capolavori: l’”Hallelujah” di Leonard Cohen, resa ancor più commovente dal fatto che a cantarla è stata anche una parte della platea, e la sua composizione “Hero”, con un titolo che parla da sé.

L’incontro è stato chiesto e ottenuto dalla Fondazione Ospedali Riunti di Ancona, su suggerimento di alcuni membri del personale ospedaliero, sottolinea una nota stampa della Diocesi di Ancona-Osimo. Nell’occasione, il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi ha elogiato il grande lavoro fatto dalla struttura che, in questa emergenza, ha confermato la propria importanza sociale e tecnica di livello nazionale. Il pensiero dell’arcivescovo è andato a medici, infermieri, tecnici ma anche ai malati e a tutte le persone che sono state costrette alla lontananza dai propri affetti a causa del Covid-19. «Pasqua è risurrezione, vita e speranza. Il futuro è proprio la speranza che non significa vuoto ottimismo, ma l’andare insieme in un’unica direzione- ha detto mons. Spina- siete stati definiti eroi giustamente, perché le vostre imprese nascoste dietro a una mascherina o dentro una tuta sono per l’umanità un segno di grandezza, bellezza e pace». Al messaggio è seguita una preghiera a Maria, la benedizione e un pensiero a chi è stato portato via dal Covid: «A quelle persone sepolte a volte in un modo che ferisce l’anima» ha ricordato l’arcivescovo.

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