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«Fare bene e in fretta:
così salviamo le imprese»
Oltre 700 richieste con la Legge 13

ECONOMIA - Per il Confidi Uni.Co. è uno strumento da incentivare. Intervista al direttore generale Paolo Mariani: «“Servono interventi di sostegno alla liquidità per il tempo che sarà necessario ad un eventuale lockdown»

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Paolo Mariani (foto dal sito www.uni-co.eu)

di Andrea Braconi

Fare bene e fare in fretta. Per Paolo Mariani, direttore generale del Confidi regionale Uni.Co., la fase che stiamo attraversando necessità di risposte certe ed immediate alle imprese e a tutto quel mondo del lavoro che, soprattutto se si arriverà ad un nuovo lockdown, potrebbe ritrovarsi in condizioni di drammatica fragilità.

Direttore, il quadro nazionale sta peggiorando, in Europa la Francia si sta già proiettando verso una nuova chiusura totale. Lei aveva rimarcato in occasione della prima ondata come il tempo fosse un fattore determinante Qual è la sua visione oggi?

“È veramente difficile avere una visione che abbia una validità superiore alle 12 ore, perché la situazione ha una capacità di mutare, e purtroppo in peggio, impressionante. Ho timore che la diffusione non dico sia fuori controllo, ma su livelli difficili da gestire con lockdown parziali. Mi auguro che funzionino i meccanismi posti in essere dal Governo, ma qualche timore che non sortiranno gli effetti desiderati ce l’ho. È chiaro che oggi pesa molto l’elemento psicologico, è la seconda volta che ci cadiamo; un eventuale lockdown totale avrebbe ripercussioni importanti dal punto di vista economico e nel dire ciò penso in particolar modo a tutte quelle imprese deboli, perché non ancora disintossicate, dalla precedente chiusura che oggi vedono spostarsi in avanti senza un orizzonte chiaro il punto per una credibile ripartenza. È necessario comunque rimboccarsi le maniche sostenendo le aziende, sia per il valore sociale delle stesse e quindi per l’occupazione che danno, per il Pil che generano e per il benessere che di conseguenza creano. Anche in questo caso dovrebbero avviare rapidamente interventi di sostegno alla liquidità per il tempo che sarà necessario al lockdown; l’elemento rapidità è dunque fondamentale.”

E in questo contesto cosa possono fare strutture come le vostre?

“Penso che potrebbero aiutare a veicolare velocemente le iniziative che anche le istituzioni regionali possono elaborare. Lo abbiamo già dimostrato con il precedente intervento e se valutassimo iniziative integrative potremmo dimostrarlo anche adesso. La rapidità è fondamentale, ripeto, ci si arriva in condizioni psicologiche di debolezza a questo ipotetico ulteriore lockdown. E ci può stare che qualcuno sia tentato di mollare definitivamente, quindi l’elemento tempo è ancora più importante di prima.”

Quanto è cruciale fare sistema?

“La Regione può pensare a strumenti per poter intervenire, ritengo che il nuovo assessore alle Attività Produttive si stia muovendo bene, ascoltando le associazioni di rappresentanza, cercando in sostanza di creare quella rete e quegli strumenti che servono per tutelare il territorio e per tutelare le imprese. Noi come Confidi Uni.Co. siamo a disposizione per realizzare tutte quelle iniziative, nei limiti delle nostre possibilità, che possono aiutare le imprese. Certo è che noi non esistiamo senza le imprese, ma neanche le Istituzioni hanno senso senza il lavoro. Dobbiamo fare bene e fare in fretta.”

A proposito di strumenti, facciamo il punto sulla Legge 13.

“Parliamo di una legge che prevede la possibilità di avere anche un credito diretto da parte del Confidi il cui capitale è messo per il 50% dalla Regione e il restante 50% dal Confidi, con un tasso massimo del 2% calcolato sulla sola parte del Confidi. Ad esempio: se io erogo 10.000 euro, 5.000 li mette la Regione e 5.000 il Confidi, ma il 2% è calcolato solo su 5.000 e questo sta a significare che il tasso finale è dell’1%.”

C’è anche l’altra linea del contributo in conto interessi e in conto spese di garanzia.

“Questo contributo può arrivare fino ad un valore di 12.000 euro con una copertura massima sugli interessi pari al 70%. Gli interessi applicati dalle banche sui finanziamenti che usufruiscono della Legge 13 sono in gran parte coperti dal contributo. La Regione ha previsto un Taeg bancario massimo applicabile pari al 4% con la presenza del Fondo Centrale di Garanzia. In tal modo la stessa ha posto in essere una politica economica calmieratrice del costo del credito, favorendo le imprese. Dal loro canto le banche sono comunque tutelate perché non solo hanno la garanzia del Confidi, ma alla stessa si aggiunge dove possibile la riassicurazione del Fondo Centrale di Garanzia.”

Quante imprese ne hanno fatto ricorso?

“Ad oggi nelle due varie fasi che hanno interessato la Legge 13 sono circa 1.344 le imprese che hanno beneficiato delle misure previste nella stessa Legge, con volumi che sono in continua fase di crescita. Le imprese hanno esigenze di liquidità, sia per finanziare nuovi investimenti, sia per sostenere l’attività imprenditoriale in questo periodo. Stiamo vedendo che le richieste giunte al nostro Confidi per la Legge 13 sono già vicine ad un numero di 700, quindi tantissime, sia di contributo in conto interessi, sia per credito diretto. A questo si aggiunge un altro tema, e cioè le imprese che sono andate in lockdown totale o parziale. Penso che la Legge 13 potrebbe essere utilizzata nella sua versione credito diretto anche per sostenere le imprese che riceveranno un contributo a fondo perduto da parte dello Stato, che però copre una parte della liquidità mensile che loro vanno a perdere. Questa legge può essere un valido strumento per imprese più sfortunate di altre, che sono state appunto oggetto di chiusura totale o parziale. Quindi, questo intervento al di là di tutto mi sembra che continui ad avere una sua forte validità e sicuramente va utilizzato ed incentivato.”

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