di Giampaolo Milzi
Almeno una decina di platani coi “piedi murati nel catrame”, dopo che altri erano stati lasciati morire senza cure. E’ accaduto di recente in via Pergolesi, lungo scendendo il lato sinistro. A fronte di questa «ennesima scelta sbagliata dell’Amministrazione comunale» stamattina oltre una ventina di persone hanno risposto all’appello di Altra Idea di Città (AIC), organizzando un presidio sul posto – presenti anche residenti, semplici cittadini e ragazzini che hanno steso fili verdi con cartelli di protesta tra i tronchi – per denunciare una realtà ormai intollerabile, «Ad Ancona, così ricca di verde, manca proprio una vera, seria politica del verde, si procede a singhiozzo, con operazioni estemporanee e controproducenti, privilegiando in troppi casi pratiche drastiche come questa e soprattutto come l’abbattimento di alberi e la loro capitozzatura, senza che prima le essenze arboree vengano curate, concimate e potate a dovere», ha detto Francesco Rubini, consigliere comunale di Altra Idea di Città. In via Pergolesi, i tecnici degli uffici comunali, preso atto che le radici dei platani erano cresciute troppo ed erano emerse in superficie lesionando il marciapiede, si sono limitati a livellarle coprendole con una piccola area rettangolare di catrame. Quelli di AIC, tempo fa, partecipando ad un’assemblea alla quale erano presenti anche i membri di Arcopolis, associazione che si batte per una migliore qualità della vita al rione Archi, avevano incontrato la sindaca Mancinelli e l’assessore alle Manutenzioni Foresi chiedendo di lasciare perdere il tamponamento col catrame, e in alternativa di allargare un po’ il marciapiede e di predisporre delle grate traforate alla base dei platani, «ma il sindaco ha optato per salvare il marciapiede lasciandolo così e incatramandolo alla base dei platani, negando loro il nutrimento, e il problema quando le radici comunque cresceranno di nuovo si ripeterà», hanno fatto notare i manifestanti.
Il caso catrame di via Pergolesi è solo l’ultimo di una lunga serie di una lista da “pollice nero” adottata in modo cronico dal Comune: «Ricordo che, sempre motivando gli interventi in modo poco chiaro, ad esempio presunte malattie, sono stati abbattuti poco tempo fa i caratteristi alberi di Giuda a piazza Diaz, bruciate pile di allori e buttati giù alberi da frutta al parco del Cardeto, eliminati i salici piangenti al parco del Passetto vicino ai laghetti, spazzati via alberi nella zona sotto il duomo, sacrificate alcune palme che potevano essere salvate quando è stata ristrutturata piazza Cavour», ha ricordato Tiziana Tosto, sempre di AIC.
Anche questa zona, che confina col parco Pacifico Ricci (che scende agli Archi) «è un bosco trasformato in discarica, un polmone verde abbandonato da anni dall’Amministrazione comunale nell’incuria più totale» ha segnalato Loretta Boni, del CP3 (ex Circoscrizione) Archi-Vallemiano.
Sulla pratica dell’abbattimento in genere, come ultima soluzione possibile, e la mancanza di una virtuosa programmazione in tema di verde pubblico, è tornato il biologo Claudio Zabaglia, ex funzionario della Regione Marche: «Ancona è una delle poche città che non ha approntato un censimento di tutte le specie e degli esemplari presenti. Si parte quindi col piede sbagliato. Né risulta che il Comune tenga conto del manuale guida redatto dal Ministero nel 2017 proprio ad uso delle municipalità. Una guida che sollecita, oltre al censimento, una pianificazione, progettazione, cura, manutenzione e nuove piantumazioni adatte e certi spazi urbani, che indica come le potature non vadano compiute in modo pesante e solo ogni tanto, ma in modo mirato e secondo un cronoprogramma. Un guida che auspica scientifiche valutazioni di stabilità degli alberi prima di abbatterli. Inoltre il Comune non si avvale della possibilità messa in campo dall’Assam che fornisce gratuitamente semi e alberelli per nuove piantumazioni». «Il Comune di Ancona – ha aggiunto Francesco Rubini – a differenza di altri Comuni marchigiani, è privo di un regolamento del verde, malgrado quanto disposto dall’art. 20, comma 6 della legge regionale 23/02/2005 che detti norme su tutela, progettazione, realizzazione e gestione e cura del verde urbano. Oltre a questo regolamento – ha aggiunto Rubini – chiediamo nuove piantumazioni coinvolgendo finalmente i CTP e i cittadini, le cui segnalazioni di criticità nel settore non vengono ascoltate in Comune. Contraddittorio e anacronistico pensare ad un’Ancona città capitale della cultura nel 2022 – ha concluso Rubini – senza che la Giunta prenda atto che il verde è cultura, la sua cura un elemento si sensibilità civile. Occorre quindi una svolta ecologica nella politica di settore. Il verde limita lo smog e migliora la qualità dell’aria, e invece questa Amministrazione continua ad insistere per la progettazione di parcheggi (quello San Martino, ndr) in pieno centro attrattivi d traffico veicolare, progetta nel porto storico una banchina per meganavi da crociera iper inquinanti, investe poco nel trasporto pubblico, non allarga le zone a traffico limitato e non ne realizza di nuove».
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