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«Le scuole chiuse, tutto il resto aperto»
«Basta decisioni sulla pelle delle famiglie»

ANCONA - La posizione di Altra Idea di Città e del Pci sull'ordinanza firmata ieri dal sindaco Mancinelli che prevede la blindatura degli istituti fino al 14 marzo

 

«Se la situazione è grave allora si devono chiudere tutte le attività non essenziali e garantire reddito e sussidi a tutti. Invece questo non si fa. E’ passato un anno dall’inizio della pandemia, se ci troviamo in questa situazione e si chiudono ancora le scuole come in un incubo senza fine ci sono precise responsabilità, perché non è stato mai fatto un tracciamento serio dei contagi (per farlo serve il personale), non si fanno i tamponi, non si sono assunti medici ed infermieri, siamo in gravissimo ritardo sui vaccini a causa delle scelte irresponsabili del governo e dell’UE che hanno privilegiato le multinazionali del farmaco anziché la salute dei cittadini». Così il gruppo Altra Idea di Città sulla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado decisa ieri sera dal sindaco Valeria Mancinelli. Gli istituti saranno off limits fino al 14 marzo.  In poche ore i genitori si sono dovuti organizzare «per lasciare i figli (ai nonni ovviamente con annessi rischi per la loro stessa incolumità), visto che tutte le altre attività sono aperte e quindi i genitori lavorano. Se la situazione dei contagi è grave (e lo è) come si fa a chiudere asili e scuole e lasciare aperto tutto il resto? Come si fa a tollerare che mentre si chiudono le scuole si fanno inaugurazioni di ipermercati o si permettono mercatini dell’usato in Piazza Pertini?» Sulla questione è intervenuta anche la sezione anconetana del Pci: «Si ordina la chiusura di scuole e asili, come se questi fossero le fonti principali di infezione; mentre restano aperte tutte le altre attività, compresi i centri commerciali, dove pochi giorni fa proprio ad Ancona migliaia di persone si sono assembrate all’inaugurazione dell’ennesimo ipermercato. Senza che la sindaca e le altre autorità abbiano avuto nulla da ridire. Le scuole, dove le regole vengono rispettate, che collaborano puntualmente con le Asl segnalando tempestivamente eventuali contagi e prendendo le relative precauzioni, diventano il capro espiatorio di una politica che vuole mostrare di occuparsi della salute mentre considera intoccabile il profitto. E’ un modo anche per deviare l’attenzione dalle condizioni in cui è stata ridotta la sanità pubblica, massacrata dai governi di centrodestra e centrosinistra – con lo stesso unanimismo con cui oggi le stesse forze si sono raccolte attorno e dentro il governo Draghi – per consegnare pezzi crescenti della sanità all’arrembaggio dei privati».

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