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Nel 2020 il Covid è costato 191 milioni
Ma le casse regionali restano in ordine

LA CORTE DEI CONTI ha dato oggi giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione, prendendo in esame la gestione finanziaria dello scorso anno, durante il quale c'è stato, tra settembre ed ottobre, il passaggio di testimone tra la giunta Ceriscioli e quella Acquaroli. Restano sotto i riflettori le partecipate e preoccupa la ricostruzione privata

L’aula del giudizio di parificazione con relatore Guido Castelli

 

di Martina Marinangeli

Nel 2020, i costi legati alla gestione dell’emergenza Covid sono stati, nelle Marche, pari a 191 milioni di euro. Di questi, 93 milioni sono arrivati dallo Stato, mentre gli altri 98 milioni sono stati erogati dalle casse regionali. È il quadro tracciato dalla sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti nel giudizio con cui ha sancito la parificazione del Rendiconto generale 2020 della Regione. Nel bilancio si è aperto un centro di costo specifico indicato come «COV 20» al quale sono state imputate spese per 125,5 milioni di euro, parte dei 191 milioni di costi complessivi di gestione della pandemia. Tra le voci, vengono annoverati 113,2 milioni per beni (53,2) e servizi (60), tra cui quelle per i Dispositivi di protezione individuale e medici (27,5 milioni), i reagenti per screening e test sierologici, i prodotti per sanificare gli ambienti, consulenze e prestazioni accreditate, le prestazioni lavorative aggiuntive del personale sanitario durante l’emergenza ma anche i ricoveri di pazienti Covid con minor carico assistenziale presso case di cura private. Nel giudizio di parificazione dato oggi dalla Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti, presieduta da Vincenzo Palomba, con via libera della Procura regionale guidata da Alessandra Pomponio, si sottolinea come, «nel 2020, la Regione Marche sia stata in grado di affrontare le conseguenze negative del contesto di straordinaria ed eccezionale emergenzialità e di garantire il mantenimento degli equilibri di bilancio della gestione finanziaria, sia di competenza che si cassa». Lo scorso anno è andato in scena il passaggio delle consegne, tra settembre ed ottobre, tra la giunta Ceriscioli e quella Acquaroli, ed è questo il lasso temporale esaminato nella relazione.Un capitolo a parte meritano le partecipate, dall’Interporto alla fu Aerdorica, oggi Ancona International Airport. Per quest’ultima, la Sezione di controllo esprime «perplessità circa la prospettiva di continuità aziendale che appare, quantomeno con riferimento all’esercizio 2021, basata quasi integralmente sulla disponibilità di risorse statali e regionali». Quanto alla ricostruzione, la Procura rileva «ritardi nell’emissione dei decreti e nella conseguente liquidazione delle somme, circostanze idonee a far ritenere che la fase della ricostruzione privata sia lontana dal potersi ritenere prossima ad una sua conclusione». «La giunta è pienamente consapevole della rilevanza del giudizio – il commento Acquaroli –. Le Marche, all’esplodere della pandemia – ha ricordato –, stavano già cercando di sollevarsi dalla crisi sismica. Non va altresì dimenticato il contesto economico e finanziario del territorio marchigiano, profondamente segnato anche dalla principale crisi sistemica esplosa negli scorsi anni». L’assessore al Bilancio Castelli sottolinea l’importanza «di una gestione finanziaria che assicuri la tenuta degli equilibri di bilancio, perché ciò costituisce garanzia di buon andamento dell’azione amministrativa, di efficienza gestionale e, cosa ancora più importante, di continuità nell’erogazione dei servizi essenziali per la collettività».

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