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Bonus edilizia, rabbia delle associazioni:
«Nelle Marche a rischio 1.300 imprese».
Alessia Morani: «Decreto irresponsabile»

COLPO DI SPUGNA - Ance, Confindustria, Cna Marche, Confartigianato, Confapi, Legacoop e Claai Marche criticano la decisione del governo e annunciano la mobilitazione della categoria e l’indizione degli Stati generali delle Costruzioni. L'esponente Pd chiede al governatore Acquaroli di attivarsi per chiedere lo stop

 

Sui bonus edilizi, superbonus compreso, si volta completamente pagina. Per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre si spegne sul nascere l’esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: non potranno più farlo. È la maxi-stretta con cui il governo interviene sul tormentato dossier del superbonus, L’obiettivo è risolvere il nodo dei crediti, arrivati ormai a 110 miliardi, e mettere in sicurezza i conti pubblici. Una mossa che però viene mal digerita dal settore, con le imprese che lanciano l’allarme. Ance Marche, Confindustria Marche, Cna Marche, Confartigianato Marche, Confapi Marche, Legacoop Marche e Claai Marche, annunciano la mobilitazione della categoria e l’indizione degli Stati generali delle Costruzioni che coinvolgeranno il governo regionale e i parlamentari eletti nelle Marche.

Così in una nota: «Con un colpo di spugna in poche ore hanno deciso il destino di migliaia di cittadini – proprietari di immobili, lavoratori e imprenditori dei settori edilizia e impianti – esponendo 25mila imprese a rischio fallimento e 130mila disoccupati a livello nazionale, dati che nelle Marche si traducono in 1.300 imprese coinvolte e quasi 7mila lavoratori a rischio» affermano le principali associazioni di categoria regionali. «Decisioni prese senza comprendere realmente l’ecatombe che queste scelte genereranno per l’intera filiera dell’edilizia e, soprattutto, sottovalutando totalmente le ripercussioni sociali che queste scelte scellerate produrranno. Tutto in nome di un impatto sul debito pubblico ancora prima di averne reale contezza, dato che Istat non si è ancora espresso riguardo la classificazione dei crediti fiscali». Secondo le associazioni «numerosi studi hanno illustrato gli effetti positivi dei bonus edilizi sui bilanci nazionali, dimostrando che il costo effettivo a carico dello Stato è pari al 53% e che il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come nuove tasse, Iva e contributi vari».

Il problema principale risiede nello stop al meccanismo delle cessioni che secondo le associazioni «rappresenta lo strumento essenziale per far funzionare le misure d’incentivazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio esistente, senza questo si blocca tutto». Pertanto «serve un dietrofront immediato, altrimenti non raggiungeremo mai gli obiettivi del “FitFor55” che richiederanno all’Italia di circa 1’100 mld di euro e che mirano a sostituire le fonti fossili con il vettore elettrico. Decarbonizzare gli edifici residenziali più energivori entro il 2050, solo nella nostra regione, significa intervenire su 275mila edifici (367.633 edifici totali da Istat di cui più dell’75% si trova nelle classi energetiche D, E e F) nei prossimi 28 anni». Secondo le associazioni: «Un forte rischio investe, soprattutto, la ricostruzione post sisma 2016, che subirà un inevitabile arresto, e non da meno sarà la situazione degli immobili danneggiati dai recenti eventi sismici che hanno ulteriormente colpito i nostri territori e per i quali non è ancora stata prevista alcuna soluzione». Non mancano le reazioni della polica. Alessia Morani (Pd) parla di un decreto «irresponsabile» e dice che sono «a rischio migliaia di imprese e posti di lavoro. Il presidente della Regione Francesco Acquaroli si attivi per chiedere lo stop al decreto del governo sul blocco della cessione dei crediti. Un decreto che secondo Morani ha come conseguenza «la certezza che migliaia di imprese si trovino dall’oggi al domani sul lastrico, con i dipendenti a rischio licenziamento. In un momento in cui, ancora, la nostra economia è fragile questo provvedimento può mettere la pietra tombale su un intero settore». «Con il decreto licenziato ieri dal governo Meloni rischiano il fallimento immediato migliaia di imprese», così la federazione provinciale del Pd che ha convocato per domani una conferenza stampa. Parteciperanno il segretario provinciale Angelo Sciapichetti, la parlamentare Irene Manzi e il consigliere regionale Romano Carancini.

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