Nuovo Prp, il Comitato Porto
al confronto con l’Autorità portuale

ANCONA – Nel corso del primo incontro, ribadito il netto no al banchinamento del Molo Clementino e all’ampliamento dello stabilimento Fincantieri, apertura invece alla realizzazione della banchina Rettilinea e soddisfazione espressa per l’elettrificazione dei moli del porto storico, compresi i moli 19- 20 – 21 ancora in allestimento, ma che presto saranno utilizzati

 

Primo confronto tra il Comitato Porto-Ancona e l’Autorità Portuale. « Il 29 luglio con noi erano presenti, tra le altre associazioni invitate, anche Italia Nostra, Legambiente e Wwf con le quali nel tempo abbiamo consolidato un più stretto rapporto di collaborazione su alcuni tempi ormai ampiamente condivisi. – si legge in una nota – In merito al Nuovo Prp il Comitato ha espresso soddisfazione per la realizzazione dell’elettrificazione dei moli del porto storico, compresi i moli 19- 20 – 21 ancora in allestimento, ma che presto saranno utilizzati. Tutto ciò purché gli armatori che utilizzano il nostro porto, che si sono dichiarati tutti disponibili, adeguino i loro navigli per usufruire della tecnologia, senza poi accampare problemi di utilizzo sia tecnici che economici. Questa condizione è indispensabile non solo perché ormai il turismo è più sensibile alla questione ambientale e richiede servizi green adeguati sia a terra che per mare, ma anche perché la convivenza tra le diverse esigenze dei cittadini e del porto richiede uno sforzo e un impegno comuni».

Un riunione del Comitato Porto Ancona (foto Fb ufficiale)

Il Comitato Porto ha espresso parere favorevole per la ormai vicina realizzazione della banchina Rettilinea, lunga più di 900 metri, «che attende da quarant’ anni il suo completamento. Questa consentirà di creare più moli disponibili, ma darà anche il via alle opere per la realizzazione della cosiddetta “penisola”. È questa che, infine, ci consentirà di pretendere lo spostamento di tutte le attività, che oggi si svolgono nel porto storico, a circa 1 km di distanza dalle prime abitazioni di via XXIX Settembre. Distanza che aumenta per le abitazioni del rione Guasco e per quelle degli Archi. Ovviamente lo spostamento di tutte le attività è la nostra richiesta, oggi non prevista nel Nuovo Prp. Lo spostamento consentirà anche di eliminare tutto il traffico dei Tir che oggi insiste sull’arco portuale storico. Abbiamo quindi chiesto che il nuovo Prp definisca in modo dettagliato e chiaro le varie fasi di realizzazione. Siamo perfettamente consapevoli che le previsioni sono sempre facilmente soggette a modifiche, sia perché dipendenti da fattori finanziari, ma anche dalle eccessive incoerenze che di volta in volta esprimono gli amministratori che si susseguono nei ruoli di governo. Fissare gli obiettivi per fasi facilita il controllo delle azioni che si susseguono, soprattutto nel caso in cui si dovessero scostare da essi».

Ribadito nell’ambito dell’incontro invece il netto no al banchinamento del molo Clementino. Le per motivazioni sono arcinote. «Il porto antico è e deve essere restituito ad usi misti, ma fortemente di matrice urbana, senza alcun banchinamento, meno che mai per le navi da crociera. – ricorda il Comitato Porto Ancona – Deve essere ricongiunto alla città e rivitalizzato dalla vita urbana: affaccio a mare del centro storico, pedonalizzato, perfettamente conservato così com’è, con tutti i monumenti simbolo dell’identità cittadina. Non solo gli archi di Traiano e Clementino, ma anche la base della Lanterna, il Corridore, le antiche mura, le portelle cittadine sopravvissute ai bombardamenti, fino al Lazzaretto del Vanvitelli. Questa è la previsione dell’attuale Prp del 1985 ancora vigente che allora la città aveva voluto e che fu accolta con grande sensibilità dai progettisti dell’epoca. È stato grazie alle sue previsioni che oggi i moli Rizzo e Clementino sono stati liberati da tutti i refusi: carbone, metalli, gru, rotaie e treni che lì stavano a cielo aperto. Anche il molo dove insiste la cosiddetta ex mensa Fincantieri è stato allora liberato dalle lavorazioni del vicino cantiere navale».

Inoltre al molo Clementino non possono ormeggiare le navi da crociera «anche per motivi sanitari, perché sono troppo inquinanti e troppo vicino alle abitazioni, appena 300 metri, sono rumorose e causano molto traffico lungo l’arco portuale. – hanno ricordato – A nulla, quindi, vale la costruzione della Penisola e di ogni altra bella filosofia di Piano se viene confermata questa previsione così impattante, per giunta nella punta estrema nord, la più lontana dalle infrastrutture viarie di entrata e di uscita dal porto. Per noi è e rimane un controsenso, una negazione nei fatti degli obiettivi che il Nuovo Prp sembra proporre quando parla di Penisola, ma che nega quando parla del molo Clementino».

Il porto di Ancona

Diniego espressso dal Comitato anche all’ampliamento dell’attività cantieristica, oggi Fincantieri, verso la città e il colle Guasco vincolato paesaggisticamente. «Il cantiere è già dentro la città e in questo caso, la città è nata prima del cantiere, che vi si è addossato per colmate successive. Il cantiere navale è una industria pesante dove molte lavorazioni avvengono a cielo aperto e la Fincantieri è stata condannata dal Tribunale di Ancona per morti per amianto. – hanno ricordato gli attivisti-residenti – Come tutte le attività industriali del porto non è monitorata e non ci è affatto chiara la sua sostenibilità ambientale, ma sicuramente l’amianto non indica che aumentando la produttività migliora anche la qualità dell’aria, né si contengono i livelli di rumore che già sono alquanto alti per le leggi esistenti. Nel merito, forse il Prp qualche prescrizione potrebbe farla e non solo per Fincantieri, ma anche per l’area Zipa. Tutte queste considerazioni aprono all’ultimo nostro appunto espresso: il monitoraggio del porto nella sua totalità cioè, sia le attività di navigazione che quelle industriali, cantieristiche e non. Anche se il tema monitoraggio è competenza primaria del nostro sindaco che deve tutelare la nostra salute, abbiamo comunque rimarcato la necessità di individuare le fonti di emissioni di inquinanti ‘altri’ che ci vengono spesso segnalate in area Archi come strani odori di gas, un po’ aspri che irritano anche le vie respiratorie».

Il Comitato Porto evidenzia comunque che «il confronto è stato chiaro da entrambe le parti e tutte le nostre domande hanno avuto risposte. La riunione si è chiusa con un sostanziale mantenimento delle posizioni iniziali delle parti, soprattutto per quelle relative al banchinamento del molo Clementino e per la costruzione, lì, del terminal croceristico. E infine, visto che spesso gli armatori, e ieri l’Autorità Portuale, ci pongono la domanda se è nato prima il porto o la città, diciamolo, non c’è il primato del porto sulla città, perché nel caso di Ancona porto e città sono nate in modo sincronico, insieme e con casualità: senza uno dei due non esisterebbe l’altro. Tante volte la Storia fosse veramente maestra di vita».

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