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Professore ucciso a Sassoferrato,
preso il presunto omicida

DELITTO - I carabinieri del Radiomobile lo hanno fermato vicino all'abitazione dove risiede, tra la frazione di Perticano, in territorio marchigiano e Scheggia, in Umbria. Si tratta di Sebastiano Dimasi, 55 anni, muratore. E' stato portato in caserma per essere interrogato. Si cerca ancora il coltello. Prima del delitto era stato in chiesa. Voleva prendere il figlio che era a catechismo ma il bambino era già andato via con la madre. Il parroco: "Non era sereno". Dolore all'istituto comprensivo di Serra San Quirico dove insegnava la vittima, Alessandro Vitaletti

Omicidio di Sassoferrato, il distributore dove è iniziato il diverbio tra il professore Vitaletti ed il suo aggressore

 

I carabinieri intervenuti in viale Bruno Buozzi a Sassoferrato, dopo l’omicidio

 

Si nascondeva nella boscaglia, vicino casa e per farlo uscire allo scoperto i carabinieri hanno finto di abbandonare le ricerche sul posto accerchiandolo subito dopo. E’ stato fermato dai militari del Nucleo Radiomobile insieme ai carabinieri di Fabriano e Sassoferrato il presunto omicida del professore Alessandro Vitaletti, 48 anni, ucciso ieri (leggi l’articolo) con più di 20 coltellate in via Buozzi, a Sassoferrato. L’uomo, Sebastiano Dimasi, 55 anni, muratore, era a piedi non molto lontano da Perticano, frazione al confine con l’Umbria e con il comune di Scheggia e Pascelupo, dove vive. Una zona al limite tra l’Umbria e le Marche, separata da un torrente che ne determina i confini. Al momento della cattura era in territorio umbro. Non ha avuto possibilità di fuga. E’ stato intercettato dopo pranzo, poco prima delle 16. Non si è consegnato spontaneamente. I militari già questa mattina avevano individuato la sua auto, una Fiat 600, a bordo della quale era fuggito in direzione di Genga. Dopo averlo preso è stato portato in caserma e interrogato, alla presenza di un avvocato d’ufficio, dal pm Serena Bizzarri. Si cerca ancora il coltello. Dimasi, originario della Calabria, padre di due figli, è stato sottoposto a fermo perché gravemente indiziato di delitto dal pubblico ministero. In caserma ha fornito la sua versione dei fatti. Fino a questa sera non aveva dato elementi utili al ritrovamento del coltello.

I carabinieri

PRIMA DEL DELITTO. Ieri pomeriggio, prima di raggiungere il Bar dello Sport, in via Buozzi, dove ha giocato una partita a carte, era stato in chiesa, alla parrocchia di San Fecondino. Era andato a prendere il figlio più piccolo, a catechismo poco prima delle 17. E’ stato visto dal parroco quaranta minuti prima che in via Bruno Buozzi si scatenasse la follia. «Non era sereno – racconta don Giovanni Musciatti – ha chiesto del bambino ma io gli ho risposto che era già venuto a prenderlo la moglie. Il catechismo era già finito, un’ora prima che lui arrivasse. Io ero insieme ad un suo amico, qui in parrocchia c’era una festa ieri, ma lui non lo ha nemmeno salutato. Se ne è andato via subito». Al Bar dello Sport, stando alle testimonianze raccolte, è stato mezz’ora. «Il tempo di una partita a carte», riferiscono dall’esercizio pubblico dove Dimasi, per tutti Nello, era un cliente abituale. Nello stesso bar lavora saltuariamente anche la ex moglie. Ieri però la donna non c’era perché aveva il giorno libero. Finita la partita a carte è uscito e ha visto il professore fermo al distributore. Erano circa le 17,30. A volte si erano incrociati anche all’interno del bar, frequentato da Alessandro Vitaletti. In strada è avvenuta l’aggressione. Testimonianze in mano ai carabinieri lo hanno individuato subito con presunto responsabile delle coltellate sferrate sull’insegnante, morto poi in ambulanza durante il trasporto in ospedale. Un delitto passionale sul quale restano ancora da mettere a fuoco i dettagli del movente. Da quello che trapela i rapporti con la ex moglie sarebbero stati tesi al punto che la donna aveva avviato anche delle denunce.

Via Buozzi dove è stato accoltellato il professore

LA VITTIMA. Alessandro Vitaletti, padre di due figli anche lui,insegnava alle medie dell’Istituto comprensivo “don Mauro Costantini”, a Serra San Quirico. L’istituto, guidato dalla preside Stefania Sbriscia, è molto attivo sul fronte della didattica e delle iniziative collaterali, e da settembre 2016 aveva accolto nell’organico dei professori anche Vitaletti. “Una persona gentile, educata e preparata, subito apprezzata da studenti e genitori- dicono dalla scuola – Non possiamo ancora capacitarci per quanto è accaduto e credere che davvero sia morto”. Vitaletti era entrato in ruolo nella scuola pubblica ormai da due anni e in cattedra, a Serra San Quirico, insegnava le materie umanistiche: Italiano, Storia e Geografia. Domani mattina spetterà al dirigente scolastico e ai docenti parlare agli studenti della tragedia consumata a Sassoferrato, con la delicatezza e la sensibilità che l’argomento impone.

Redazione CA

(Servizio aggiornato alle 22)

Sassoferrato, via Bruno Buozzi, teatro dell’omicidio. L’asfalto porta ancora i segni evidenti del sangue perso dalla vittima

La via di fuga verso Genga che ha imboccato il presunto omicida dopo l’accoltellamento

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