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Ripascimenti bluff:
due dirigenti della Regione
a processo

ANCONA - Rinviati a giudizio i funzionari Marzialetti e Petraccini per associazione a delinquere, truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture. Insieme a loro anche tre imprenditori. Secondo il pm Gubinelli, tra il 2004 e il 2012, avrebbero pilotato le gare d'appalto per i ripascimenti delle spiagge della costa e in alcuni casi con lavori non necessari

I lavori di ripascimento di Portonovo (foto Giusy Marinelli)

di Federica Serfilippi

Per l’accusa, avrebbero pilotato i lavori di ripascimento delle coste marchigiane verso un cartello di ditte. In sette sono finiti a processo. Tra questi, ci sono anche due dirigenti della Regione: Vincenzo Marzialetti, fino al 2012 responsabile del Servizio difesa della costa, e l’ingegnere Mauro Petraccini, attualmente funzionario ai trasporti e al tempo dei lavori direttore responsabile del cantiere per la Regione. Il rinvio a giudizio è stato deciso questa mattina dal gup Francesca Zagoreo. Per 5 imputati (oltre ai due dirigenti ci sono anche gli imprenditori Romana Socci, Fabio Ienna e il collaudatore Alessandro Mancinelli) il processo si aprirà il 7 febbraio 2018. I fratelli Angelo e Antonio Tiozzio Brasiola, invece, hanno deciso di procedere con il rito abbreviato. Per loro la sentenza arriverà il prossimo 15 marzo. Sospeso il procedimento per il manager Enrico Rossetti, perché residente in zona sismica. La sua posizione sarà vagliata il 18 settembre. Numerosi i reati contestati a vario titolo: si va dall’associazione a delinquere, formalizzata solamente a Petraccini, Marzialetti e a Rossetti, fino ai reati di truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture.

La maxi inchiesta, coordinata dal pm Paolo Gubinelli, ha visto stralciare passo dopo passo alcune contestazioni e posizioni a causa della prescrizione. I fatti a cui fa riferimento la procura abbracciano un arco di tempo compreso tra il 2004 e il 2012. Solamente una piccola parte potrà essere oggetto del dibattimento. Secondo l’accusa, gli imputati, sfruttando le rispettive posizioni, avrebbero messo mano agli appalti milionari (potevano toccare i 10 milioni di euro) legati al ripascimento delle coste marchigiane per favorire ditte amiche. Per la magistratura, sarebbero stati eseguiti anche lavori non necessari al fine di ottenere benefici vari. Le opere hanno riguardato quasi tutto il litorale regionale, dalle coste fermane fino a quelle di Montemarciano, passando per Sirolo, Numana e la baia di Portonovo, dove la manutenzione aveva interessato l’area del Fortino Napoleonico e della Torre. A costituirsi parte civile sono state quattro associazioni: Italia Nostra, Wwf, Comitato Mare Libero e Legambiente. Gli avvocati della difesa hanno sempre respinto gli addebiti, sostenendo l’infondatezza delle accuse mosse dalla procura. «Ora aspettiamo il dibattimento» ha detto Roberto Gusmitta, legale di Petraccini.

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