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Violata e Stamira con il salvagente
nel flash mob di Ambasciata dei Diritti

ANCONA – Nella notte i giubbotti di salvataggio sono stati posizionati sulle due statue in corso Stamira e via Marconi per lanciare il messaggio dell'associazione a favore delle Ong e contro la criminalizzazione dei salvataggi nel Mediterraneo

Le statue di Violata e Stamira con il giubbotto di salvataggio al collo, come i migranti che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo. A lanciare la provocazione per riportare l’attenzione sui salvataggi in mare è stata l’associazione Ambasciata dei Diritti. “Il Mar Mediterraneo non può essere il fossato dell’Europa fortezza: per ricordare le morti in mare giubbotti di salvataggio sono stati posizionati sulle statue anconetane di Stamira e di Violata. Dal 2014, più di 14.500 persone sono state uccise provando a raggiungere l’Europa in barca attraversando il Mediterraneo” scrivono in una nota in cui spiegano il gesto simbolico messo in atto nella notte, quello di posizionare i salvagente al collo delle statue. “In Italia le Ong che salvano persone in mare vengono criminalizzate dalla politica europea, dalla magistratura e dai media; sono state minacciate dalla Guardia costiera libica, sostenuta dall’UE, tanto da essere spinte fuori della zona di ricerca e soccorso. Ciò è stato evidente nel sequestro della nave Iuventa da parte delle autorità italiane, nonché dalla sospensione per motivi di sicurezza delle operazioni di salvataggio di diverse Ong. Questo è accaduto per un ostracismo, che si è dato in varie forme, contro le Ong che sono ancora attive, al fine di impedirne la presenza ed i salvataggi. Contemporaneamente è in corso un sostegno economico dell’Europa alle milizie e ai trafficanti di uomini in Libia. La conseguenza è che quasi nessuna persona riesce a fuggire dalla costa libica e si rimane costretti a vivere in luoghi di violenza estrema, come documentato dai tantissimi reportage dell’ultimo mese. L’Ambasciata dei Diritti – conclude l’associazione – sta con chi con incredibile coraggio si prende la responsabilità di salvare vite in mare e denuncia l’UE incapace di governare il fenomeno migratorio ricorrendo alla criminalizzazione delle ONG per fermare i flussi migratori”.

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