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Aiuti alle zone terremotate
nel manifesto programmatico
dell’Associazione piccoli Comuni

SIROLO - Nella piattaforma rivendicativa stilata dall'assemblea di Sirolo anche la semplificazione amministrativa, risorse adeguate e nuove normative per la ricostruzione post sisma, l'accoglienza dei migranti su base volontaria

Un momento dell’assemblea dell’associazione dei piccoli Comuni che si è svolta a Sirolo

I Comuni chiedono la semplificazione amministrativa, l’eliminazione di inutili vincoli e procedure burocratiche che ostacolano o appesantiscono l’attività istituzionale, risorse adeguate e nuove normative per la ricostruzione delle zone terremotate, il mantenimento dei servizi pubblici in loco (poste, farmacie, distretti sanitari, ecc.), l’accoglienza dei migranti su base volontaria, la revisione generale delle norme vigenti sugli appalti. Sono alcune delle proposte sancite nella piattaforma rivendicativa votata dai sindaci nell’assemblea nazionale dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia), svoltasi a Sirolo dal 22 al 24 Settembre 2017, unitamente alla Festa Nazionale dei Piccoli Comuni. In questo contesto è stata approvata la piattaforma rivendicativa dei comuni per l’anno 2017-2018, che costituisce un vero e proprio manifesto programmatico, frutto della sintesi del dibattito e confronto fra i sindaci provenienti da ogni regione d’Italia.

“L’Anpci chiede inoltre che sia ripristinata l’elezione diretta di primo grado degli organi della Provincia e città metropolitane, per far sì che siano veramente rappresentativi della comunità locale e non di mera nomina partitocratica. – evidenzia una nota stampa del Comune di Sirolo – Il presidente nazionale Franca Biglio e tutti i sindaci intervenuti – in particolare Moreno Misiti, primo cittadino di Sirolo – hanno chiesto di esprimere un deciso no all’associazionismo obbligatorio per legge con fusioni o unioni forzose, che già tanti danni – con aumento dei costi, dei disservizi e della tassazione – ha fatto e sta facendo. In particolare per l’Anpci deve essere rispettata la volontà dei cittadini, che debbono essere sempre consultati con referendum e il cui voto non può essere messo in discussione dagli enti sovraordinati, con chiaro riferimento a quello che è successo in Toscana ma anche nelle Marche (fusione tra i Comuni di Serrungarina, Saltara e Montemaggiore al Metauro, ove la Regione ha deliberato la fusione malgrado in quest’ultimo comune fosse prevalso il “no” con circa il 65% dei voti)”.

La chiave d’oro, simbolo dei piccoli Comuni, consegnata al sindaco Moreno Pieroni

Al riguardo l’assessore regionale Moreno Pieroni, che ha portato all’assemblea il saluto del presidente Ceriscioli, ha assicurato che “la Regione – rposegue il comunicato – per quanto concerne le norme sulle fusioni, è ora orientata a rispettare la volontà espressa dai singoli comuni, ottenendo il plauso dei sindaci. Grandi applausi anche per gli interventi del senatore Remigio Ceroni e dell’on. Fabrizio Di Stefano, i quali hanno dichiarato di concordare pienamente con la piattaforma rivendicativa dei piccoli comuni. L’Anpci, poi, ha deliberato di chiedere l’eliminazione del limite del secondo mandato per i Comuni fino a 15.000 o, in subordine, fino a 5.000 abitanti: ciò perché nei piccoli centri, soprattutto nella situazione attuale in cui è particolarmente complesso e difficile ricoprire la carica di sindaco, non è facile trovare le competenze e l’esperienza necessaria per amministrare adeguatamente il comune, per cui si rende necessario consentire la candidatura anche ai Sindaci al secondo mandato che hanno ben operato, garantendo così effettiva libertà di voto ai cittadini e reale tutela dei loro interessi”.

Al termine dell’assemblea il sindaco di Chies d’Alpago ha consegnato la chiave d’oro dei piccoli Comuni d’Italia al sindaco di Sirolo, che dovrà custodirla quale simbolico rappresentante di tutti i Comuni fino alla successiva Assemblea Nazionale nel 2018. Moreno Misiti ha ringraziato l’Anpci che, nella targa rilasciata a ricordo dell’evento, ha definito Sirolo ‘Comune trainante nella terra marchigiana’.

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